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sabato 28 novembre 2015

Addio a "Nennillo "di Natale in casa Cupiello


Fonte :La Repubblica

E' morto Luca De Filippo, maestro del grande teatro napoletano

L'attore e regista è scomparso a 67 anni. Figlio di Eduardo, aveva iniziato a recitare da bambino. Una lunga carriera in palcoscenico, i ruoli al cinema e in tv. Un minuto di silenzio in tutti i teatri italiani. I funerali laici lunedì 30 novembre dalle 14 alle 18 al Teatro Argentina di Roma

E' morto Luca De Filippo, attore e regista teatrale, figlio del grande Eduardo, pochi giorni fa era stato ricoverato ma subito dopo gli era stato diagnosticato un male incurabile. Luca era nato a Roma nel 1948 dalla relazione tra il maestro del teatro e la soubrette Thea Prandi. I funerali laici lunedì 30 novembre dalle 14 alle 18 al Teatro Argentina di Roma. Stasera un minuto di silenzio in tutti i teatri italiani.

Le reazioni. "La scomparsa di Luca De Filippo ci priva di un grande interprete della scena italiana, autentico erede della tradizione napoletana capace di portare la sua verve non solo nel repertorio classico ma anche in quello contemporaneo conducendo una vita nel teatro, con il teatro, per il teatro". Così il primo commento, quello del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. "E' stato un artista in grado di cimentarsi in diverse espressioni artistiche - ha aggiunto - esplorando con efficacia anche i linguaggi cinematografici e televisivi". "Quando muore un artista figlio di artisti come Luca, c'è un grande dolore e si rimane senza parole" ha detto Renzo Arbore, mentre Luca Barbareschi lo definisce "un maestro che desidero omaggiare perché con lui se ne va non solo un amico ma anche un leale rappresentante del mondo teatrale, un esempio cristallino di cultura e tradizione, con lui si chiude un periodo, un'era culturale. Ma il suo impegno e il suo grande cuore - aggiunge Barbareschi - resteranno sempre con noi".  Fra le prime reazioni anche quella del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: "Muore un grandissimo maestro del teatro contemporaneo, eccezionale interprete della più illustre tradizione teatrale napoletana". L'ex presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, posta su Facebook: "Un immenso dolore per la scomparsa di Luca De Filippo, figlio di Eduardo e di Napoli. Un bacio".
Gli inizi. La storia d'amore di Luca De Filippo con il palcoscenico è iniziata prestissimo: a soli sette anni il padre lo fece recitare nel ruolo di Peppeniello nella commedia Miseria e nobiltà del nonno Eduardo Scarpetta. Nel giro di poco tempo Luca perse la mamma e la sorella Luisella - la bambina aveva solo dieci anni. A dodici anni si ritrova solo con un padre anziano, all'epoca Eduardo aveva 60 anni, e in un'intervista di pochi anni fa raccontava: "Mi portava alle pomeridiane e mi scriveva delle particine per tenermi con sé in scena. Ricordo per esempio un Sabato domenica e lunedì. Nel primo atto portavo la spesa a donna Rosa che preparava il ragù. Lei mi domandava come distinguevo le diverse liste di cibo sul foglio se non sapevo leggere. La mia battuta era: 'Faccio i disegni, donna Rosa un fiore, il signore accanto le corna perché sua moglie lo tradisce". Cose così, di cui non è rimasta traccia nei testi ufficiali".

Le grandi commedie. Il vero debutto teatrale è a vent'anni con Il figlio di Pulcinella. Usa uno pseudonimo, Luca Della Porta, perché teme di apparire "raccomandato". Col padre lavora sia in teatro che in tv in varie commedie eduardiane, Filumena Marturano, Non ti pago, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Le bugie con le gambe lunghe, Uomo e galantuomo, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Le voci di dentro, Sik-Sik l’artefice magico, Gennareniello, e ancora Dolore sotto chiave, Quei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sì, Chi è cchiù felice e me, il pirandelliano Berretto a sonagli e in alcune commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta ('O tuono 'e marzo, Na santarella, Tre cazune fortunate).

La compagnia. Nel 1981, quando il padre si ritira, fonda una propria compagnia teatrale, "La compagnia di teatro di Luca De Filippo", con cui affronta buona parte delle commedie paterne e degli Scarpetta: dirige e interpreta Uomo e galantuomo, Non ti pago, Il contratto, Penziere mieje (recital di poesie di Eduardo in parte musicate da Antonio Sinagra), Ditegli sempre di sì (la sola regia) e L’Arte della commedia con Umberto Orsini coprotagonista. Realizza anche un'opera di Pasquale Altavilla 'A fortuna e Pulicinella e il Don Giovanni di Molière e nel 1990 dirige Umberto Orsini in Il piacere dell'onestà di Pirandello. Per la regia di Armando Pugliese interpreta O’ scarfalietto, Ogni anno punto e daccapo, Questi fantasmi, Tartufo di Molière, La Palla al piede di Feydeau e nell’estate del 2009 interpreta il ruolo di Malvolio in La dodicesima notte.

Il cinema e l'ultimo spettacolo. Al cinema è stato il padre di Silvio Muccino nel film di Gabriele Muccino, Come te nessuno mai. Il suo ultimo ruolo, nel film di Gianfranco Cabiddu La stoffa dei sogni, omaggio alla commedia napoletana con la storia di una modesta compagnia di teatranti che naufraga con dei pericolosi camorristi sulle coste dell’Asinara, isola-carcere del Mediterraneo. Nel cast, oltre a De Filippo, Sergio Rubini e Ennio Fantastichini. Un mese fa a Napoli aveva debuttato con il suo nuovo spettacolo, Non ti pago, ma la malattia lo aveva costretto a lasciare la scena.


  

martedì 17 novembre 2015

La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: "Non avrete il mio odio"





Fonte :Today

La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: "Non avrete il mio odio"
Sua moglie Helene è una delle vittime della strage del Bataclan. Antoine Leiris, giovane giornalista di France Blue, è rimasto solo con il figlio di appena 17 mesi e ha scritto una commovente lettera ai terroristi. "Rispondere all'odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete


La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: "Non avrete il mio odio"

"Non avrete il mio odio". Antoine Leiris si rivolge così, in un lungo post su Facebook, ai terroristi che venerdì sera hanno ucciso sua moglie al Bataclan.
Leiris, giornalista di cinema per France Bleu, padre a 34 anni di un bambino di appena 17 mesi, si è ritrovato improvvisamente solo, dopo la morte di Helene, l'amore della sua vita. Eppure, nonostante il dolore, Leiris ribadisce nella sua lettera aperta: "Non avrete il mio odio"
Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarti. Ve lo meritereste, tuttavia rispondere all'odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma avete perso. L' ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e giorni d'attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Pertanto non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bambino vi farà l'affronto di essere libero e felice. Perché no, non avrete neanche il suo odio

 
 
 
              



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lunedì 16 novembre 2015

Musica Contro le Mafie. In gara la compagnia musicale salernitana Daltrocanto



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

“Spezza il silenzio” recita la locandina di “Musica contro le Mafie” e quale migliore alleata se non la musica per combattere l’illegalità? “Musica contro le Mafie” è la titolazione data al progetto che riunisce tanti artisti italiani con l’intento di lanciare un messaggio d’impegno, di consapevolezza e di riflessione. Da sempre la musica ha accompagnato la protesta, dagli spiritual dei Neri, ai canti di rivolta e di lotta nella Resistenza, passando per tutte le guerre. insomma la musica rappresenta il miglior collante per chi voglia esprimere dissenso. L’evento, che si tiene dal 2010, è un contesto in cui tutti possono essere autori; un’associazione che, grazie all’impegno degli artisti coinvolti, dà sostegno ed è, a sua volta, sostenuta da Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie). L’iniziativa si divide in tre sezioni: il Premio, il Libro, il Documentario.
Alla prima sezione e cioè quella del “Premio” partecipa la Compagnia Daltrocanto, un gruppo salernitano che fa della musica la propria vita. Formazione di grande pregio musicale, è la maggiore rappresentante del genere popolare nel portare avanti il discorso musicale di memoria e di recupero. Ha in Antonio Giordano il suo mentore. Sempre in viaggio per diffondere la conoscenza delle radici del canto popolare è presente ovunque c'è da testimoniare, col suono prodotto da strumenti tipici, a difesa e per i più deboli, la Compagnia Daltrocanto è divenuta ambasciatrice di valori positivi. Il gruppo musicale valorizza, per le sue sonorità, strumenti tipici come la zampogna e la ciaramella, non tralasciando, per altro, una coinvolgente interazione con gli altri, delle diverse aree geografiche e musicali, quali: chitarra classica, bouzouki greco e irlandese, basso elettrico, tammorra e tamburello.
Il pezzo scelto per la gara è una stupenda ninna nanna composta da Flavio Giordano (figlio d’arte) e da Bruno Mauro, modulata soavemente da Paola Tozzi, una “naca” per voce. Il canto dolente “Ninna nanna ai Settecento” è impreziosito dal suono struggente della zampogna (Antonio Giordano) e dagli strumenti a corollario: Luca Lanzara (mandola), Maria Anna Siani (violino), Flavio Giordano (basso acustico, elettrico), Alessandro Ferrentino (batteria, percussioni) Bruno Mauro (chitarra classica).
Il testo si sviluppa come una favola: sette i cieli, sette le stelle dell’orsa minore e sette le note del dolore, che si va cantando. Il verso incalza tra sogni e correnti, sicché sono settecento i figli più belli a dormire nel mare e nei suoi castelli. La nenia continua con la madre che canta per il suo bambino ma anche per i tanti spariti nel mare come piccoli fagotti, triste simbolo di una tragedia immane, consumata tra le azioni e la consuetudine di tutti i giorni.
“Ninna nanna ai Settecento” leggiamola e cantiamola così e cioè come un segnale positivo per tutti quelli che abbandonano la loro terra in cerca di futuro: ...e fa che la luce domani al mattino, del male del mondo cancelli ogni segno. Brava la compagnia Daltrocanto anche nella scelta del video, a commento visivo del brano che, pulito, essenziale e senza nessuno orpello invasivo, ma solo l’accenno di un capo femminile nel cui interno si scorge il mare, rende più di ogni altra immagine, all’istante, la tragedia e la speranza insieme.

Maria Serritiello
 

Addio a Nando Gazzolo, grande voce del teatro e della tv

 
Fonte:La Repubblica
 
È morto Nando Gazzolo, grande protagonista dello spettacolo italiano. Aveva 87 anni, da una settimana era ricoverato in una clinica di Nepi, alle porte di Roma. Attore teatrale, doppiatore e protagonista di sceneggiati televisivi, era noto al pubblico per la sua voce inconfondibile.

Gazzolo era nato a Savona il 16 ottobre del 1928 in una "famiglia d'arte": il padre Lauro era un attore e doppiatore, la madre Aida Ottaviani un'annunciatrice radiofonica, attore anche il fratello Virginio. Nando esordisce giovanissimo alla radio, debutta a teatro quand'è appena ventenne, con Antonio Gandusio, il successo arriva nel 1951 con l'Antonio e Cleopatra allestito da Renzo Ricci, confermato nel 1954 dal ruolo di Orazio nell'Amleto portato in scena da Gassman e Squarzina con il Teatro d'Arte Italiano.

Dagli anni Cinquanta, al teatro affianca l'attività di doppiatore e negli anni seguenti intraprende una brillante carriera televisiva che gli consente di conquistare una grande popolarità grazie a sceneggiati come Capitan Fracassa (1958), La cittadella (1964) e La fiera della vanità (1967), tutti diretti da Anton Giulio Majano, ai quali si aggiungono - fra gli altri - la fortunata serie italiana su Sherlock Holmes della quale è protagonista (1968), I Buddenbrook (1971), L'ultimo dei Baskerville (1968), La valle della paura (1968), Casa Cecilia (1982) fino all'ultimo Casa Famiglia 2 (2003).

E' con il film storico Costantino il grande (1960) che Gazzolo esordisce sul grande schermo, dove parteciperà a numerosi film di diverso genere, da Totò e Cleopatra (1963) a Un fiume di dollari di Carlo Lizzani (1966) a Il sottile fascino del peccato di Franco Salvia (2010). Ma è intenso anche il lavoro di doppiaggio cinematografico: l'attore presta la voce a David Niven, Michael Caine, Frank Sinatra, Yul Brynner, Marlon Brando, Robert Duvall, Donald Sutherland, Laurence Olivier, Clint Eastwood e tanti altri altri. Nel 1963 è la voce narrante di Il mulino del Po, lo sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi e nello stesso anno partecipa alla rassegna canora Un disco per l'estate.  La sua popolarità è tale che viene ingaggiato da una celebre azienda produttrice di liquori per uno spot di Carosello che andò in onda per anni. Ma non ha mai dimenticato il teatro, dove ha continuato a lavorare fino al 2007.





 



E' morta Moira Orfei, addio alla regina del circo: aveva 83 anni




Fonte :il Messagero.it

È morta questa mattina a Brescia, Moira Orfei, la regina del circo italiano, che avrebbe compiuto 84 anni a dicembre. Ne dà notizia la famiglia in un
comunicato. «Moira Orfei - si legge - ci lascia in serenità e circondata
dall'amore dei familiari, in questa mattina di novembre nella sua bellissima e celebre casa mobile».

«Il Circo Orfei che Moira, insieme al marito Walter Nones ha guidato facendo divertire intere generazioni, per volontà dello stesso, dei figli e dei nipoti andrà avanti - prosegue la nota - per continuare la tradizione in onore della più grande icona circense».

Oggi il pubblico ha voluto ricordarla con dieci minuti di applausi durante lo spettacolo in programma a Brescia. «Non abbiamo fermato gli appuntamenti di oggi perchè lei avrebbe voluto che lo spettacolo andasse avanti» hanno spiegato i familiari.
Al termine dello spettacolo, la famiglia circense di Moira Orfei l'ha ricordata sventolando le bandiere raffiguranti il suo viso, che hanno sfilato con quelle di Italia e Francia. Solo giovedì Moira Orfei era uscito dall'ospedale Poliambulanza di Brescia dove era stata ricoverata domenica scorsa. Ieri sera si era
addormentata senza problemi, ma stamattina quando i parenti sono entrati nella sua casa mobile era già morta.

La camera ardente è stata allestita nella sua casa mobile, in questi giorni a Brescia dove sono in corso gli spettacoli. Nel pomeriggio sono in programma gli ultimi spettacoli in città che la famiglia ha deciso di non sospendere.

«È un giorno triste per il mondo del circo. Con Moira Orfei scompare una delle principali protagoniste dell'arte circense internazionale che, nel corso della sua ricca carriera, ha saputo divertire e stupire intere generazioni». Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini.




Je suis Paris

     

martedì 10 novembre 2015

“Man on the Moon”: spot natalizio contro la solitudine

foto642


Fonte :internet

Il Natale è un momento bellissimo per tutti i bambini, molto meno per tutte quelle persone, soprattutto anziane, che sono rimaste sole.
Secondo alcuni dati un milione di anziani in Uk trascorre le feste di Natale senza parlare con nessuno. E quel che succede in Inghilterra si può sicuramente estendere a tutti gli altri paesi, Italia compresa.
Da qui l’idea del bellissimo spot natalizio.
Questa è la storia di una bimba che si chiama Lily. Guardando la luna attraverso un telescopio, una notte, rimane esterefatta per quello che scopre…un omino sulla luna.
Lily lo osserva mentre sbriga le sue cose, tutto solo. E decide di inviargli qualcosa sulla luna, un messaggio per fargli capire che qualcuno quaggiù sta pensando a lui, che non è solo..

Una favola bellissima, una metaforsa sullo solitudine e su quello che si può fare, questo Natale e non solo, per far sentire gli anziani, e le persone sole in generale, ancora amate.

https://youtu.be/wuz2ILq4UeA

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martedì 3 novembre 2015

Countdown a Salerno per l’edizione delle Luci d’Artista 2015/2016







Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Mancano meno di sei giorni e poi la città di Salerno sarà illuminata dalle luci d’Artista, la manifestazione che quest’anno raggiunge la decima edizione. Il tema cardine è “La Foresta”, sicchè tutti i visitatori ed anche i nativi, si trasformeranno, come nella famosa favola di Charles Perrault, in tanti “Pollicino”, nel tentativo di non smarrirsi, tenendo ben dritta la strada. Illuminata da 27 km di luci è difficile perdersi materialmente  a Salerno, ma entrare nel sogno di una favola sì. Tante le novità, alla “Rotonda”, nel cuore della city e nella Villa Comunale, il giardino incantato dei bimbi, dove le luci rappresenteranno le favole di “Alice nel paese dele meraviglie” e “Pinocchio”. Persiste, al Corso Vittorio Emanuele, sia pur con qualche sorprenente novità, l’aurora boreale con le sue iridescenti coloriture, mentre per la prima volta sara’ illuminato il nuovo look della spiaggia di Santa Teresa. Sugli scogli acquattati, ci sono in fila i “Pinguini”, indifferenti alle onde un pò più grosse, mentre attendono la curiosità dei visitatori, tradotta in innumerevoli selfie. Ed ancora neve, fiori di primavera, stelle cadenti, planetari, i meravigliosi pannelli dell’artista Nello Ferrigno, le silhoutte luminose delle Madonne della chiesa del Sacro Cuore, in Piazza Ferrovia e del Complesso di Santa Sofia a Largo Abate Conforti, sogni luminosi tutti da scoprire. E così il 7 novembre, al calar delle ombre, nella Villa Comunale ci sarà l’accensione che durerà fino alla fine di gennaio e per la quale a Salerno ci sarà sempre la luce, un bel modo per fugare la rattristata oscurità invernale.
Per la seconda fase dell’evento più importante del meridione, con un occhio al turismo croceristico e all’Europa, nonchè all’Italia tutta e cioè per le luci più prettamente natalizie: Albero di Natale a Piazza Portanova, Slitta di Babbo Natale a Torrione, Foresta di Ghiaccio a Pastena, bisognerà attendere l’8 dicembre, mentre per l’apertura dei Mercatini Natalizi a Piazza Sant’Agostino e sul Lungomare, che nulla hanno da invidiare ai tradizionali del nord, la metà di novembre.
Un evento, ormai, quello delle Luci d’Artista di Salerno, conosciutissimo  ovunque ed apprezzato, se anche la città spagnola di Barcellona ha chiesto di servirsi dei nostri artigiani delle luci, per iniziare ad illuminarsi.
Maria Serritiello