Ieri avevo intenzione di andare all'alzata del panno di San
Matteo, un appuntamento che introduce alla festa del Santo Patrono del
21 del mese prossimo, eppure ho mancato di ritrovarmi nello splendido
atrio del Duomo.
Inconsciamente ho fatto altro con il pensiero fisso là
"Salerno è mia io la difendo"
La visceralita' con cui per tutta la vita ho sentito questa
solennizzazione, nessun Moretti di turno, con il dovuto rispetto, può
togliermela. Se non si è salernitani e' difficile capirlo e lui
non lo è ..
Non mi piace l'arcivescovo di Salerno, non capisce i salernitani, non ci accoglie , non ci raccoglie, non gli piacciamo così come siamo fatti, un suo problema più che nostro, noi intanto siamo proverbiali per essere amanti del "forestiero" e lui un uomo di Misericordia qual è avrebbe dovuto ispirarsi a questa solamente, senza imporre una sobrietà di facciata alla processione più sentita dai
fedeli.
La sobrietà si applica a tutto campo come l'amatissimo
Papa Francesco. Bene se così non deve essere perché non limitarsi ai
festeggiamenti solo all'interno della basilica? Le processioni e
le rappresentazioni sacre furono create dalla stessa chiesa a sostegno
e al rafforzo della fede.Ma Moretti e' restato alle lotte delle
investiture...inchini ? Ma quali inchini? Il Santo era un gabelliere e
la finanza e' da Lui protetta...al Comune ? Un invito a che il
"civile"sia illuminato dalle categorie di bene, onestà'
e giustizia che la chiesa va predicando .Va bene Arcivescovo Moretti ,
lei può cambiare ciò che l'aggrada trincerandosi dietro i dettami
della conferenza episcopale, ma sappia che non scalfirà il sentimento
che ogni salernitano ha per il suo Patrono, ne' i miei ricordi di
tanti anni passati nel segno della tradizione che per la chiesa va da
Mose'e dai suoi comandamenti., nella substantia...
Un suggerimento il prossimo anno eviti la spettacolarità della processione della
Madonna che viene dal mare, la prima domenica d'agosto, uno sbarco
più che una solennità , sempre nel segno della sobrietà da lei
individuata ad un unico senso.
CON TE, PROFESSORE KEATING DELL'ATTIMO FUGGENTE SONO STATA MENO SOLA A COMBATTERE E A SMUOVERE LE COSCIENZE. TUTTI I MIEI ALUNNI DOPO AVER VISTO IL FILM PER LORO SONO STATA IL "CAPITANO, MIO CAPITANO". VERO GIANLUIGI SABBARESE?
LA CLASSE IN CUI C'ERA LAURA SCAFURI, SARA D'AVINO MONICA MENOTTI TANIA DI FILIPPO, ROBERTA NEGRI, ARIANNA BOTTA, FRANCESCA ALIBERTI ETANTI ALTRI DI CUI NON DIMENTICO IL VOLTO, LA VOCE, LE CARATTERISTICHE, INSOMMA LA TERZA C DI FISCIANO, DELL'ANNO CHE NON RICORDO, MA E' POI IMPORTANTE L'ANNO, UN GIORNO PRIMA DELLA CHIUSURA DELLA SCUOLA AL MIO INGRESSO SI SONO ALZATI AD UNO AD UNO SUI BANCHI...AVEVANO CAPITO...
GRAZIE FIGLIOLI , GRAZIE...CON VOI HO TRASCORSO I MIEI MIGLIORI ANNI...
LA PROF
Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto, La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.
Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta. Mentre gli occhi seguono la salda carena, la nave austera e ardita.
Ma o cuore, cuore, cuore, O stillanti gocce rosse Dove sul ponte giace il mio Capitano. Caduto freddo e morto.
O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane. Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba; Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano; Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.
Qui Capitano, caro padre, Questo mio braccio sotto la tua testa; È un sogno che qui sopra il ponte Tu giaccia freddo e morto.
Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate; Il mio padre non sente il mio braccio, Non ha polso, né volontà; La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto. Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e suonino le campane! Ma io con passo dolorante Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.
Walt Whitman scrisse la poesia dopo l'assassinio di Abraham Lincoln. Riferimenti metaforici a questo tema vengono ripetuti nel corso di tutta la poesia. La nave ("ship") di cui si parla vuole rappresentare gli Stati Uniti d'America, mentre il viaggio tremendo ("fearful trip") richiama le difficoltà della guerra di secessione americana. Il capitano del titolo ("Captain") è Lincoln.
Con uno schema metrico e di rima convenzionale che è insolito per Whitman, O capitano! Mio capitano! è stata l'unica poesia antologizzata durante la vita di Whitman.