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domenica 26 novembre 2017

Finito il Santo, finita la festa...e invece no



Su FB, un'amica, Rossella Ciardi, ha postato questo pezzo di Antonia Storace, mi è piaciuto e voglio condividerlo. Siccome della scrittrice non conoscevo nulla mi sono documentata, per cui a piè di pagina conoscerete la scrittrice e cosa ha dovuto affrontare, per rivendicare come suo lo scritto. Il giorno dopo la giornata internazionale contro le violenze sulle donne si respira la stessa aria dell' 8 marzo, si è fatto il proprio dovere, le abbiamo celebrate, dolci, feste e fiori si sono sprecati, ma già questo giorno doveva bastare ed invece..."Passato il santo, finita la festa". Non saranno mai le feste istituzionalizzate a fermare questo macello nel mondo e nella civilissima(?) Italia, è ora che si pensi, seriamente, ad un progetto educativo che cambi la mentalità maschile e di chi l'educa (madre, padre, famiglia, società).
Maria Serritiello

"Ma lei provocava".
di Antonia Storace


Come a dire, se l'è cercata. Come a dire, te lo meritavi. Come a dire, vestiti da suora e cammina rasentando i muri. Come a dire, sei nata femmina e se non vuoi essere stuprata, se non vuoi essere ammazzata, ti devi coprire. Come a dire, il diritto di fiatare non ce l'hai. Se mi dici di no, se mi dici che è finita, se mi dici che ami un altro, io ti sfregio la faccia, ti sfregio la vita con l'acido. Il tuo no non conta niente, perché sei nata femmina. Io, invece, sono nato maschio. Come a dire, sei una puttana e per le puttane non esiste pietà. Come a dire, sei una donna, cosa pensi di fare? Come a dire, sei una donna, se mi eccito è colpa tua. Come a dire, io sono più forte e te lo dimostro. Come a dire, chiamo i miei amici e ti violentiamo a turno, perché lo devi capire, lo devi capire, che sei solo una donna. Solo una donna. L'hai capito che sei solo una donna? Come a dire, tu non ti appartieni, di te dispongo io. Come a dire, e dai, che sotto sotto ne hai voglia, ti piace, ti fa bagnare in mezzo alle cosce. 
Come a dire, non ti ribellare, altrimenti ti strangolo con un cavo elettrico e stringo forte, fortissimo, intorno al tuo bel collo bianco; altrimenti ti trivello il cuore con venti coltellate, te lo faccio diventare uno scolapasta di carne, vuoi vedere?; altrimenti ti brucio viva, come una candela, come i ciocchi di legno in un camino, come le stelline di Natale; stai zitta, zitta!! Altrimenti ti riempio di botte e se provi a parlare, se provi a denunciarmi, ti ammazzo madre e padre, e tu non vuoi che loro ci vadano di mezzo solo perché hanno una figlia che è una cagna, giusto? Come a dire, ho l'imbarazzo della scelta, ti posso sopprimere in mille modi.

Come a dire, non puoi lasciarmi perché non lavori e senza soldi non si cantano messe. Sei mia, sei roba mia, sei un fatto mio, dirò che sei una pazza, che sei caduta, che ti stai inventando tutto. A chi crederanno, secondo te? Al professionista stimato o a te, che sei solo una donna?

Come a dire, devi avere paura se di sera torni a casa da sola. Come a dire, tieniti la mano sul culo altrimenti ti licenzio.
Come a dire, se ti chiamo cinquanta volte al giorno, devi rispondere cinquantuno; se ti dico di non uscire con le amiche, tu non esci, tu obbedisci; chi è quel collega con cui ti ho vista parlare? Cosa vi dicevate, eh? Stavi facendo la troia pure con lui? Dimmelo. Stavi facendo la troia pure con lui? A lavoro non ci devi più andare, hai capito? Da oggi non ci vai più a lavoro.
Come a dire, sei una stupida, una poveretta, una ritardata. Non sai fare niente, non sei buona a niente, non vali niente. 
Come a dire amore mi dispiace, mi dispiace, perdonami, prometto che non accadrà ancora, non ti sfiorerò nemmeno con un dito, è stato un attimo di debolezza, ho perso la testa, avevo paura che mi lasciassi. Tu sei troppo importante per me, capisci? Troppo importante. Se ti perdo, impazzisco. Se ti perdo muoio. 
E allora è meglio se muori tu, donna. Perché sei solo una donna. Perché ti chiami Jessica, ti chiami Lucia, ti chiami Sara, ti chiami Alessandra, ti chiami Serena, ti chiami Patrizia, ti chiami Antonella, ti chiami Maria, ti chiami Rossella. Ti chiami donna. Sei solo una donna. E mi hai provocato.

"Ma lei provocava" è la morte di ogni umanità.
Antonia Storace



Antonia Storace: una donna che scrive delle donne.

Antonia Storace, una Donna Al Quadrato. MyWhere l’ha incontrata per celebrare ancora di più, oggi, una donna che scrive delle donne.
L’amore, il tradimento, i padri quando diventano padri e i figli che non smettono mai di essere tali. Le donne, il loro coraggio, l’ammirevole forza di chi trova, dentro sé stesso, la voglia di continuare a lottare per un finale migliore. Napoli, il suo lascito di bellezza e ribellione, come un destino che scorre nelle vene e che diventa, insieme, croce e delizia. Donne al quadrato è un omaggio all’amore nella sua interezza: l’amore verso un uomo, verso un figlio, verso un sogno più alto.
Difficile, molto difficile poter raccontare di una donna speciale come Antonia Storace, una scrittrice con la S maiuscola, complicato perchè le mille sfumature che raccoglie il suo essere, in realtà sono mille di noi, donne che esistono vivono e combattono ogni giorno.
Esce oggi su MyWhere la sua intervista per celebrarla in un giorno in cui tutti si ricordano che esistiamo, per farvi conoscere una donna che scrive delle donne e le celebra 365 giorni l’anno. Direttamente dalla sua penna, la presentazione della sua storia e di seguito l’intrvista della quale sono molto toccata e orgogliosa.
Nel 2008 ho aperto un blog – Nel giardino dei ciliegi – e vi ho scritto per molto, molto tempo. Anni dopo, precisamente il 7 Novembre del 2012, su quel blog ho pubblicato un mio testo, “Donne al quadrato”. A distanza di qualche mese, quel brano mi è stato sottratto (ancora oggi non saprei assolutamente dire da chi) e diffuso in rete – sui maggiori social, sui forum, sui siti di scrittura: praticamente ovunque!! – con l’attribuzione, però, alla poetessa Alda Merini. La diffusione è stata esponenziale: parliamo di centinaia di migliaia di visualizzazioni e condivisioni. 
Il 14 Ottobre del 2014, sebbene io ne fossi completamente ignara, Fabio Volo ha letto “Donne al quadrato” durante la trasmissione radiofonica “Il Volo del mattino”. La settimana successiva, precisamente il 22 Ottobre 2014, il testo è stato letto e trasmesso anche durante la trasmissione “Parole Note” di Radio Capital. Entrambe le emittenti, tuttavia, avevano fatto i dovuti controlli del caso, spiegando dunque, nelle note redazionali e durante la stessa messa in onda, che il brano apparteneva a me e che quella ad Alda Merini era solo una falsa attribuzione, come ne girano molte in rete. Nei giorni successivi è intervenuta anche Barbara Carniti – una delle quattro figlie di Alda – la quale ha difeso il mio diritto d’autore, specificando – su siti e social – che il testo in questione era mio e non della madre.
Nel mentre, dopo la diffusione radiofonica, ho ricevuto centinaia di email di persone che avevano letto o ascoltato “Donne al quadrato”. Ho pensato, allora, di raccogliere una piccola parte dei testi del mio blog e sono andata alla ricerca di una casa editrice disposta a pubblicarmi: ho trovato un piccolo editore di Roma che ha pubblicato la mia opera lo scorso Aprile.”
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L’indebita attribuzione della tua poesia “ Donne al quadrato” ad Alda Merini, ti ha più ferito o, all’inizio, ti ha reso felice di aver scritto dei versi di così alto valore da poter essere riconducibili alla grande poetessa? Ovviamente, immagino, che passato così tanto tempo, al momento tu sia anche molto contrariata dell’accaduto e so che stai ancora tribolando per aver giusto merito della tua arte o mi sbaglio? Facendo un giro sul web, mi appare scritto che la poesia è la tua, praticamente ovunque.

L’attribuzione di “Donne al quadrato” ad Alda Merini, in principio, mi ha soprattutto sorpresa. Non capivo chi, esattamente, avesse preso il testo dal mio blog – Nel giardino dei ciliegi – e lo avesse diffuso in Internet con un’eco letteralmente virale. Allo stupore è subentrato l’orgoglio: Alda Merini è un’eccellenza assoluta della letteratura ed essere “confusa”, per così dire, con un nome di questo calibro è sicuramente motivo di grande soddisfazione. Lo stupore, poi, è stato scalzato da un pizzico di rammarico poiché vorrei che il mio lavoro venisse riconosciuto, appunto, come mio. Soprattutto data l’esistenza del mio blog – in cui data ed ora di pubblicazione sono antecedenti a tutte le successive condivisioni in rete con l’attribuzione errata, e dimostrano la mia “maternità” come autrice – della pubblicazione di un libro, con relativo copyright, e delle dichiarazioni delle figlie di Alda, le quali hanno gentilmente chiarito, in più di un’occasione, che il testo è mio.
Immagino la sorpresa quando Fabio Volo ha letto la tua poesia, che peso hanno avuto per il tuo cuore,  le tue parole lette in diretta radiofonica, così alla sprovvista e finalmente con la tua firma?
E’ stato surreale. Non saprei trovare una parola diversa per descrivere quel momento. Ero a casa dei miei genitori, a Napoli. Un amico mi ha inviato un messaggio e mi ha detto di sintonizzarmi immediatamente su Radio Deejay perché Fabio Volo stava leggendo “Donne al quadrato” in diretta, durante la trasmissione “Il Volo del Mattino”, e finalmente con il mio nome!! Le mie parole nell’etere, ascoltate da chi era in auto, magari bloccato nel traffico; o in palestra, ad allenarsi; oppure era a casa e stava asciugandosi i capelli con la radio a tutto volume. Sono entrata nelle case della gente, nelle loro vite, dentro gli spazi bianchi di certi giorni un po’ malconci. Non credo possa esistere nulla di più emozionante per chi, come me, ha il sogno di scrivere.
Nella tua premessa abbiamo letto come è nato il libro e del tuo blog, questo vuol dire che “Donne al quadrato “ era dentro di te da parecchio tempo?
L’ho scritto un giorno di Novembre, tornando a casa dalla palestra e da un incontro emotivo che sembrava uno “scontro” sul ring: di quelli in cui infili i guantoni, schivi i colpi, attacchi con intelligenza e poi esci con la consapevolezza di essere una donna ingombrante. Una di quelle donne che esigono presenze certe o sicure assenze, perché trovano intollerabili parole come: quasi, forse, può darsi, non saprei. Ecco, una Donna al Quadrato è, probabilmente, una Donna ingombrante. Una Donna che, qualche volta, si sarà sentita dire: “Sei troppo difficile da gestire” o “Voglio una persona meno impegnativa, una storia più facile”. E, forse, si sarà anche data la colpa per quelle frasi vuote di senso, pronunciate fuori dai denti che, in verità, servono solo ad alleggerire i cuori vigliacchi di certi mezzi uomini che non sanno stare dentro una storia.
Esistono, secondo te, in una società come la nostra “Donne al quadrato” che non sanno di esserlo o che non possono vivere come vorrebbero, con le passioni e la forza di cui invece potrebbero essere capaci? Non voglio riferirmi a donne nate in luoghi del mondo, dove non hanno nessuna considerazione o peggio, perché sarebbe una domanda persa nel vento, credendo io, che in taluni posti o sei al “quadrato” o non sopravvivi un giorno.
Credo che “al quadrato” lo siano, potenzialmente, tutti. Le ali sono state date in dotazione a ciascuno di noi. La scelta, poi, di volare come un’ aquila o di restare a terra, a beccare il mangime insieme ai polli, è totalmente personale e non sindacabile. Ognuno vive la vita che sente giusta, e lo fa come può, con i mezzi che ha. Il punto, secondo me, è prendere consapevolezza di quei mezzi, del proprio valore, dei propri talenti, di tutte le frecce, veloci e potenti, dentro il proprio arco. Emergere a questo stato di coscienza, sapere esattamente chi si è, fa la differenza tra chi si eleva a potenza e chi no. Tra chi non cerca scuse, non trova alibi, non da ad altri la colpa dei propri fallimenti e si rende responsabile della propria felicità come della propria infelicità, e chi invece la delega sempre a qualcosa fuori di sé, quasi che non fosse roba sua.
Antonia Storace, una donna, bella, sensibile e concreta con la quale parlerei per ore, non credo neppure sia possibile scindere la scrittrice che è in te dalla tua vita quotidiana, ma sono certa che esiste un’Antonia che fuori dalla sua vita pubblica ha un mondo meraviglioso che ci piacerebbe tanto conoscere.
Su una parete bianca della mia vecchia camera, avevo scritto: “I am a writer“, perché non riesco a percepire me stessa come qualcosa di altro, di diverso, dalla scrittura. E’ il punto più alto di ciò che sono, la parte di me che amo di più, quella incontaminata, quella che sente tutto, che sente il doppio, quella dove non arriva il cinismo, non trova terreno fertile il disincanto o lo scoramento. E’ la dimensione di me più ardita, più coraggiosa, più battagliera. Intorno a questa parte – che è il centro, il cuore pulsante – c’è un’Antonia che, spesso, ha paura di non farcela, ha paura che il talento e la forza possano non bastare; un’Antonia che, proprio oggi, è tornata all’università dopo averla abbandonata, qualche anno fa,  a pochi esami dalla fine, perché sentiva arrivato il momento di chiudere questo cerchio, affrontare questa sfida con sé stessa che tante, troppe volte, avvertiva come un grosso fallimento, una mancanza, un buco che non avrebbe dovuto esserci; un’Antonia con una famiglia bellissima, un cane buffo e tenerello, un fidanzato davvero tanto, tanto, tanto paziente.
Hai moltissime persone che ti seguono, non solo donne, che amano leggerti anche nell’effimero di facebook, hai la capacità, di rendere poesia i tuoi pensieri, hai il dono di parlare al cuore delle persone, in profondità. Hai un talento speciale e sono in trepida attesa del tuo prossimo lavoro. Tu metti te stessa in ogni parola che leggiamo e noi ce ne nutriamo volentieri, quale responsabilità ti investe pensando a questo?
In effetti, un po’ di strizza mi viene se ci penso. Quando scrivo, però, lo faccio sempre perché un dettaglio del mondo mi ha colpito, un dettaglio apparentemente insignificante dentro il quale, a ben guardare, si nasconde una storia. Le parole sono gli ami che fanno abboccare quella storia, la portano a galla, così che tutti possano leggerla, possano vederla e trovare un po’ del proprio mondo.
Come ben sai, io vivo di musica e non può assolutamente mancare la domanda sul tema…quanto ne sei influenzata, se ne sei e da chi per la precisione?
“Quando non sai cos’è, allora è Jazzzzzz” scrive Alessandro Baricco nel libro “Novecento“, da cui è stato tratto il film “La leggenda del pianista sull’oceano“. Lo adoro, adoro il jazz, mi innamorano quei suoni al pari di un libro che ti tiene incollata alle sua pagine tutta la notte. Se, invece, dovessi scegliere una canzone, allora direi “My Way” di Sinatra perché: “Ho vissuto una vita piena, ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi. E l’ho fatto a modo mio
Inutile dirti che tutta MyWhere sarebbe felice ed orgogliosa se ogni tanto venissi a portare il tuo dono tra noi poveri autori e ti concedessi ai nostri lettori, abbiamo qualche speranza?



sabato 25 novembre 2017

Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne



La giornata e le iniziative 25 novembre 2017

Boldrini: «La violenza sfregia la comunità». Alla Camera testimonianze e interventi

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. Wikipedia


Sbaglia chi pensa che la violenza sia una questione che riguarda esclusivamente le donne. No, riguarda tutto il Paese e sfregia la nostra comunità. Quindi, se su questo tema vogliamo fare sul serio, non può esserci solo la risposta delle vittime o delle altre donne, come in gran parte avviene ora: sono quasi sempre le donne a protestare, a ribellarsi, a promuovere mobilitazione». Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini all’evento “In quanto donna” nell’Aula di Montecitorio cui partecipano oltre 1.400 donne. «La metà delle donne che vengono uccise sul pianeta - sostiene - sono uccise per femminicidio. Sono uccise, cioè, in quanto donne e per mano di chi dovrebbe amarle. In Italia ne viene uccisa una ogni due giorni e mezzo. Lo dice l’Istat. Ed è un dato spaventoso».

 Contro la violenza sulle donne «le leggi non bastano. Il problema è culturale. È questo il punto decisivo. Agli uomini è richiesto di fare un balzo in avanti: uscire finalmente da una cultura che per secoli, per millenni, ha ridotto la donna a una proprietà», aggiunge Boldrini. «Ecco perché - ammonisce - è fondamentale agire contro la violenza andando alle radici: impegnarsi sul piano educativo e già in tenera età, insegnando ai bambini e alle bambine la parità di genere, il rispetto per le donne e per la loro libertà».
«L’Italia civile si unisce per dire basta alla vergogna della violenza sulle donne», scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che accompagna al messaggio l’hashtag #giornatacontrolaviolenzasulledonne. 

I dati


Sono 84 gli omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017 in Italia, in calo rispetto ai 109 nello stesso periodo 2016: 61 si sono verificati in ambito familiare, 31 i casi di femminicidio. Nel 56% dei casi l’omicida è il partner o l’ex. Sono questi gli ultimi dati della Polizia diffusi alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che ricorre oggi, 25 novembre. Il capo della polizia, Franco Gabrielli, parla di crimine contro l’umanità. Tra le persone che nella loro vita hanno subito molestie o violenze, rivela l’Istat, l’11% sono ragazze con meno di 16 anni di età.
Secondo l’Istat la violenza sulle donne colpisce anche le giovanissime: tra le persone che nella loro vita hanno subito molestie o violenze, l’11% sono ragazze con meno di 16 anni di età. 






giovedì 23 novembre 2017

Ricigliano 23 novembre1980 per non dimenticare Anna Piegari e Rosa Sabia




« Ad un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano. »
(Alberto Moravia, Ho visto morire il Sud)

Il terremoto dell'Irpinia del 1980 fu un sisma che si verificò il 23 novembre 1980 e che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale

Caratterizzato da una magnitudo di 6.8 (X grado della scala Mercalli[4]) con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, e Conza della Campania, causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.[3Il terremoto dell'Irpinia del 1980 fu un sisma che si verificò il 23 novembre 1980 e che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale.


NEL 1980 INSEGNAVO A RICIGLIANO E NEI BANCHI, DOPO QUELLA SERA INFERNALE ,NON TORNARONO PIU' NEI BANCHI DUE MIE ALUNNE:

                                                 ANNA PIEGERI
                                     ROSA SABIA

COME TRASCORREMMO L'ANNO SCOLASTICO,  RIPRESO SOTTO LE TENDE, ME LO PORTO NEL CUORE COME  IN QUELLI CHE RESTARONO.GIOVANI RAGAZZI SI TROVARONO DI FRONTE LA MORTE E NE CAPIRONO GLI EFFETTI DOLOROSI CHE LASCIA 

VI PENSO SPESSO E A QUANTI PROGETTI VI SONO STATI NEGATI.
 VI ABBRACCIO OVUNQUE VOI SIATE

LA PROF










martedì 21 novembre 2017

ETTORE MASSA IN “OMM UN NAPOLETANO IN TIBET” AL TEATRO RIDOTTO DI SALERNO


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Ettore Massa, ospite del secondo spettacolo, dal titolo “Omm un Napoletano in Tibet”, all’interno della rassegna annuale “Che Comico 2017-2018” del Teatro Ridotto di Salerno, direttore artistico Gianluca Tortora, ha una particolare aspirazione ad una comicità o meglio a fare teatro con una proposta alternativa e cioè di rivolgere un sorridente invito alla felicità e alla bontà, rifuggendo dalla dilagante comicità sguaiata e volgare. Un volto del tutto normale, senza particolari segni, ma padrone del palcoscenico con una notevole scioltezza linguistica, mai banale o volgare, al contrario invece ricercata, fluente, colta e civile. Si potrebbe pensare ad una funzione educativa- didattica/pedagogica, all’ interno della quale una qualificata e significativa verve scenica, quasi a voler nascondere o ridimensionare la sua napoletanità’, fa da filo conduttore al suo monologo pulito, cortese eppure comico/satirico. Intrattiene il pubblico con classe, ordine, pulizia alternando brani d’autore a scampoli di bravura vocale, accompagnato da due musici professionisti: Ettore Gatta (al piano) e Gabriele Borrelli alla percussioni, che condividono la sua stessa gentilezza e religiosità. È un sentire piacevole e allo stesso tempo propositivo, che gratifica il corpo, quando non vuole lasciarsi andare a risate grasse. Prova timidamente, quasi a non voler urtare la suscettibilità di alcuno, a dire la sua, a proporre ciò che gli studi, intrapresi da dieci anni sul buddismo, gli suggeriscono e lo fa quasi giustificandosi per aver forse tradito le attese di chi si aspettava altro. Ha garbo Ettore Massa e una mente affamata di verità e questo basta e avanza per provare a seguire i suoi progetti. Il pubblico esperto del Ridotto l’ha apprezzato sinceramente, ringraziandolo finanche per la difficile strada intrapresa. Gilet con bordini in pelle, tenuta casual, in uno spazio angusto, tra l’altro invaso da una tastiera, da una completa batteria e da uno stelo per il microfono, si è mosso con eleganza e versatilità, sfoggiando altresì varie mise per i suoi personaggi abbastanza caricaturati e misurati o temi a lui cari sviluppati dall’alto di una cultura ben al di sopra della media. Termini, per molti versi, estranei al mondo dello spettacolo e del teatro in genere, come “impermanenza, attaccamento, meditazione, mindfulness, termini che si sarebbero trovati facilmente negli studi della Neurobiologia interpersonale di Daniel Siegel, notevole studioso e psichiatra americano, sono circolati nel piccolo teatro e tra il pubblico ammirato. Gradita sorpresa, quindi, Ettore Massa al Teatro Ridotto, diversa l’attuale comicità, se si fa riferimento a vent’anni fa quando era la vittima di turno del trio Ardone, Peluso e Massa di cui faceva parte. Un bravo va anche a Gianluca Tortora e alla capacità di scelte innovative e giuste che, ormai da anni, porta avanti.
Maria Serritiello  www.lapilli.eu


ALL’ARCHIVIO DI STATO DI SALERNO IL SECONDO CONCERTO DELLA STAGIONE 2017-18 PREVISTO DALL’ASSOCIAZIONE CYPRAEA.


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Esibizione del pianista Alessandro Amendola, nel pomeriggio di mercoledì 8 novembre scorso, all’Archivio di stato di Salerno, nell’ambito del programma dell’Associazione CypraeaPresidente provinciale di Salerno, la stimata pianista Pina Gallozzi, che ha l’obbiettivo precipuo di far conoscere i talenti emergenti nel campo della buona musica in Campania ed oltre. Sotto la direzione di Giuseppe Squitieri, altro valente musicista, dal fiuto professionale di talent scout, il giovane Alessandro, con uno studio intenso, sta cercando di entrare, nell’empireo delle promesse/realtà musicali.
 A vederlo seduto al piano mentre esegue brani impegnativi, a difficoltà elevata, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un personaggio forte duro sanguigno e tracotante, tanta è la sua bravura. E sì che i brani richiedono concentrazione, forza fisica, attenzione cerebrale e memoria di ferro, ma la mano, leggera e dolce, virtuosa e titanica, vola tra i tasti e le note ne escono cristalline e leggiadre, pure e gentili, tenere ed appassionate. L’emotività cerebrale tutta ne esce soddisfatta ed appagata. Tutti i suoi canali restano saturati e la sensazione di armonia si spande nell’ aria. E pensare che a provare a stringergli la mano si ha la sensazione di toccare un uccello implume, un alito di vento, una eterea presenza. E non parliamo della riservata modestia, delle scuse che quasi abbozza per essere così bravo. Ha una sua vita privata di adolescente o si sente già carico della responsabilità di provare ad essere ancora più grande se non il più grande? Chissà! E il prof Squitieri non demorde! Presenterà altri e altri ancora perché per lui è tutto scritto già. Non può non presentare prossimi numeri uno, perché per lui quest’ attività è la vita. Il Prof Giuseppe Squitieri è un grande musicista ma sfornare nidiate di campioni è un suo brand, il brand che gli restituisce carica vitale.
Maria Serritiello  www.lapilli.eu

domenica 19 novembre 2017

26 Donne e 2 Puntini



26  Donne e due  Puntini

di Maria Serritiello 

L'orizzonte è chiuso
nelle bare,
la terra promessa le ricopre,
negli occhi chiusi,
il sogno...
di madre carne
la naca.

Liquidi boia

ai nati mai.

Salerno, 19-11-2017      Maria Serritiello 


Vado migliorando e provo a scrivere



Il gesso è stato tolto, ma la ripresa è dura. La riabilitazione mi sta aiutando a far funzionare come prima il braccio destro.In questi giorni mi sono sfuggite molte cose ma provo ad aggiungere le immagini degli eventi che si sono svolti, così non sforzo il polso.

Sbarcano a Salerno 26 cadaveri di giovani donne nigeriane, di cui 2 incinte e l'ennesima tragedia consumata nel nostro mare

..........................
+..

L'orizzonte è chiuso
nelle bare,
la terra promessa le ricopre,
negli occhi chiusi,
il sogno...
di madre carne
la naca.

Liquidi boia
ai nati mai.

Salerno, 19-11-2017     Maria Serritiello 











Salvatore Riina
Nascita: 16 novembre 1930, Corleone
Decesso: 17 novembre 2017, Parma
Altezza: 1,58 m

17 novembre 2017, Parma
Dopo essere entrato in coma in seguito all'aggravarsi delle condizioni di salute, è morto alle ore 3:37 del 17 novembre 2017, il giorno successivo al suo ottantasettesimo compleanno, nel reparto detenuti dell'ospedale Maggiore di Parma.








mercoledì 1 novembre 2017

Assenza forzata



Sono assente dal blog e dal giornale on line, www.lapilli.eu, per un incidente domestico. Ho il braccio destro rotto e sono nell'impossibilità di scrivere. Appena ristabilita ritornerò, per intanto vi abbraccio tutti.


A Salerno i Musei si aprono al “brunch” e al Silent Disco


  Fonte: www.lapilli.eu
  di Maria Serritiello

del 17- 10-2017

Due eventi particolari si annunciano per il prossimo weekend, in luoghi insospettati di Salerno, come il Museo Archeologico Provinciale, il 24 settembre dalle ore 12:00, alle ore 15:00 e sabato al Museo Diocesano "San Matteo", dalle ore 21:00, alle ore 23:00. Due siti di grande considerazione basti pensare alla testa bronzea, raffigurante il dio Apollo alta 51  centimetri e databile orientativamente tra il I secolo d.C. e il I secolo a.C. ripescata nelle acque del Golfo di Salerno il 2 dicembre del 1930 (Museo Archeologico Provinciale) e gli avori medievali un ciclo di 67 tavolette di avorio (in origine erano una settantina) raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, provenienti dalla Cattedrale di Salerno ed esposti per la maggior parte nel locale del Museo Diocesano. Per la loro quasi completezza e l'eccellente stato di conservazione, rappresentano il ciclo decorativo eburneo più importante al mondo. Per la prima volta e in collaborazione con il Lanificio di Salerno si terrà, in due turni, uno alle 12:00 e l’altro alle 15:00, un "brunch" con buffet dolce e salato accompagnato dalla musica e dal Live esclusivo dell'artista belga Guillaume Gillain al museo accompagnato da Cyranò Vatel, Mizar Mohican Di Muro e Vincenzo Bernardo. Visite guidate alla mostra "Lost" di Daniele Accossato Artista.
Al museo diocesano, invece, nel vasto quadriportico, il sabato sera si balla, ma silenziosamente, senza lo schiamazzo della discoteca e con lo stesso divertimento, perché la musica si ascolta in cuffia, rispettando, la quiete, il sonno, delle case che circondano il museo. Un bell’esempio di divertimento giovanile, tanto attraente che si può usare anche un famoso luogo, notoriamente silenzioso. Così dopo il MoMA The Museum of Modern Art di New York e il Natural History Museum Lond, la SilentDisco animerà le sale museali di Salerno. Tutto ciò ha una ragione ben precisa, le due iniziative, infatti, sono volte a vivere “Le Giornate Europee del Patrimonio 2017.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu





               

“Al Postale” di Armando Cerzosimo, all’insegna del sogno possibile


Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello 

pubblicato il giorno 16 settembre 2017

Alla fine il 14 sera, l’evento “Candele sotto le stelle” rinviato, per l’allerta meteo dell’8 settembre, di lumi se ne sono visti a iosa, lungo il viottolo dell’ entrata, esattamente 41, di diversa altezza e poggiati furbescamente su specchi, che ne hanno moltiplicato l’immagine e poi in vari angoli dell’aia, lo slargo che si apre dopo aver attraversato l’ingresso, arredata da candidi salotti ed arricchita da lampade in vetro lavorato, di varie forme ma tutte atte a diffondere magicamente luce soffusa. Ed è solo l’inizio di questa sorprendente serata a “Il Postale” di Armando Cerzosimo, fotografo- artista in Salerno, ma principalmente creatore di figurazioni da fruire sia in immagini, impressionate su pellicole, che, come in questo caso, da godere sensorialmente. Accorsi in massa schiere di amici ed estimatori si sono trovati a condividere particolari emozioni e fantasie gioiose, come le eteree bolle di sapone, soffiate incorporee sugli ospiti, per dare il benvenuto, più tardi Cristina, virtuosa nel dare forme ad acqua e sapone si esibirà in un vero e proprio spettacolo, sottolineato da musiche pop, con le quali formava e riformava immagini trasparenti. Il clou della serata, però, oltre ad essere di lancio al luogo, presentato dalla voce e il volto di Andrea Volpe, presentatore e speaker radiofonico, ideatore e direttore artistico, del premio “Fabula, appena conclusosi a Bellizzi, è consistito in un evento nell’evento, l’Osservatorio Astronomico di Montecorvino Rovella ha trasferito al Postale, il potente telescopio dal quale si è spiato il cielo punteggiato di stelle e dal pianeta Saturno, appena in tempo ad osservarlo poi ritiratosi nel tramonto. E cosi stelle di nome Vega ed Arturo sono entrate nella cinta magica del luogo, sulle nostre teste, vicine ed accerchiate dal ligustro, dalle palme, dal banano, dallo Jacarande, un girotondo arboreo, visibile se si guarda in su con immaginazione. “Il Postale” dice Armando Cerzosimo, invitato a parlare da Rossella Ciardi, creatrice di eventi, di grande professionalità ed attorniato dai suoi figli Pietro, Nicola ed il piccolo Luca, manca Vittoria, ma è nei paraggi, senza esagerare i suoi gioielli “vuole essere un luogo di sosta, di fermata, per dare vita al respiro senza affanno, al lento andare, una fermata di più sere, così concepite per renderle memorabili, in un luogo esteticamente perfetto.” La stalla costruita nel 1908, spicca all’interno del casale, ma con discrezione, con il suo muro a secco di un rosa sbiadito e le tegole del tetto sulla bassa costruzione, mentre l’interno è quasi austero, di linea essenziale, con i suoi scanni di legno scuro, lungo le pareti, con le travi che s’incrociano sulla testa, poi nello spazio utile, si scorge una leggera leziosità sui tavoli, così come sono adornati da abatjour di vetro, che proiettano su di essi merletti di luce. Vecchi mobili, armadio ad una luce, piccole casse, il camino con la legna accanto, fanno subito famiglia ed anche estesa, come usava un tempo. E si torna all’esterno dove sotto uno spazioso gazebo, di solido legno è stato approntato il buffet. Si brinda contenti, la serata, riuscitissima, ne fa pregustare altre a questi livelli, mentre s’invitano i presenti a suggerire come volersi muovere nello spazio per essere protagonisti essi stessi, di eventi memorabili. Le sorprese non sono finite, il luogo vuole stupire, vuole fortemente, che andando via si senta già l’affezione e la voglia di ritornare e per questo ci regala un sogno: il volteggiare di farfalle luminose, altissime. Le mani a croce delle ballerine sostengono enormi ali con tante lucine iridescenti, i passi di danza con un sottofondo, ahimè più volte interrotto da un guasto tecnico, hanno creato levità, leggerezza, stupore, sicché anche senza musica lo svolazzo si è impresso amabilmente tra chi guardava un sogno ad occhi aperti. Sì, è la favola bella che si ferma nella realtà quotidiana, è ciò che si auspica di donare, d’ora in avanti, “Il Postale”

Maria Serritiello 


Partner dell’evento: Osservatorio Astronomico di Montecorvino Rovella (SA) Prof. Lazzaro Immediata e Antonio Rinaldi esperto astrofilo
Cristina Florio (Kristaball) per spettacolo bolle
Alma Guerrini Event Planner per le farfalle luminose
Giuggiola per la frutta
Flair Home per gli allestimenti
Fortunato Fiorista per i fiori
Cerzosimo per le foto

Breve storia de “Il Postale”
Il Casale nasce di proprietà della famiglia Iemma, titolare dell’omonima Azienda Agricola. La struttura risale agli inizi del ‘900, quando era adibita a stalla di latte numero 4, che produceva il latte destinato al consumo privato della famiglia. Stessa destinazione d’uso mantiene nel passaggio alla famiglia Scaramella, titolare dell’Azienda “La Verdesca”.
Nel 1991 viene acquistata dalla famiglia Cerzosimo, fotografi sin dal 1972, che la ristruttura e la destina a spazio atelier per la posa di propri servizi fotografici. Il nome Postale viene scelto perché, considerata la sua ubicazione, viene immaginata come “stazione di posta” (da cui il nome postale appunto); quel luogo dove il viandante poteva sostare per riposare tra un viaggio e l’altro. Oggi la struttura è incantevole location per eventi e feste private.

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mercoledì 6 settembre 2017

Scritti durante le vacanze e non pubblicati


Archiviate le vacanze 2017, vorrei postare alcuni miei scritti, per lasciarne traccia e non annotati nel blog.


Salta tutto" del salernitano Pierangelo Consoli finalista al Premio Rai " La giara




Quarta opera pubblicata da Pierangelo Consoli "Salta tutto" è un libro che ha partecipato, piazzandosi come finalista, al Premio Rai " La giara" ed al Talent show televisivo Master pièce, quattro anni fa, su Rai tre. Pierangelo Consoli è un giovane scrittore appena trentenne di origine campana(Benevento) ma a Salerno ha svolto la sua infanzia e vive la gioventù. La passione per la scrittura è stata sempre grande e lo è tuttora se lo costringe a svegliarsi all'alba, scrivere pagine per i suoi libri futuri ed andare in tempo utile presso il collettivo Cerchi-lab, una associazione salernitana di giovani creativi che spazia dalla danza, alla musica e alla scrittura. Di suo, Pierangelo Consoli ha un master di sceneggiatura cinematografica per cui "Salta tutto" si svolge a frequenze filmiche ed anche il racconto, racchiuso nelle paginette che costituiscono i 52 capitoli, contribuisce a rendere agevole la lettura. Il giovane scrittore e' colto, le citazioni sono l'evidenza delle sue letture di ragazzo, senza che abbia trascurato la conoscenza del mondo reale che lo circonda. Ed ecco entrare nella sua narrazione citazioni come il cubo di Kubrik, Cesare Cremonini, Franz Kafka (lettere al padre), "nostalgia canaglia" di Albano, Max. Pezzali, Vasco Rossi.
Mario Mortacci, questo è il nome del protagonista del libro, è un uomo di mezza età, quella pericolosa a volte , perché si prova a fare un bilancio degli anni trascorsi e a lui non va proprio bene, sebbene sia un fortunato scrittore di successo di libri per ragazzi " La Saga del giaguaro ".Ha una moglie, Clara, da cui vive separato senza volerle concedere il divorzio, una figlia, Loredana, giovane e disincantata che di tanto in tanto incontra ed una "fidanzata", bella, giovanissima, stupida e senza scrupoli, amica di scuola di sua figlia. Ad intervalli regolari siede sul lettino dell'analista, nella stesura del libro, le conversazioni con lo psicologo sono evidenziate dal carattere corsivo. A lui, Mortacci si rivela com'è, senza veli e giustificazioni e il più delle volte non si accetta, non è soddisfatto della vita che conduce, di quello che scrive, intrappolato com' è dai racconti per ragazzi, non si sente più attratto da Margot, l'oca furba che lo ricatta perché nei racconti ha riversato il suo diario. Insomma si ritrova a cinquant'anni in cui tutti i suoi parametri sono saltati. Nel finale prova a ricomporre il mosaico della sua vita aggrappandosi ai parametri da cui era partito.
Salta tutto ovvero la paura di dover resettare tutto e non aver avuto neanche il tempo di fare un backup tramite il quale potersi rivedere per provare a capire la fonte dei propri errori e poter provvedere ad essi! Niente! Sul confine di un orizzonte che prevede da una parte il niente di un buco nero e dall'altra il persistere di una vita della quale forse non c'è più niente da salvare. Positivo è l'intreccio del racconto, se si pensa alla giovane età dello scrittore così bene orientato alla condizione mentale di un adulto.
Dal punto di vista tecnico-linguistico il testo è scorrevole e significativo per certe rasoiate culturali e critiche, in più punti divertente, ad esempio la descrizione del suo matrimonio e poi precisi i riferimenti di un’epoca il '68, con i suoi feticci. Nel finali alcuni personaggi ed episodi descritti hanno interrotto inutilmente la trama ma considerata la loro funzione si può anche sorvolare e non essere così puntigliosi nel giudizio. Salta tutto si lascia leggere facile e ci piacerà seguire il suo percorso di successo che compirà, se ne può essere certi.

Maria Serritiello
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È' "Salifornia " il corto di Andrea Beluto ad inaugurare il Barbuti Festival di Salerno 


Con la musica ammaliante dei Dires Strates, si sente nitido la risacca del mare e le voci inconfondibili di Brunella Caputo e Davide Curzio, il 3 agosto è stata inaugurata la trentatreesima rassegna del Teatro dei Barbuti, il salotto - teatro estivo di Salerno, voluto fortemente e portato avanti fino a due anni fa, dal compianto Peppe Natella. L'avventura artistica fu iniziata da Lui nel 1983, con un gruppo di amici,dopo che il terremoto dell '80 aveva lasciato vistose ferite nel cuore della città. Infatti dire centro storico, allora , significava mettere in evidenza il degrado dei suoi palazzi fasciati da iuta e transennati, con calcinacci e pietre abbandonate, eppure il "Professore" seppe essere caparbiamente lungimirante, tanto da rendere il Teatro dei Barbuti(così chiamato lo slargo, perché sistemato nella zona longobarda della città e detti barbuti per via della lunga barba) un'attrazione unica che ogni estate e questa volta dal 3 agosto al 9 settembre, sotto le stelle riunisce appassionati salernitani e stupiti turisti. Sulla brochure una fetta di rossa anguria, che, solo a vederla, toglie l'arsura delle serate afose, il giornalista televisivo di Lira TV, Andrea Siano ha scritto e piace riportare parzialmente ciò che ha vergato perché è esattamente quello che tutti pensano del Barbuti Festival " Ci sono pochi luoghi dove puoi sentire il respiro della storia; uno di questi è quello scrigno di vita che tutti chiamano "i Barbuti". S'apre in un  largo come fa il cuore quando si innamora, proteggendo secoli di giorni che si compiono e di notti che si fanno....". L'eco dei barbuti c'era e si sentiva ancora. Un po' Barliario  e un po' demiurgo, Peppe capi' che bisognava lasciare il segno e lo fece, sottraendo quella parte di cuore antico al suo sonno. Arrivo' la musica, si costruì  il teatro, nacque la stupefacente scena naturale che ancora oggi sono i Barbuti la cui voce passata rimbalza nelle notti d'estate, restituendo tutto l'amore della sua bellezza.
Ad inaugurare la stagione è Chiara Natella, che, con coraggio e forza ha raccolto il testimone, superando l'emozione del ricordo paterno. Figlia d'arte, è proprio il caso di dirlo, ha impiegato tutte le sue capacità, mettendo su, anche questa volta, un cartellone di tutto rispetto, il che vuol dire, tra gli altri, Guido Cataldo, Benedetto Casillo, la bottega San Lazzaro, Peppe Barra, e La Compagnia dell'arte con la regia di Antonello Ronga. Fiore all'occhiello, così essa stessa, con Antonello Ronga in scena, ha definito il corto dal titolo "Salifornia" del giovane regista salernitano, Andrea Beluto, pluripremiato e girato per intero a Salerno. Dinanzi ad un folto pubblico che ha occupanti i 400 posti a sedere , più il corridoio d'ingresso ai Barbuti, si è srotolata la trama del l'interessante e metaforico contenuto.
Ciacianiello, pescivendolo del Sud, mal sopporta che, accanto alla sua bancarella, ci sia un negozio di dischi che raccoglie i ragazzi del quartiere e il chiasso giovanile. Frizzy, il gestore del negozio e Fravaglio, fratello minore di Ciacianiello, tentano di fargli capire che non sempre il nuovo e' da demonizzare. Questa la trama che viene spalmata in immagini bellissime, riprese nel centro storico e in altri scorci significativi della città:largo Montone, vicolo delle Fornelle, porticciolo di Pastena, Mariconda con una buona e particolare fotografia. Oltre ai 4 giovani protagonisti, nello short movie, risultano essenziali i visi popolari del centro storico che più rappresentano la città nella sua tradizione e si fa notare la partecipazione straordinaria e amichevole dell'attore napoletano Gianni Ferreri. Andrea Beluto, il regista del corto, di appena 26 anni, Laura triennale al Davimus della Università di Salerno, ha frequentato, un anno, presso la Luiss di Roma un corso di scrittura creativa. Successivamente si è trasferito, per un anno in Norvegia all'Università di Tromso, località a 180 km dal Circolo Polare Artico. Salifornia, che nulla ha a che fare con la parodia, sia pure divertente, dei "Villa per Bene", non è altro che la storica spiaggia di Santa Teresa risistemata dall'Amministrazione Comunale e divenuta una piccola perla, con il legno di cedro del Libano che la ricopre a metà. Nel passato, come oggi, era presa d'assalto dagli abitanti del centro storico e chiamata popolarmente "o chiavicone" per via di un rigagnolo d'acqua che la delimita e scorre verso il mare. Riattata,la spiaggia ha acceso la fantasia dei salernitani e Salifornia, tra i giovani come nel corto, rappresenta il nuovo che avanza. Nei progetti dell'Amministrazione questo è solo l'inizio di una distesa spiaggia che si stenderebbe su tutta la passeggiata del lungomare ed oltre , tanto da somigliare alle spiagge della California. Andrea Beluto che ha vissuto,fuori dalla sua città,conoscendo il nuovo e il diverso, ha sentito il bisogno di ritrovare la sua identità primigenia , girando questo corto nel cuore pulsante della vecchia città. I visi, i vicoli, i suoni, le emozioni, le parole delle antiche pietre, il mare come sfondo, il profumo del pesce venduto da Ciacianiello, la musica rap, le evoluzioni sui skateboard sono tutti elementi che arricchiscono sensorialmente il corto di Andrea che si appresta, a settembre, ad essere presente alla Mostra di Venezia. Si può girare il mondo ma l'accoglienza che si trova nel luogo natio non sarà mai più bella." Tu non sai" dice Ciacianiello a Frizzy,"comme è bello essere pisciaiuolo" bevendo una birra in due al porticciolo di Pastena. Il nuovo che avanza e la tradizione si ritrovano nella espressione finale e s'incontrano nell'animo nostalgico di Andrea e dei tanti giovani che sono costretti ad allontanarsi dalla amata Salerno.

Maria Serritiello
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Il ferragosto del Hotel Elma Park di Casamicciola, tradizione, passione e cuore  

di Ferdinando Bianco





Invano cerchi tra le riga segni di stanchezza sui volti degli indomiti, turista che hai scelto l'Hotel ELMA di Casamicciola per il tuo svago quest'anno. Hanno tirato la carretta per tutta la stagione ma la tradizione vuole che questa giornata sia memorabile per te, turista, e allora non c'è stanchezza che ..tenga! Pur rimaneggiati nel numero e fiaccati dai sudori passati la Giornata ..incombe! Se ne era sentito qualche rumors nella serata precedente per presenze inusuali sulla piscina e sulle terrazze prospicienti! La frennesia era diventata più palpabile a colazione da rispettare come sempre per un pizzico di tarantola che serpeggiava nell'aria. Ognuno aveva qualche cosa da fare in più! Qualche cosa di extra che la Giornata richiedeva! Andava organizzata, a tempo di record e a tamburo battente, il programma molto impegnativo, che gli eventi della serata richiedevano. Era nell'aria una elettricità invisibile ma tangibile che ai turisti non sfuggiva ma che non pesava, anzi quasi avrebbero volentieri, probabilmente, dato una mano se solo avessero saputo quanto la Giornata andava richiedendo per  dare loro un pizzico di piacere in più senza alterare minimamente il ritmo usuale della giornata. La serata inizia con l'aperitivo a bordo piscina alle 19,45, ripeto alle 19,45 andava ripetendo la Gina a tutti i tavoli e relativi ospiti della colazione all'aperto in terrazza. Un mantra il suo che rimbombava nell'aria e preannunciava l'eccezionalità della serata. Seguirà il buffet libero su questa stessa terrazza imbandita a festa è piena di ogni ben di Dio per poi passare all'interno dove saranno serviti il primo e il secondo! Mi raccomando : 19,45! E con questa frase si entrava nel pieno dei preparativi che avrebbero impegnato per circa 20 ore tutte le maestranze dell'albergo! Ma sono andati via due pezzi delle maestranze! E che vuol dire! La festa è festa è va si rispettata. Perciò facendo appello a tutte le energie rimaste sopperiranno quelli che restano. Doppio, triplo impegno e che il divertimento sia con voi. Per fortuna a pranzo rimarranno in pochi è quello sarà il tempo di una lieve ricarica per poi rituffarsi nei preparativi. Riordinare le sale, riaddobbarle, il bordo piscina da organizzare non prima che il buon Peppino (l'uomo tuttofare dalle mille risorse)ha predisposto le luci, la terrazza da reinventare per la parata del buffet con fiori reali, sculture alimentari, il ben di Dio da offrire agli sguardi degli ospiti, il barbecue da attivare per la grigliata di pesce spade mentre in cucina i manovali prepareranno le verdure, i primi, i contorni. Ogni angolo dell'albergo è chiamato a mostrare il meglio di se e fermenterà di attività! E non mancherà della buona musica a saturare il canale uditivo e che seguirà gli ospiti nei loro spostamenti prima a bordo piscina poi nei saloni del ristorante e poi ancora a bordo piscina ad aspettare i romantici del ballo, a farli scatenare a ritmi ora lenti ora sfrenati in attesa che lo spettacolo dei fuochi di mezzanotte completi e chiuda la Giornata per eccellenza. Queste le aspettative che gli eroici della maestranze tutte non vorranno in alcun modo tradire a allora dai col sacrificio h24 a tutto gas! Gina Conte maitre di sala con il suo pugno di eroi Ciruzzo, Firmina, Maiscia, Gaetano, Mario, Francesco tutti uguali per impegno dedizione ruoli(grandi, grandissimi!) sempre pronti a sorridere, alla battuta, alla sobrietà, Alessandro responsabile del bar e della televisione specie se c'è il Napoli, Angelo Polito capo chef in cucina con i suoi silenziosi strenui lavoratori della cucina, dal profilo basso e defilato ma dalla efficienza garantita( non a caso i nomi sfuggono).Fugaci le apparizioni di Francesca e Roberto della reception a controllare che tutto fili liscio mentre il maestro Enzo? Vitale accompagnato da Raffaella scalda gli strumenti e l'ugola per allietare l'evento tutto. Mi raccomando 19,45! E che la festa sia con voi! Questo il resoconto dei preparativi! La realtà dell'evento avrà una sua storia, una sua  biografia storica, la sua aneddotica che altri vorranno scriverne o memorizzarne alcuni aspetti. A festa finita gli ospiti rientreranno nelle proprie stanze e non un plauso, che è un ben accetto plauso accompagnerà il ritorno a casa degli eroi! Un attimo, un pensiero, un ringraziamento poteva starci! E per fortuna ci aveva pensato al ritorno in sala un animo sensibile a ringraziarli in anticipo! Un grazie a quella persona ma un abbraccio affettuoso e grato a quanti si sono prodigati per dare corpo e continuazione ad una idea della tradizione!

Ferdinando Bianco
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  20 coristi del Teatro Verdi si sono esibiti all'Arena del Mare di Salerno 



Proprio una bella serata, quella del 2 agosto scorso, offerta dai 20 elementi del coro del Teatro Verdi di Salerno Si sono esibiti all'Arena del Mare, lo spazio voluto dall'Amministrazione Comunale per i cittadini e per quelli che sostano in città. Salerno, per fondale, offre il suo splendido panorama e come per magia si spalanca dinanzi il "lunato golfo'', il castello d'Arechi illuminato a giorno sulle nostre teste e la luna che sovrintende complice. Alle 21 inizia il bel canto e va avanti fino a mezzanotte con varie richieste di bis. Ad accompagnare i coristi: soprani, mezzo soprani, baritoni, bassi, tenori, al pianoforte, il maestro accompagnatore: Luigi Angelo Maresca. Le note dei brani prescelti sono accarezzate dal tocco magico del giovane maestro, appena trentenne, ma già con esperienze prestigiose, in attivo nel suo curriculum professionale, come quella svolta, sempre  come maestro accompagnatore, alla Scala di Milano ed una recente tournée in Giappone, su segnalazione dell'Accademia musicale della Scala. L'11 agosto sarà presente ad Agropoli per accompagnare con la sua specifica competenza l'opera Elisir d'Amore. Le melodie napoletane famose e le arie da opere, si susseguono tra gli applausi del pubblico. Ad iniziare  è il mezzo soprano Lucia Branda con "Abanera"  tratto dalla Carmen di Bizet, una voce bene impostata e di grande talento, per  continuare, tra gli altri, con Giulia Sensato, Francesca Borrelli, Paolo Gloriante, Rossella Tortora, Ruta Marilena, Terrazzano Annarita, Claudio Corcione, Massimo Rizzo, Sara Vicinanza. Voci soliste  tutte di grande qualità che hanno dato una particolare  e personale interpretazione ai brani prescelti. Un bravo in più va al Maestro Luigi Maresca che ininterrottamente ha accompagnato e valorizzato ,con la sua maestria professionale , gli interpreti della serata. Tutti e 20 si congedano dal pubblico entusiasta, che fa fatica a lasciare l'Arena, con una melodia di valore mondiale "O sole mio". 


Maria Serritiello
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I Concerti di Villa Guariglia in tour ventesima edizione


 

  • Non tutti i mali vengono per nuocere, recita un vecchio adagio, e così si è rivelato l’epurazione dei Concerti di Villa Guariglia, dal luogo dove sono nati 20 anni fa, un format creato e portato avanti con passione e dedizione da Antonia Willburger, un nome, una storia di famiglia, un amore totale per la nostra e sua terra, iniziata dai suoi genitori: Eva e Peter, il notevole artista che s’innamorò della divina costiera, tanto da soggiornarvi, trascurando il Tirolo da dove veniva. Figlia d’arte, dunque, da anni, nel periodo estivo, a cavallo di luglio ed agosto e quest’anno, per la precisione, dal 15 luglio fino al 18 agosto, si adopera per offrire buona musica e spettacoli raffinati. Da tre anni dura l’esilio dalla storica Villa Guariglia, che prende il nome dall'antico nobile proprietario Raffaele Guariglia che la donò nel 1970 all'Amministrazione Provinciale di Salerno e che nel 1943 ospitò il re Vittorio Emanuele III di Savoia.
    L’off limits della villa si è concretizzato in un tour che tocca i luoghi più significativi di Salerno e zone viciniore come: la Necropoli di Fratte, Baronissi, Cava dei Tirreni e il Duomo di Salerno. Così se Villa Guariglia ha una sua storia da vantare che dire dell’Area archeologica etrusco-sannitica di Fratte? O dell’Atrio del Duomo normanno di Salerno? Così come i luoghi prescelti dal comune di Cava dei Tirreni e di Baronissi? La necropoli dell’Area archeologica etrusco-sannitica di Fratte, sicuramente ne ha tratto vantaggio, perché frequentata poco e quasi sconosciuta ai più è meta di affluenza per l’ascolto della buona musica o di altre iniziative messe in programma. Sicché se Vietri chiude le porte ai concerti di Villa Guariglia, per aprirle ad altre manifestazioni, bisogna per forza pensare che la conduzione eccellente del format di Tonia Villburger non è più gradita. Quale possa essere la ragione non è dato sapere o almeno io (n. r) non la conosco. Chi promuove il territorio, come lo fa Tonia, con signorile grazia e competenza capillare, non dovrebbe essere osteggiata.  Ma tant’è!
    Grazie alla Lady di Ferro e grazie a tutti quelli che hanno concorso a che la ventesima edizione potesse vedere la luce: Comune di Salerno, Consiglio regionale della Campania, Comune di Cava de’ Tirreni, Comune di Baronissi, Ente Provinciale del Turismo, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, Conservatorio Musicale Salerno “Giuseppe Martucci”, Afam, Coldiretti Salerno, Campagna Amica, Amici dei Concerti di Villa Guariglia.  accompagnata dalla grazie e dall’ eleganza di Concita De Luca nella presentazione delle serate. Attendiamo la 21° edizione…
    Maria Serritiello
    Programma
    Programma dei Concerti d'Estate a Villa Guariglia 2017
    SALERNO, LIBRERIA MONDADORI
    Giovedì 13 luglio, ore 18.30
    PRELUDIO NOIR
    de I Concerti di Villa Guariglia
    Porto delle Nebbie
    Presenta Notti Oscure Antologia di racconti
    a cura di Leonardo Di Lascia

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Sabato 15 luglio, ore 19.00
    PRELUDIO NOIR
    Presentazione di libri di letteratura gialla e noir
    a cura dell'Associazione Porto delle Nebbie
    ore 21.00
    Ingresso gratuito
    QUARTETTO BOLLING
    Conservatorio Statale di Musica  “G. Martucci” di Salerno

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Martedì 18 luglio, ore 21.00
    Ingresso euro 5,00
    MARCO DE GENNARO
    ENJOY 4TET
    Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno

    CAVA DE’ TIRRENI, PIAZZA DUOMO
    Mercoledì 19 luglio, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    IN A GIPSY MOOD 4TET
    Massimo Barrella, Osvaldo Costabile,
    Peppe Plaitano, Marco Cuciniello

    SALERNO, ATRIO DEL DUOMO
    Giovedì 20 luglio, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    Recital pianistico di ANNA BULKINA
    Vincitrice del Premio di esecuzione pianistica “A. Napolitano - Città di Salerno” 2016

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Venerdì 21 luglio, ore 21.00
    Ingresso euro 5,00
    Corpo - SA - mente JUNIOR COMPANY BALLET
    Liceo Coreutico Statale Alfano I
    Dirigente Scolastico Elisabetta Barone
    Regia Annarita Pasculli
    Supervisione M° Massimiliano Scardacchi

    CAVA DE’ TIRRENI, PIAZZA DUOMO
    Domenica 23 luglio, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    Il blues di FRANCESCO PIU TRIO
    in collaborazione con Campania Blues Festival

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Lunedì 24 luglio, ore 21.00
    Ingresso euro 8,00
    LATIN JAZZ SIMONE SALA TRIO feat. FLAVIO BOLTRO

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Martedì 25 Luglio, ore 21.00
    Ingresso euro 5,00
    “NAPULE E’ NA CANZONA”
    Don Michele Pecoraro, voce e il suo ensemble

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Mercoledì 26 Luglio, ore 19.00
    PRELUDIO NOIR
    Presentazione di libri di letteratura gialla e noir
    a cura dell'Associazione Porto delle Nebbie
    ore 21.30
    Ingresso euro 10.00
    DANILO REA meets Dario Deidda & Amedeo Ariano
    Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Giovedì 27 Luglio, ore 21.00
    Ingresso euro 5,00
    I MUSICASTORIA in Spasiba
    Concerto di solidarietà per l’orfanotrofio di Zhodino, Bielorussia

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Venerdì 28 Luglio, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    ISOLA. READING DI POESIA (prima edizione)
    a cura di Francesco Iannone in collaborazione con Associazione Marco Amendolara Aperitivo e Musica

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Sabato 29 Luglio, ore 19.00
    UN’IDEA DI TEATRO. LA SCENA TRA EDITORIA E TERRITORIO
    a cura di Pasquale De Cristofaro
    in collaborazione con Corpo Novecento
    ore 21.00
    Ingresso euro 8,00
    I TROMBONISTI ITALIANI

    AREA ARCHEOLOGICA DI FRATTE
    Domenica 30 luglio, ore 21.00
    Ingresso euro 8,00
    PAOLO PALOPOLI 4TET
    Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno

    BARONISSI, PARCO DEL CILIEGIO
    Lunedì 31 Luglio,  ore 21.00
    Ingresso gratuito
    SIMONA DE ROSA 4TET feat.DANIELE SCANNAPIECO
    CAVA DE’ TIRRENI, PIAZZA DUOMO
    Mercoledì  2 Agosto, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    THE MARTUCCI SISTERS & CARLO LOMANTO: Vocal Harmonies

    CAVA DE’ TIRRENI, PIAZZA DUOMO
    Domenica 6 Agosto, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    ESPEDITO DE MARINO, chitarra
    GIANNI MARCELLINI, mandolino

    CAVA DE’ TIRRENI, PIAZZA DUOMO
    Venerdì 11 Agosto, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    ENARMONICI
    a cura dell’Associazione Musicale Il Tempio della Musica

    SALERNO, TENUTA DEI NORMANNI
    Via Giovi Bottiglieri, 64
    Giovedì 17 Agosto, ore 21.00
    Ingresso euro 10,00
    CHRIES CAIN and LUCA GIORDANO BAND
    in collaborazione con Campania Blues Festival

    BARONISSI, PARCO DEL CILIEGIO
    Venerdì 18 Agosto, ore 21.00
    Ingresso gratuito
    FRANCESCO CITERA 4TET
    Music Around The World