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giovedì 28 aprile 2016

A Sonia Nardiello è stato dedicato il concerto all’Archivio di Stato di Salerno



Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

E’ stato un concerto particolare, quello del 19 aprile scorso, all’Archivio di Stato di Salerno, dedicato a Sonia Nardiello, funzionaria dell’Archivio stesso. La mestizia è calata sui presenti, come un manto di lutto, nel ricordare chi frequentava con assiduità gli eventi musicali, tutti di ottima esecuzione e che si susseguono, grazie all’Associazione Culturale Cypraea, di Salerno e Provincia che li promuove. Avrebbe compiuto 51 anni la dolcissima Sonia, appassionata di musica, se non se ne fosse andata prematuramente, un anno fa, a far compagnia agli angeli. Era stata proprio Lei, anni addietro a mettere a disposizione, la bella Sala Bilotti dell’Archivio di Stato, per l’Associazione Culturale Cypraea. La presidente per Salerno e Provincia, la Prof.ssa Pina Gallozzi, unitamente alla famiglia della giovane, promuovendo il concerto di tre valenti pianisti: Alessandra Greco, Enrico Vigorito, Marina Rosato, hanno inteso così commemorarla, nel giorno del suo compleanno.
La sala Bilotti, affollatissima di persone, accorse al richiamo affettivo che li legava a Sonia, ha riecheggiato di fluide note di autori eccellenti e conosciuti come: F. Chopin, M. Ravel, F. Liszt, S. Prokofiev, C. Wieck,  Granados.
I giovani pianisti hanno eseguito
                                     Enrico Vigorito
  F. Liszt,: Am rhein im schonen strome
  S. Prokofiev: Sonata n:5
                                   Alessandra Greco
F. Chopin: Due Notturni op 27
M. Ravel: Sonatina
                                      Marina Rosato
C. Wieck: Mazurka e Notturno
Granados: Allegro de Concierto
Scorrono veloci, le abili mani, dei tre artisti, sui tasti e note appassionate si ascoltano, un fluido energetico passa dall’uno all’altro dei presenti assieme al ricordo di chi non c’è più. L’esecuzione perfetta dei giovani talenti hanno reso il concerto doppiamente ricordevole.
Un ramo bianco di ciliegio su di un cielo azzurro, su cui c’è scritto il nome con impresso il volto di Sonia, un post fisso, emanato dal pc, ingigantito e proiettato sul fondo, mentre a lato del pianoforte, un fascio di fiori bianchi stanno a ricordare la sua giovinezza.
 
Maria Serritiello
 
 

Al Caffè dell’Artista di Salerno con Geppino Lauriello si parla di “Las Tunas de Espagna”



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Il dottor Geppino Lauriello al Caffè dell’Artista di Salerno, è di casa e le sue performance sono sempre di buon livello, così l’ultima del 4 aprile scorso. L’argomento della serata, le Tunas spagnole, ha vivacizzato la sala, stracolma di persone, il dottor Lauriello ha un seguito da star, sicuro che ogni suo intervento apporta nuova conoscenza. Ed ecco che la Spagna con il suo coloritissimo folklore è entrato nella sala Moka, dove si riuniscono gli iscritti ogni lunedì, invadendola con le belle immagini e i coloratissimi filmati, che Geppino Lauriello, collaborato dal suo fedele amico, Mimmo Pagliara, ha sapientemente raccolto.
La Spagna, come tutti sanno, è una terra ricca di tradizioni e di folklore, con manifestazioni belle e toccanti, tra queste meno note, ma non per questo meno deliziose e trascinanti, sono le tradizioni goliardiche che ancora animano le Università spagnole e che, portate sulle strade, suscitano allegria e coinvolgimento nelle migliaia di turisti che incontrano con la loro vivacità e il loro brio. Si tratta della tunao estudiantina, un’istituzione studentesca universitaria spagnola di carattere culturale, espressione di giovanile ed esuberante folklore ispanico, che mantiene viva la tradizione ereditata dagli antichi scolari spagnoli e clerici vagantes del XIII secolo.
 La tuna è formata da un complesso musicale di giovani studenti universitari (ma oggi anche di maturi professionisti amanti della melodia e delle tradizioni e animati da gagliardo spirito giovanile), studenti che, indossando l’abbigliamento medievale ordinario dei loro antichi colleghi e riuniti in gruppo, cantano e suonano, girando per piazze e città,  borghi e villaggi, sotto i portici di vetusti palazzi, nei parchi e nei teatri e come anche nelle severe aule universitarie, portando dovunque una ventata di allegria e di spensieratezza, la stessa che ha aleggiato nella sala e che ha fatto cantare le belle melodie, di quelle conosciute, alle signore.
 
Maria Serritiello
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Cena spettacolo al C.C.C. Francavilla di Salerno

Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Sabato 2 aprile al C.C.C. Francavilla, presso Casa Ruggiero di Via Lungomare Colombo, 23 Salerno, si è insediato di nuovo il Jazz e con esso la voglia di fare aggregazione. Tante le persone ad assistere alla bella performance della Hot Jazz Band Salerno di cui i nomi:
Paola Forleo – voce
Antonio Cavaliere – piano
Mario Pironti –basso
Enzo Negro –batteria
Sergio Squitieri- sax
Giorgio Puljizevic-tromba
Uno spettacolo di ottimo livello, graditissimo dai presenti, consapevoli che pochi locali offrono musica live di buona qualità. I brani eseguiti, tutti apprezzabili per notorietà e peresecuzione, hanno accompagnato la conversazione e l’ottima cena approntata da Francesco Stanzione del RistoPab “Delirium”. Come sempre avviene per le serate Jazz, allo spettacolo di prima serata, si aggiunge la Jam Session che aggrega musicisti di gran pregio: Leo Aniceto (piano), Umberto Amighetti (voce), Martina Nappi (voce), Salvatore Negro (sax). Musica ed il jazz è il più adatto ad essereil collante preferito per stare insieme in serena e sana allegria come, per l’appunto, le serata al C.C.C Francavilla.
 
Maria Serritiello
 
 

L’Associazione culturale Cypraea tra versi e musica al Circolo Canottieri di Salerno



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di Maria Serritiello

Una bella intuizione quella dell’Associazione Culturale Cypraea, sezione di Salerno e Provincia, Presidente Pina Gallozzi, che da anni porta avanti il discorso dei giovani talenti, in special modo musicali, organizzare il Festival della Poesia dei Giovani, II edizione. La serata del 5 aprile scorso, affollata di presenze che di cultura, a largo raggio, si nutrono, come ad esempio Elena Ostrica Presidente Centro Artisti Salernitani,di Pina Sozio vicepresidente della suddetta associazione ed ella stessa poetessa dialettale, oltre che in lingua,ha ospitato i poeti: Mariano Ciarletta, Chiara Ripoli, Melania Scarpa, Antonio Verolino, Umberto Vigorito. A condurre la serata, affiancando l’infaticabile Pina Gallozzi, in modo impeccabile, socializzando il pensiero e la poesia dei giovani autori, da ottimo affabulatore,il Prof. re Franco Bruno Vitolo, critico letterario. La serata è stata allietata oltre che dai versi dei giovani poeti, a cui va il nostro plauso, per la dedizione alla nobile arte, dai musicisti Gianluca Buonocore(pianista):Allegro con brio, sonata 47,di Muzio Clementi,Margherita Rispoli (soprano)Ave Maria  (F. Schubert,Vincenzo Merola (Violinista): Sonata n. 1 – Adagio (J.S. Bach e Sonata n. 1 – Giga (J.S. Bach),  Margherita Rispoli (soprano):   Me voglio fa’ ‘na casa (di Gaetano Donizetti eQuel guardo il cavalcar (di Gaetano Donizetti, da Don Pasquale). Una serata perfetta, un angolo di arcadia trasferito al Circolo Canottieri Irno, dove è il mare azzurro, uno squarcio d’incomparabile bellezza, a fare da sfondo a ogni evento ospitato

Maria Serritiello
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" 1861! La brutale verità” ultimo lavoro in concorso al Festival Teatro XS città di Salerno, ottava edizione




Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

L’ultima rappresentazione in concorso, al Genovesi di Salerno, per il Festival Teatro XS, domenica 10 aprile è stata " 1861! La brutale verità ", tratto dall'omonimo libro di Michele Carilli, elaborato per il teatro dallo stesso autore e spettacolarizzato dalla Compagnia "La Nuova Rivoluzione" di Reggio Calabria.
La scena si apre scura, sulla sinistra quattro croci scarne a fungere da appendiabito, per le quattro voci, dai timbri completamente diversi, a stigmatizzare i vinti ed i vincitori. Gabriele Profazio, voce narrante della pièce coinvolgente, per essere la nostra storia, presta all’uopo, di volta in volta il corpo e il timbro opportuno. Ora è Franceschiello, il Re delle Due Sicilia, sfilando la giubba militare gallonata dalla gruccia, ora è uomo di giustizia, indossando la toga nera, il colore è già presago di torbide sentenze ed ancora dei mitici bersaglieri, i valorosi piumati della Breccia di Porta Pia, ecco la testimonianza di uno di essi, con la parlata strascicata del settentrione, sulle malefatte perpetrate ai danni dell’inerme popolazione. Un brutto periodo storico questo in esame, che continua ad essere narrato attraverso uno dei tanti deportati nei campi di concentramento, maglietta sdrucita, pantalone leggero e null’altro addosso per ripararsi dal freddo secco e bruciante di Fenestrelle, in Val Chisone, detta anche la grande muraglia piemontese. Davanti alle croci-stampelle, una sedia anonima a dare riposo al narratore nei momenti in cui si fanno più tristi le preoccupazioni dei suoi paesani. Più in là due musici, Alessandro Calcaramo e Mario Lo Cascio, con lucidi strumenti, chitarre, bouzouki e percussioni, consapevoli di partecipare ad una condizione di scippi subiti, di storture patite e di morti annunciate. Sono fissi sulla scena, quasi pietre dolenti e musiche pur essi, mentre più in là, discosta, una voce femminile, ogni volta, si fa suono, ritmo, dolore, pianto, lamento, preghiera, rimpianto, nostalgia, amore. Tutta la sua terra, la Calabria, è là nella sua voce e lei è Marinella Rodà.
“1861 La Brutale verità” è quella che non conosciamo, perché la storia la scrivono i vincitori, la realtà, a quel tempo, fu ben altra e non la si è letta sui libri scolastici. Garibaldi, prima, e l'esercito torinese, dopo, fecero alla popolazione del Regno delle Due Sicilia, in nome dell’Unità d'Italia, decisa in alto loco, ma tutta sulla testa di chi poco o niente aveva a che spartire con le loro istanze, “quello che i nazisti fecero a Marzabotto, tante volte per anni e che nelle rappresaglie si concessero la libertà di stupro sulle donne meridionali, che i fratelli d’Italia ebbero diritto di saccheggio delle città del sud, che praticarono la tortura e che la loro ferocia unita alle stragi, a detta di un ex garibaldino, in parlamento, fu paragonabile a Tamerlano, Gengis Khan ed Attila (Pino Aprile- Terroni )”.
Uno spettacolo, quello assistito, tutto teso ad impattare la verità storica e la musica e i canti inseriti, ne ingentiliscono dolorosamente il racconto che, non è volto ad inselvatichire gli animi, né tanto meno a far questione sull’opportunità o meno dell’Unità, ma sulle modalità usate certamente sì. La narrazione ci consegna dati che rivelano quanto è stato grande il tributo pagato dal meridione in termini economici, ad esempio si apprende che nelle province napoletane e in Sicilia, il numero dei poveri erano poco più di centoventimila, ovvero l’1,40% della popolazione e che trattasi di una percentuale in linea con gli altri stati preunitari. Il Sud non era più povero degli altri, anzi la forza lavoro rappresentava il 51% sull’intero totale, le 5000 fabbriche di varie dimensioni dava agli occupati del Sud, un sostanziale benessere. Nella rassegna internazionale di Parigi del 1856, il Regno delle Due Sicilie si aggiudicò il terzo posto in Europa, dopo l’Inghilterra e la Francia, per sviluppo industriale. L’Opificio Reale di Pietrarsa, la più grande fabbrica d’Italia era l’unica in grado di costruire motrici navali, oltre a possedere la tecnologia idonea alla costruzione di binari ferroviari. Il primo vascello a vapore del Mediterraneo, il Ferdinando I, costruito proprio nel Regno delle Due Sicilie, fu anche il primo al mondo a navigare in mare aperto. Il cantiere di Castellammare di Stabia era il primo per grandezza del Mediterraneo e nel quale furono costruite due navi scuole, ancora oggi vanto per il nostro paese: la Cristoforo Colombo e l’Amerigo Vespucci. La flotta mercantile del Regno era seconda solo a quella inglese e quella militare solo a inglesi e francesi. Tutta l’area meridionale si apprende, tra le tante evidenziate dalla voce pacata e ferma di Roberto Profazio, era, in tutti i campi, ricca di tali eccellenze da competere con le forti nazioni di allora, dal che si capisce il perché della bieca operazione invasiva fatta dai piemontesi. Ed anche il brigantaggio, considerato dai testi ufficiali, un grave fenomeno d’insubordinazione, acquista significato di riscatto, dignità e difesa del proprio territorio.
75 minuti di scena per raccontare l’invasione subita, perché di essa si tratta e non di pacifica annessione, dal popolo meridionale, per riscoprire identità ed orgoglio, soffocati dalle falsità dell’oppressore. La storiografia ha occultato per troppo tempo la verità perché non si poteva consentire che il popolo “liberato” si opponesse al proprio liberatore.
Un lavoro eccellente “1861 la brutale verità”, un pezzo teatrale ben dosato tra verità storiche, ancora sconosciute ai più e musica dolce, dolente che la voce profonda ed espressiva di Marinella Rodà ne ha esaltato i momenti salienti, la dolenza della sua voce, infatti, ricorda in più punti, Amalia Rodrigues, la celebre cantante di fado portoghese.
Raccontare la storia del Risorgimento in teatro, l’avevano già fatto, nel 1961, Garinei e Giovannini, con la commedia musicale “Rinaldo in campo”, per il centenario dell’Unità d’Italia, ma che differisce da “1861 la brutale verità”, per essere una storia romanzata ed a lieto fine, senza nessuna denuncia sociale e senza nessuna conoscenza che potesse riequilibrare, almeno moralmente, il torto subito da intere popolazioni. Degno di lode, Michele Carilli, autore e regista, esso stesso, per l’operazione culturale di recupero storico e per l’impegno profuso nella ricerca.
Regia: Michele Carilli, Lorenzo Praticò
Musica e Testi: Mattanza Michele Carilli
Mixer Audio/luci:Carmelo Lopresto
 
Maria Serritiello
 
 
 

“Mixarte di Primavera”, all’Arco Catalano di Via Mercanti Salerno


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Si è concluso domenica 10 aprile scorso, all’Arco Catalano di Via Mercanti Salerno, l’evento “Mixarte di Primavera”, organizzato dal Centro Artisti Salernitani, Presidente la Prof.ssa Elena Ostrica e l’Associazione Culturale EducArti. Una full immersion nell’arte tra pittura e poesia, con un programma fitto d’incontri ad iniziare dalla serata inaugurale nella quale sono intervenuti Arch. Ruggero Bignardi e la Prof.ssa Nunzia Clarizia, in funzione di critico d’arte, per proseguire nei giorni successivi con varie attività. Molto interessante la conferenza tenuta dalla Preside Antonella Sparano Ristori sulle “Problematiche esistenziali nella poesia contemporanea”, ospite della serata Eva Avossa, Assessore alla Pubblica Istruzione.
La poesia, in più serate, ha fatto sentire la sua voce con i poeti:
Lello Allegretti, Ferdinando Bove, Anna Ciufo, Loretta Conte, Antonio Di Riso, Violetta Dulcheva, Rosalba Fieramosca, Maria Luisa Mignone, Elena Ostrica, Vittorio Pesca, Antonio Russolillo, Pina Sozio, Antonella Sparano, Rosmina Viscusi, Franco Bruno Vitolo.
Non è mancata la buona musica nelle varie serate, suonata da appassionati artisti quali Mimmo Di Salerno e Antonio Alfano.
Maria Serritiello
 

All’Archivio di Stato di Salerno la musica è di casa





Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


Prova di forza, di bravura, di entusiasmo e grazia tutta giovanilmente adolescenziale, nella sala Bilotti dell'Archivio di Stato di Salerno, il giorno 12 aprile, per la bella consuetudine a cui ci ha abituato l'Associazione Cultura Cypraea della nostra città. Le performance pianistiche, perfette, di Federica Sorrentino, prima, e Maria Rosato, poi, hanno confermato che la passione, applicata allo studio, forma delle eccellenze. E’ questo il caso delle due giovanissime artiste che, in una sala gremita di appassionati, hanno eseguito due impegnativi programmi, che si riportano di seguito:
Federica Sorrentino - pianista
L.v. Beethoven Sonata op.81A " Les adieux"
F. Chopin Studio op.10 n.12

Maria Rosato - pianista
Liszt-Schumann: Widmung
- Chopin: Ballata op. 47
- Martucci: Notturno op. 70 n. 1
- Martucci: Tarantella op. 44

La bravura e l’impegno assoluto di entrambe hanno regalato ore di puro godimento. Brava la Presidente dell’Associazione Culturale Cypraea di Salerno e Provincia, la Prof.ssa Pina Gallozzi, a proporci, a selezionare giovani talenti ed a diffondere cultura musicale.
*** Per conoscere meglio gli artisti
Maria Rosato - pianista
Nata a Caserta nel 1991, intraprende all’età di 8 anni lo studio del pianoforte. Nel 2010, si iscrive presso il conservatorio “G. Martucci” di Salerno, dove nell’ottobre 2015 consegue la laurea di secondo livello in pianoforte ad indirizzo solistico con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida del M° Giuseppe Squitieri.
Ha partecipato a diversi concorsi pianistici nazionali ed internazionali come solista, riportando il terzo premio al concorso nazionale del Coordinamento femminile “Le Acli” di Santa Maria Capua Vetere nel 2002, 2003, 2006 (primo e secondo premio non assegnati) e al concorso Vallo di Diano di Sala Consilina nel 2015; il secondo premio al concorso internazionale di Mercato San Severino nel 2012, 2014 e al concorso europeo “Jacopo Napoli” 2014 (primo premio non assegnato); primo premio al concorso internazionale di Mercato San Severino 2013, al concorso europeo “Jacopo Napoli” di Cava De’ Tirreni 2013, al concorso nazionale “Antonello da Caserta” 2014 e al concorso “Smaldone” di Angri nel 2016, vincendo in quella occasione il premio speciale per la migliore esecuzione di un pezzo di scuola napoletana. Inoltre, si è aggiudicata il primo premio nella sezione pianoforte a quattro mani e nella sezione musica da camera al concorso “Jacopo Napoli” di Cava De’ Tirreni 2015.
Ha tenuto concerti in qualità di pianista solista in occasione di numerose manifestazioni presso la Chiesa dei SS. Rufo e Carponio di Capua, presso il Teatro Don Bosco e Teatro Parravano di Caserta, alla Pinacoteca comunale, al Circolo Canottieri, all’Archivio di Stato di Salerno per l’associazione Cypraea, alla Sala Brengola di Cava De’ Tirreni in occasione dei concerti del conservatorio, presso l’ Hotel Saturday nell’ambito della manifestazione “Sarno, città da vivere”, presso il Palazzo Serra di Cassano di Napoli e la Mostra d’Oltremare, in occasione della manifestazione “Pianocity” di Napoli come rappresentante del conservatorio di Salerno.
Inoltre, è risultata vincitrice della borsa di studio come pianista accompagnatore per le attività di produzione presso il conservatorio di Salerno per l’a. a. 2011/2012.
 Si è esibita in qualità di pianista accompagnatore al Giffoni Film Festival (2011, 2012), alla Sala Brengola e al Palazzo di città di Cava De’ Tirreni, a Villa Doria di Angri, alla Sala Rossa del Casinò sociale di Salerno, al Belvedere di San Leucio, al Circolo Canottieri di Salerno, al Teatro Augusteo di Salerno, in occasione di numerosi concerti del conservatorio e della manifestazione “Erasmus on stage”, presso il Centro Sociale di Montoro accompagnando in uno spettacolo inedito il mezzosoprano Patrizia Patelmo.
Nel luglio 2012 è stata maestro accompagnatore al pianoforte ufficiale durante il corso di formazione e perfezionamento in canto lirico, organizzato dall’ “Opera Singers Summer Masterclass”, tenendo in quell’occasione concerti al Chiostro di San Francesco di Sorrento, a Villa Fondi di Piano di Sorrento e presso il Convento di Santa Maria della Lobra di Massa Lubrense.
Successivamente è stata maestro accompagnatore ufficiale presso il concorso “Antonello da Caserta”, concorso “Leopoldo Mugnone” di Caserta e alla masterclass in canto lirico tenuta dal M° Laura Cherici.
Nel 2015 ha preso parte alla produzione “La serva padrona” di Antonello Mercurio, in qualità di maestro alle luci presso il teatro Verdi di Salerno.
Inoltre vanta di collaborazioni con l’orchestra del conservatorio di Salerno in qualità di cembalista.
Ha partecipato in qualità di allievo effettivo alle Masterclass dei Maestri: Bruno Canino, Francesco Libetta, Pasquale Iannone e Sergio De Simone.
Attualmente è iscritta al Biennio Specialistico in pianoforte ad indirizzo cameristico presso il conservatorio “G. Martucci” di Salerno, nella classe di pianoforte del M° Giuseppe Squitieri e di musica da camera del M° Michela Trovajoli e all’Accademia musicale pescarese, dove segue corsi di perfezionamento con il M° Pasquale Iannone. Inoltre collabora con numerosi docenti come pianista accompagnatore
 
Maria Serritiello
 
 
 

mercoledì 27 aprile 2016

Ben detto assessore Mimmo De Maio, architetto





Per coloro che come Grillo hanno il "mugugno" incorporato e non guardano al di là del proprio naso.

LEGGO DA F,B L'AMAREZZA DELL'ASSESSORE ALL'URBANISTICA MIMMO DE MAIO E OSPITO SUL MIO BLOG I SUOI CHIARIMENTI.

 TANTO LO SO, DOMANI O FORSE SUBITO, GLI STESSI LAMENTERANNO ALTRE QUISQUIGLIE BUGIARDE, PERCHE' SENZA QUESTA PRATICA GIORNALIERA NON SONO NESSUNO ED IL LORO MOTTO E' "FACIMME AMMUINA"DI REGIO DECRETO MAMORIA.  (sema)


Non nascondo di aver provato - nel mentre eravamo impegnati ad illustrare al alcuni giornalisti francesi il senso dell’opera di Zaha Hadid nel contesto di Salerno, della Campania e del sud Italia - un pizzico di amarezza nell’aver letto alcune considerazioni su presunti disservizi della stazione marittima. Preciso allora che:
1) La stazione marittima è rimasta chiusa per due giorni per consentire gli interventi necessari alla ripulitura delle aree aperte al pubblico (si sono... contati circa tremila ingressi), per perfezionare il percorso tattile e per ultimare passaggio di consegne alla Stazione Marittima S.P.A. che la gestirà in questa prima fase.
2) da domani, giovedì, la struttura sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 7.30 alle ore 13.30 per poi arrivare, a breve, all’apertura anche pomeridiana dalle ore 15.30 alle 19.
3) Oltre al servizio informazioni saranno gradualmente attivate tutte le altre funzioni.
4) Non esiste alcuna barriera architettonica: i diversamente abili hanno a disposizione rampe, ascensori e percorsi interni.
5) Abbiamo voluto l’installazione dei nastri trasportatori in quanto Salerno dovrà continuare a fungere da porto di imbarco/sbarco di passeggeri, quindi di inizio/fine crociera.
6) La stazione marittima è immediatamente fruibile dalle navi da crociera compatibili con l’attracco al molo Manfredi.
Mi auguro che, di fronte alla incomparabile bellezza di un'opera che tutto il mondo sta celebrando, i pezzi più retrogradi della comunità salernitana inizino finalmente a scrollarsi dalle menti la logica del provincialismo ed a guardare allo sviluppo urbanistico della città senza  pregiudizi. Proprio come ha invitato a fare il Premier Renzi.


                             

                              
                                
                                    



                              

martedì 26 aprile 2016

Quando il vino si fonde con l’arte: presentata a Salerno la VII edizione di VinArte




Fonte: salernonotizie.it
Dall’amore per l’Arte, alla passione per i vini e dal forte sentimento di appartenenza al territorio, nasce «VinArte», kermesse enogastronomica, organizzata dall’Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas, con il patrocinio del Comune di Salerno, della Provincia di Salerno, della Presidenza del Consiglio della Regione Campania, in collaborazione con il Museo Città Creativa di Ogliara. La manifestazione promuove l’Arte, dando vita ad una esposizione di opere di artisti affermati ed esordienti e promuove il Vino, con degustazione delle eccellenze vitivinicole del territorio e creazione di laboratori; un inno al vino come opera d’Arte e all’Arte come mezzo per comunicare il vino, il tutto in una  nuova edizione tutta da vivere e gustare.

Martedì 26 Aprile presso la Sala del Gonfalone al Palazzo di Città di Salerno si è tenuta la Conferenza di presentazione della VII edizione di VinArte prevista da sabato 30 aprile a sabato 7 maggio, nell’incantevole cornice del Complesso Monumentale di Santa Sofia, nel centro storico di Salerno. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 22.00 e la degustazione di vini e prodotti sarà possibile nei giorni 30 Aprile, 1 Maggio, 7 Maggio dalle ore 18,30 alle ore 22,00.




Alla conferenza stampa, moderata dalla giornalista Claudia Izzo, hanno preso parte:
-il Sindaco di Salerno ff, Vincenzo Napoli,
-Ermanno Guerra, Assessore alla Cultura e Università, con delega al Turismo,
-Michele Caprio, Presidente Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas,
-Anna Macrini, Storico dell’Arte, curatrice della mostra degli Artisti VinArte e del relativo Catalogo
-Michele Amato  Gourmet Selezionatore – Ambasciatore del Gusto – Responsabile di Cantine & Food   VII edizione VinArte.
– Claudio Carbone, Presidente Associazione “Colori Mediterranei”, organizzatore del VII Concorso Nazionale Fotografico “Città di Salerno” dal titolo “Il mio mondo”.
-Fabio Troisi, Presidente dell’Associazione “Salerno la Voce in capitolo”, organizzatore del  convegno “Terrorismo Globale: tra Passato e Presente”. Il caso “Salerno”, l’evoluzione del fenomeno, la minaccia ISIS” e promotore della campagna di sensibilizzazione per la riqualificazione di Piazza “Vittime del Terrorismo”.
-Giovanni Pipolo, Presidente Associazione Assaggiatori Associati – Capo Panel Camera di Commercio di Salerno.
-Antonio Perotti  Designer, ideatore della retrospettiva dell’artista  Lino Vairetti, leader degli Osanna, e della mostra dei disegnatori storici  della Scuola Salernitana di Fumetto.
-Ester Andreola, Dirigente Scolastico Liceo Sabatini-Menna, coinvolto nella realizzazione del Bando di Concorso per l’ideazione e la creazione del logo brand  “VinArte”
-Anna Rita Carrafiello, Dirigente Scolastico dell’IIS Santa Caterina da Siena – Amendola, i cui allievi saranno impegnati, all’interno di VinArte, in tirocini formativi nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro.
-Pino Adinolfi, titolare di Botteghelle 65, location dei laboratori di degustazione vini per la VII edizione VinArte
– Fiorenzo Benvenuto titolare del ristorante gourmet “Vinile”, location d’eccezione de “I sapori del Cilento in abbinamento con i vini del territorio”, evento VinArte, nell’ambito della manifestazione “Terre di Sapori” a cura degli Chef Angelo Borghese e Giovanna Voria. Le cantine della serata, Verrone Viticoltori e Colle san Biagio, saranno presentate da Nevio Toti, delegato AIS Salerno. A coordinare la serata il gourmet Michele Amato.

 

 


Ci guidava la passione VI edizione





COMUNICATO STAMPA
Ci guidava la passione 2016
28 aprile 2016
Circolo Arci Mumble Rumble – Via Loria 35, Salerno

A pochi giorni dal 25 aprile, la VI edizione della manifestazione “Ci guidava la passione” guarda agli ultimi tra gli ultimi: quel popolo Rom da sempre oggetto di intolleranza, persecuzioni e genocidi.
Tra le più antiche e radicate minoranze d'Europa, i Rom sono per i più un’entità tanto ignorata e fraintesa da farne perfetti capri espiatori sociali.
A restituire l’identità di una cultura millenaria tramandata nella quotidianità è Santino Spinelli attraverso il suo libro “Rom, questi sconosciuti”, edito da Mimesis, con la prefazione di Moni Ovadia.
Giovedì 28 aprile, presso il Circolo Arci Mumble Rumble, con inizio alle ore 19:30, l’autore - rom italiano, musicista, compositore, poeta, saggista e docente universitario - ne approfondirà i temi in un dialogo aperto con il pubblico per sfatare retrivi luoghi comuni e fornire un accesso privilegiato a storia, lingua, arte e cultura della minoranza etnica dei Rom, presente in Italia fin dal 1400.
Sarà, inoltre, proiettato il film documentario “Alexian, un artista Rom”, di Paolo Bonfanti, che pone l’accento sul percorso artistico e personale di Santino Spinelli.
In conclusione La Compagna di Jones, gruppo di giovani musicisti salernitani, proporrà un omaggio ai cantautori italiani, da Pierangelo Bertoli a Fabrizio De André, da Francesco Guccini a Roberto Vecchioni, passando da Gang e De Gregori.
L’iniziativa, che rientra nei progetti stabili dell’Associazione Daltrocanto, è a ingresso libero e gratuito.



 

giovedì 21 aprile 2016

Ritorna il Metrò del Mare. Da luglio 4 linee uniranno il Cilento alla Costa d’Amalfi, Salerno e Napoli





Fonte: Amalfi notizie

Si chiama Blu Club ed è il progetto che la Regione Campania ha messo in campo per garantire i collegamenti estivi via mare. Voluto dall’assessore al turismo Corrado Mattera e finanziato con fondi regionali provenienti dal MiBACT, l’iniziativa si propone di dare vita ad un sistema integrato di trasporto con la mobilità su ferro/gomma che consenta di collegare le città del Centro-Nord Italia (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma) con il Cilento, e con la mobilità via mare per mettere in relazione la fascia costiera cilentana con le città di Napoli e Salerno, la Costa Amalfitana e l’Isola di Capri. «Si tratta – ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo Corrado Matera – di una grande opportunità per valorizzare le potenzialità dell’area sud della Campania. Con Cilento Blu Club si rilanciano le tradizioni, i sapori, l’ospitalità, il mare e la storia per attrarre i turisti che da quest’anno potranno raggiungere con maggiore facilità e comfort le località del Cilento». L’Ept di Salerno, soggetto attuatore del progetto, ha intanto avviato le procedure amministrative previste dalla normativa comunitaria, statale e regionale per l’affidamento dei servizi che dal punto di vista strutturale prevede un intervento che si articola su tre linee principali: alta velocità/gomma attraverso i collegamenti ferroviari Alta Velocità + Bus; periodo di attivazione: 1 giugno – 30 settembre 2016; mobilità su ferro con l’implementazione di un treno regionale di Trenitalia sulla tratta Napoli – Salerno – -Capaccio Paestum – Agropoli – Vallo della Lucania – Ascea – Pisciotta -Sapri, in coincidenza con i treni ad alta velocità provenienti dalle città del Centro-Nord Italia. Periodo di attivazione: 1 giugno – 30 settembre 2016; Mobilità via mare con l’attivazione di collegamenti marittimi che mettono in relazione la fascia costiera cilentana con le città di Napoli e Salerno, la Costa Amalfitana e l’Isola di Capri. I collegamenti marittimi riguarderanno quattro tratte e funzioneranno dal 1 luglio al 31 agosto 2016:
Linea 1: Salerno – Costa del Cilento: collegamenti A/R da Salerno per Agropoli, San Marco, Acciaroli, Casal Velino, Pisciotta, Palinuro Camerota; linea attiva il sabato e la domenica.
Linea 2: Cilento-Costa d’Amalfi: collegamenti A/R da Salerno per Agropoli, San Marco, Amalfi, Positano, (coincidenza per Capri); linea attiva dal lunedì al venerdì.
Linea 3/A: Sapri- Capri – Napoli: collegamenti A/R da Sapri per Camerota, Pisciotta, Casal Velino, Capri e Napoli; linea attiva il martedì, mercoledì e giovedì.
Linea 3/B: Sapri – Capri – Napoli: collegamenti A/R da Sapri per Palinuro, Acciaroli, San Marco, Capri e Napoli; collegamenti attivi il lunedì e venerdì
 
 

martedì 19 aprile 2016

Fiera del crocifisso ritrovato a Salerno XVI Edizione


Fonte: Lira tv-notizie

L’edizione 2016 della Fiera del Crocifisso Ritrovato, la XXVI, organizzata dalla Bottega San Lazzaro verrà presentata ufficialmente domani al Comune di Salerno. A prendere le redini della fiera è stata Chiara Natella della Bottega San Lazzaro: questa, infatti, è l’ultimo evento voluto ed organizzato dal suo indimenticabile papà, Peppe Natella, che agli eventi della Fiera del Crocifisso ha lavorato fino a quando le forze glielo hanno permesso. “Vivere nel Medioevo” è il tema ed i giorni sono venerdì 29, sabato 30 aprile e domenica 1 maggio, ovviamente nel centro storico di Salerno. Tra vicoli, piazze ed edifici della storia di Salerno, la tre giorni riproporrà i commerci e l’artigianato che resero famosa la città con la sua Fiera. Diversi i siti del centro storico interessati, centinaia di artisti di strada, compreso i figuranti e gli interpreti di questo viaggio nel tempo, poi allestimenti storici in abiti d’epoca e la riproposizione di antichi mestieri, e 100 gli stand. E poi, ancora, migliaia di piante, fiori, essenze, ricette. A contribuire a ricreare il clima medievale ci saranno menestrelli, saltimbanchi, giocolieri, trampolieri, mangiafuoco, giullari, cantastorie, artisti di strada, statue viventi. La Fiera del Crocifisso Ritrovato ha superato un quarto di secolo facendo registrare sempre numeri da record in termini di presenze. Anche quest’anno l’evento sarà caratterizzato da un fitto programma ed allestimenti che faranno rivivere le atmosfere, le botteghe, gli spettacoli, le giostre e la vita quotidiana dell’anno mille. Il tutto proponendo un vero e proprio tuffo nel passato tra mercati medievali, rievocazioni storiche, attrazioni, artigianato, degustazioni, mostre, momenti di spettacolo e monumenti aperti

venerdì 15 aprile 2016

 
Domenica 17 Aprile 20016
alle ore 18,30
presso il Teatro Nuovo
di Via Valeri Laspro 8/5
Salerno
 
FRAGILE
 
un progetto di Licia Amarante e Antonella Valitutti tratto da
Four Portraits of Mothers e da Annie Wobbler di Arnold Wesker
con
Bernadette Landi
Marika Mancini
Rosita Speciale
con la partecipazione della piccola Carlotta Costantino
voce fuori campo Antonella Valitutti
disegno grafico ed elementi di scena Ciro Pero
disegno luci Licia Amarante e Lucio Del Mastro

Regia Licia Amarante Antonella Valitutti
 
 

Giovanni Damiano medico- poeta dice la sua sull''aricolo del Mattino di ieri, con una lettera al Dierettore




Fonte.: La Rete

A seguito dell’articolo di “Addio Iandolo”, a firma di Ugo Cundari, su Il Mattino del 12 aprile 2016, ho ritenuto opportuno e necessario avanzare al Direttore del giornale una richiesta di rettifica su l’affermazione secondo la quale lo studioso ritenesse “il napoletano una lingua e non un dialetto”, affermazione che travisa e lede la memoria scientifica del prof. Carlo Iandolo. Rendo pubblico il testo inviato, il cui contenuto è a conoscenza e condiviso dalla Famiglia Iandolo, attraverso il figlio prof. Antonio.Ed ecco il testo, inviato a  
sdirpol@il mattino.it

Chiar.mo Direttore de Il Mattino,
sul n° del suo giornale di martedì 12 aprile 2016, nell’articolo “ Addio Iandolo – il professore che difendeva il napoletano” a firma di Ugo Cundari,  dopo i preliminari che evidenziano il costante impegno del prof. Carlo Iandolo nello studio del napoletano (numerose Grammatiche, il Dizionario Etimologico Napoletano, l’ultima fatica : Il Dialetto di Napoli, marzo 2016; volumi tutti editi da Cuzzolin), afferma che, alla domanda se il napoletano è una lingua o un dialetto: “Era una lingua, ovviamente, per Iandolo, il quale però non poteva non constatare che, per come era trattata dagli stessi napoletani, si era ridotta a una sorta di dialetto popolare. Così, lo scopo dei suoi libri era comunicare una ricchezza e una complessità di  una lingua che sarebbe dovuta essere studiata e assimilata come i liceali fanno con il greco o il latini.”
E’ una falsità scientifica che offende la ricerca e le conclusioni propugnate e strenuamennte difese dallo studioso Carlo Iandolo. Il quale ecco come si esprime: “Anche l’idioma “napoletano” strutturalmente è una lingua… anche se funzionalmente e scientificamente dev’essere  considerato un dialetto. (pag. 11- Il Dialetto di Napoli). E se l’Unesco ereticamente e con blandimento gratuito, quasi con spirito un po’ municipalistico, è giunto a dichiarare “lingua” anche il ristretto dialetto di Napoli e delle altre regioni nostrane.” E ancora: “….un solo dialetto ha perso la sua  autonomia locale e si è imposto in tutto il territoro nazionale, divenendo “lingua” per struttura e funzionalità: il fiorentino.” In ciò  Iandolo condivide a pieno il  pensiero dell’accademico Nicola De Blasi (Storia Linguistica di Napoli, pag. 153): “In questa prospettiva, anzi, va chiarito che tutti (ma proprio tutti) i dialetti  sono lingue, in quanto sistemi linguistici…Ma sul piano delle funzioni comunicative, infatti, il napoletano e gli altri dialetti restano dialetti.”
Chiar.mo Direttore, credo che come me anche lei sia d’accordo sulla necessità di  ristabilire la  verità della memoria scientifica del prof. Iandolo, illustre studioso, accogliendo di  pubblicare, con pari evidenza sul suo giornale, la rettifica che le invio.
Cordiali saluti, con stima.
14/04/ 16

Giovanni D’Amiano.

 

giovedì 14 aprile 2016

Addio Iandolo, il professore che difendeva il napoletano


Fonte: Il Mattino. it
di Ugo Cundari

A pochi giorni dalla scomparsa di Renato de Falco se ne è andato ieri notte, a 76 anni, un altro grande studioso della lingua napoletana, Carlo Iandolo. Autore di diverse grammatiche, ha firmato soprattutto scrupolosi vocabolari, uno etimologico e uno semantico-etimologico, nei quali ha ricostruito la storia dei principali lemmi del napoletano. Grazie a lui sono stati di nuovo nobilitati termini ritenuti appartenenti al modo di esprimersi di persone volgari o poco istruite: «Se si guarda alla derivazione etimologica e si pronuncia alla giusta maniera», amava ripetere Iandolo, «anche un vocabolo poco apprezzato può suonare come una dotta citazione».

E faceva spesso il caso di mugliera, che deriva dal latino mulíere-m.D'altra parte Iandolo sottolineava sempre che il napoletano, pur avendo subito tante influenze nel corso della sua storia, dal latino deriva, anche se non dal latino scritto o classico, teoricamente studiato nelle scuole, ma dal latino parlato o volgare. Per una vita insegnante di Lettere classiche in licei napoletani, aveva tenuto corsi di specializzazione di dialettologia per attori al Bellini, e combatteva le sue personali battaglie a favore di una grammatica napoletana condivisa, con regole in grado di mettere finalmente d'accordo tutti i linguisti. Come nel destino di tanti autori, Iandolo è morto poche ore dopo l'uscita del suo ultimo saggio, anche questo pubblicato con la sua casa editrice di riferimento, la Cuzzolin.

Si intitola Il dialetto di Napoli, grammatica descrittiva (pagine 166, euro 22). Una nuova fatica che aggiorna le precedenti ma che parte dalla stessa identica domanda che ormai si faceva da decenni: il napoletano è una lingua o un dialetto? Era una lingua, ovviamente, per Iandolo, il quale però non poteva non constatare che, per come era trattata dagli stessi napoletani, si era ridotta a una sorta di dialetto popolare. Così, lo scopo dei suoi libri era comunicare una ricchezza e una complessità di una lingua che sarebbe dovuta essere studiata e assimilata come i liceali fanno con il greco o il latino. Perché se tutti accettano il raddoppiamento consonantico scritto nell'interno di parole come «ammore», «cammurrista», «nummero», la stessa regola dovrebbe valere anche a inizio di parole in determinate espressioni come «tu e nnuje», «tre vvote», «e gguaglione».

A chi gli chiedeva consigli su come scrivere una parola accentata o su dove mettere un apostrofo, Iandolo consigliava, pur con il suo stile pacato e accomodante, che forse conveniva prima imparare a leggere il napoletano. Funerali oggi ore 10 alla chiesa del Salvatore a Pompei.


sabato 9 aprile 2016

“Under” della Compagnia Grandi Manovre di Forlì, il penultimo spettacolo del Festival Teatro XS.

Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
70 minuti di autentica ferocia teatrale, il penultimo spettacolo del Festival Teatro XS, città di Salerno, il 3 aprile scorso. “Under” questo è il titolo della rappresentazione, originalmente elaborata da Loretta Giovanetti, sua anche la regia, ed interpretata dalla Compagnia Grandi Manovre di Forlì. Il pezzo, fuori dalle righe solite, richiama in sé il filone teatrale della crudeltà, una forma di teatro ideata da Antonin Artaud, nei primi trent'anni del Novecento, dove la spietatezza non era intesa come sadismo o causa di dolore, ma era il testo stesso ad esercitare una tirannia sullo spettacolo, per cui si metteva sullo stesso piano linguaggio, gesto, movimento, luce e parola, tutto ciò che succede in Under.
L’inizio, con i due personaggi in scena, al buio, lei a terra priva di sensi e lui che dispone in ordine le suppellettili di quell’oscuro rifugio, ha un avvio tranquillo e quando lei rinviene dalla momentanea perdita di conoscenza, si saprà in seguito, causato da uno scoppio, lui le è dolcemente accanto. Di Mike si capisce subito che patisce di una personalità disturbata, parla a scatti, balbetta le parole, le ripete più volte, si rosicchia le unghie e ha il corpo convertito su se stesso. Dal canto suo Amy, boccoli biondi, faccino tondo e bel personale, sembra più meravigliata di quello che c’è fuori, a detta di lui, perché non ricorda nulla, uno scoppio con conseguenti radiazioni, che il ritrovarsi relegata in quel posto oscuro, sola con lui. Loro, in effetti, sono amici di vecchia data, Mike è palesemente innamorato ma Amy, leggera, prepotente, come solo una donna sa fare quando intuisce la debolezza amorosa dell’altro, non se ne cura e a tratti lo stuzzica, ben sapendo della sua forza. Sono stati al Pub, una serata tra amici, c’era anche Francis, lo spasimante di lei di cui lui è geloso, ora si raccontano i particolari e ne rivivono le inezie, fino a che lo scoppio non li ha lanciati fuori e condotti al bunker che Mike, tempo addietro, aveva comprato e che agli occhi degli amici era sembrata una stramberia.
Mano a mano che la rappresentazione va avanti si capisce che qualche preoccupazione possa esserci nella strana situazione in cui si trovano. Il cibo messo da parte dal giovane, per lo più scatolette, comincia a scarseggiare e frequenti sono gli scoppi d’ira tra loro. La vita nel sotterraneo s’inselvatichisce, la mancanza di acqua e conseguentemente d’igiene smonta la piacevolezza femminea di Amy, la fame e la sete li rende entrambi brutali. Quanto tempo dovranno restare di sotto non è dato sapere ma si possono ormai intuire le intenzioni che hanno animato Mike. Passano i giorni e per quell’assurda prigionia il dramma si manifesta per quello che è, Mike è un pericoloso psicopatico e lei è stata selvaggiamente sequestrata. Ora che la situazione è chiara, in un vorticoso crescendo, vittima ed aguzzino si scontrano e si brutalizzano a vicenda. Compaiono, così, catene, coltelli ed aggressioni fisiche, sempre più violenti, sempre più avvilenti. Nella lotta, a volte vince lei, umiliandolo di brutto (la calata dei pantaloni), successivamente lui e lo fa in modo infamante con l’arma del turpe stupro.
Nel finale poco importa se lei, uscita mal concia dall’atto brutale, sguardo assente, voce metallica e manie, essa stessa, omicide, per fortuna solo di un gatto innocente, va a trovarlo in galera e lo incita ad uccidersi, quell’invito malvagio e carico di lucido odio è condiviso da tutta la platea a mo’ di liberazione.
“Under”, la pièce elaborata in modo originale da Loretta Giovannetti e scaturita da uno stage tematico su "Il corpo della parola", è risultato un lavoro di forte impatto, nel quale la forza fisica degli attori si è misurata con l’immensa bravura degli stessi. Il testo, un po’ forzato in alcune parti, ha avuto la sua consacrazione dalla recitazione dura e bestiale di due giganti Massimo Biondi (Mike) e Francesca Fantini (Amy), così dannati e così inevitabilmente persi.
 
Maria Serritiello
 
 
 
 


Gambrinus 1900 al Teatro Delle Arti di Salerno a conclusione della rassegna Napul’ è mille culure

Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Uno spettacolo lieve, equilibrato “Gambrinus 1900-Omaggio a Salvatore Di Giacomo, con melodie dolcissime ed evocative per ogni generazione a cui hanno cullato i sogni, gli amori, la vita. Al centro la figura di Salvatore Di Giacomo che del Gambrinus, lo storico caffè napoletano, ne aveva fatto la seconda casa. Ed è proprio dinanzi al mitico luogo che s’incontrano personaggi di rilievo: Ferdinando Russo, Gabriele D’Annunzio, Giosuè Carducci, Libero Bovio, Salvatore Gambardella, Giovanni Capurro, Mario Costa, Lina Cavalieri, personalità che hanno fatto la storia della canzone e della cultura napoletana. Un tempo a Napoli si componevano belle melodie, poeti e musicisti s’ispiravano facili, come lo fu per D’annunzio che scrisse ’A vucchella, versi di incomparabile bellezza, proprio dinanzi al Gambrinus, su di una salviettina bianca di carta, per una scommessa fatta con il poeta Ferdinando Russo. Un teatro esso stesso il Caffè, dove, tutto il giorno, si alternano famosi avventori, per assistere, alle loro vicende umane, come la lite, per la bellezza di una fanciulla, tra Ferdinando Russo, poeta fuori le regole, ed il sommo Giosuè Carducci, cui la ragazza si accompagnava. Intanto, Salvatore Di Giacomo che staziona, tutto i giorno, senza mai prendere un caffè, perché, come lui stesso dice, il liquido nero gli procura il bruciore di stomaco, consuma la sua depressione, l’amore infelice per Elisa ed il suo desiderio di essere riconosciuto per ciò che andava producendo, con un applauso. Di tanto in tanto si avvicendano per fargli compagnia, il dottore Antonio Cardarelli, il sommo clinico e benefattore, il poeta Giovanni Capurro, l’impareggiabile autore di ‘O sole mio, brano il più conosciuto nel mondo, suonato alle Olimpiadi di Anversa del 1920, al posto dell’inno di Mameli.
Uno spettacolo, il Gambrinus ‘900, che oltre alla bella composizione scenica, ci restituisce informazioni, ai più sconosciute, sulla genesi di tante belle canzoni che sono andate di bocca in bocca, senza altro sapere. Le   coreografie di Pina Testa, montate leggiadre, hanno accompagnato il bel canto della Compagnia TeatroNovanta che non ha spezzato il ritmo del racconto, anzi l’ha vivacizzato, allertando l’ascolto: La luna nova, Totonno ‘e Quagliarella, ‘A vucchella, Uocchie c’arragiunate, Frutte e granate, Oilì Oilà, Era de maggio, Marechiaro, Marzo, per citarne alcune. Un collettivo che ha funzionato alla perfezione sia come gruppo: Chiara De Vita, Antonnello Cianciulli, Alessandro Caizza, Tommaso Fichele, Manuel Mascolo, Antonello Ronga, Annarita Vitolo ed Antonio Izzo, sia come singole ed eccezionali professionalità: Matteo Salsano. Un elogio particolare spetta alla famiglia Stella, a Serena, giovane, brillante, spigliata e sicura del palcoscenico, ad Elena Parmense, dosata, accorata, ma anche volitiva, semplicemente Elisa, la donna amata da Salvatore Di Giacomo e poi a lui, a Gaetano Stella, un angosciato poeta pieno di paure e di vita inespressa, un’interpretazione la più veritiera possibile.
 Gambrinus 1900, l’ultimo appuntamento della rassegna Napul’ è mille culure, rappresentato il 1 aprile scorso, è stato un pensiero fisso, rincorso da  Gaetano fin dalla sua giovinezza, a dircelo è lui stesso a fine spettacolo, e che solo sotto la spinta di sua moglie, Elena Parmense, ha visto la luce. Al testo, vivace e dai tempi giusti, ha collaborato Ciro Villani, la regia è di Gaetano Stella.
Ciò che si porta dentro, dopo aver assistito al Gambrinus ‘900, oltre al riecheggiare delle splendide melodie, è lo sguardo tenero di Gaetano, verso la propria figlia Serena, nel vederla crescere in bravura e restarne soddisfatto ed anche, quando in scena abbraccia sua moglie Elena, ma Elisa da copione, non è finzione scenica e lo slancio si vede.
Conservatevi così, attori umani. Siete splendidi!
 
Maria Serritiello
 
 

“Variazioni enigmatiche" di Eric Emmanuel Schmidt e "Gli Ignoti di Napoli” al quarto appuntamento Festival Teatro XS Città di Salerno

Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Ennesima dimostrazione di forza espressiva, sapienza drammaturgica e profondità introspettiva, il testo “Variazioni enigmatiche" di Eric Emmanuel Schmidt, una vecchia conoscenza per gli appassionati spettatori del Festival Teatro XS Città di Salerno, rappresentato domenica 20 marzo, dalla compagnia napoletana "Gli Ignoti di Napoli", come quarto appuntamento.
Impianto scenico spartano, decisamente di classe, non fosse altro per i grandi quadri in bianco e nero che rivestono il fondale e fare da leit motiv fondante e oltremodo significativo. L’incontro tra il Premio Nobel della letteratura ed ad un giornalista di uno sperduto paesino, in apparenza senza nessuna conseguenza, riserva sorprese e colpi di scena, tanto da mantenere viva la tensione fino all’ultima battuta. L’ambiente non banale parla del suo abitante più di tutto, con dei libri, in bell’ordine, altri, sparsi qua e là a chiarire subito con chi si ha a che fare. Lui, un burbero solitario, che accoglie lo smilzo giornalista a colpi di rivoltella, ha deciso di ritirarsi su quell’isola appartata per poter menare i suoi giorni in tranquillità, facendo i conti con la sua vita e la sua scrittura. Non si capisce perché, avendo rifiutato ogni intervista, come l’abbia concessa al giovane che, adesso si trova seduto in poltrona, un po’ a disagio dinanzi a lui. Tutto fa credere che sia un regolare incontro tra i due, in effetti l’insidia c’è e tra un lasciarsi e un prendersi, riagganciando la discussione, interrotta più volte dalla cattiva interazione verbale dello scrittore, si arriva al dunque: il romanzo epistolare scritto da Abel Znorko. In esso c’è la spiegazione e la complicanza dell’incontro, si scoprirà, infatti, che Erick Larsen non è un vero giornalista e la donna a cui è stato dedicato il libro non c’è più. A tenere la corrispondenza epistolare da più di dieci anni, frutto della trama del libro, non è mai stata lei, come Znorko ha creduto.  Tutto ciò lo si apprende mentre sul piatto del giradischi va un pezzo delle 14 Variazioni su un tema originale op 36: “Enigma”, brano ricordevole ed evocativo, per Abel Znorko, una melodia sfuggente e nota, composta da Edward Elgar.  Infiniti i livelli logici ed emotivi, quante sono le sfumature e le variazioni che allacciano e legheranno ad un unico filo, i due personaggi nel dipanarsi dell'intervista.
Con un linguaggio asciutto, secco e senza fronzoli, ma non per questo meno articolato, profondo ed incisivo, l'intervista, tra alti e bassi e scontri drammatici, procede per sottrazione progressiva di veli e scorze delle  corde ruvide del letterato ad un denudamento dell'animo dello stesso, fino a toccare le corde più intime della sua personalità. I grandi quadri di Abbreccia, arieggianti Bacon, il maestro del novecento pittorico che tanto contribuì alla dissoluzione iconica della figura umana, ripropongono variazioni dell'essere umano sul pericoloso confine dell'esserci e non esserci, con vuoti di nero più presenti che non la materializzazione vera e proprio e dove il completamento dell’icona è affidata allo sguardo dei presenti e alla loro fantasia. Con qualche imprecisione linguistica, ma non recitativa, da parte di Guglielmo Marino, ( Abel Znorko), cinquant’anni di teatro compiuti, a cui va il nostro applauso più sentito, che, in alcune scene ha saputo trasmettere emozioni e commozione. Impeccabile e credibilissima, invece, la prova di
Antonello Gargiulo (Erick Larsen),che ha saputo dosare i tempi della sua recitazione, così come il testo lo richiedeva.
Eccellente la resa teatrale e bello in sé tutto lo spettacolo.
 
Maria Serritiello
 
 
 

La pianista Maria Grazia Russo si è esibita nella sala Bilotti dell'Archivio di Stato di Salerno


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Nella sala Bilotti dell'Archivio di Stato di Salerno, mercoledì 23 marzo, per iniziativa dell'associazione culturale Cypraea, curata dalla Professoressa Pina Gallozzi, presidente provinciale della stessa, si è esibita la virtuosa pianista Maria Grazia Russo, giovane, 26 anni appena e già interprete di talento.
Profilo sicuro, capelli tirati all’indietro, quasi adolescente nel suo abito di taffetà chiaro che, poco appariscente, è lungo a toccare terra. Senza spartito da brava concertista, si pone al piano e mostra le sue notevoli doti nei vari pezzi del programma corposo e impegnativo scelto: Mozart, Beethoven, Schumann, Skriabin, con studi di Liszt, Chopin e Rachmaninov, mostrando un’intensità di applicazione, una conoscenza sicura e profonda del pezzo ed una manualità portentosa. Maria Grazia Russo ha una presenza scenica, quasi tutta proiettata nei pezzi che va eseguendo e una presentazione degli stessi che testimoniano una precisa padronanza della materia, non a caso si saprà, dopo, che è laureata in Lettere. Non esita a riconoscere la sua modestia compositiva e alla domanda se avesse pensato a scrivere suoi spartiti, risponde: “sto adesso cominciando ad imparare”. Indicare un pezzo dal quale traspaia la sua forza interpretativa, non è così semplice, ma non si erra se si scelgono la "Presa di Varsavia" di Chopin e "La ridda degli gnomi" di Liszt. Con l'augurio, quasi una certezza, di più significativi palcoscenici italiani ed europei e con le orecchie ancora carezzate dal mare di emozioni provocate dalle sue note, non resta che dare appuntamento ad altri incontri musicali, con i quali vorrà deliziare gli affezionati frequentatori dei concerti presso l’Archivio di Stato, la Prof.ssa Pina Gallozzi anch’ella interprete sublime e delicata di musiche celestiali.
Maria Grazia Russo, pianista
Nata a Napoli, inizia a suonare il pianoforte all’età di 6 anni e si diploma con 10 e lode presso il Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli, dove ha conseguito anche la laurea di II livello con 110 e lode. È risultata vincitrice di molti primi premi in concorsi nazionali ed internazionali, tra cui: Concorso pianistico nazionale “Santa Cecilia”, Concorso pianistico internazionale “Trofeo città di Greci”, Festival nazionale di giovani strumentisti Taurano, Concorso pianistico Mercato S. Severino, Concorso di esecuzione strumentale Terenzio Gargiulo, Concorso Le Camenae d’oro, Concorso di interpretazione pianistica Comune di Chianche, Concorso internazionale Napolinova e tanti altri.
 Si è diplomata in danza classica sotto la guida del maestro Antonio Staiano, tersicoreo del teatro di S. Carlo di Napoli. E’ laureata in “Lettere classiche” presso l’Università Federico II di Napoli.  Ha seguito il corso di alto perfezionamento tenuto dalla pianista Lya De Barberiis presso il Collegium Artis di Frascati (Roma), come unica allieva non ancora diplomata, partecipando ai concerti finali presso le Scuderie Aldobrandini. Ha partecipato a varie Masterclass di interpretazione tenute dai maestri B. Canino, L. Margarius,  L. Pietrocini, A. Chiofalo, F. Scala, A. Pompa-Baldi, M. Coppola. Tiene concerti in varie associazioni, sia in qualità di pianista solista che in formazioni di musica da camera, tra le quali: Associazione culturale Cypraea, Associazione Massimo Gorki, Lions Club, Associazione musicale Vivaldi, Rotary International, I concerti del Tempietto al Teatro di Marcello di Roma. È apparsa su importanti giornali quali “Roma” e “Miscellanea”. Nell’anno 2011 ha vinto la borsa di studio per l’Erasmus presso lo “Estonian Academy of Music and Theatre” di Tallinn, dove ha studiato pianoforte principale con il maestro P. Lassmann e musica da camera con il maestro M. Reimann. Attualmente studia con il M° L. Margarius.
 
Maria Serritiello