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giovedì 31 ottobre 2013

Barbara Foria in “Meglio un uomo subito che un marito domani” al secondo appuntamento del Ridotto di Salerno.


Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Vederla interagire con il pubblico al Ridotto di Salerno, durante lo spettacolo, il  secondo della stagione “Che comico 2013-2014”, si capisce perché Barbara Foria ha titolato il suo spettacolo “Meglio un Uomo subito che un Marito domani”, rimarcando un vecchio adagio che cita “meglio un uovo subito che la gallina domani.” Così il  proverbio, trasformato in scena da Barbara Foria, ha fatto suo il concetto del prima e del dopo, concludendo che del marito non se ne ha proprio bisogno, come falsa e lusinghiera, si è rivelata,  per tutte le bambine, la favola gioiosa del matrimonio, raccontata all’infinito dagli adulti, con l’ottimistico finale  “e vissero felici e contenti”.

“Io credo nel matrimonio” recita rivolta al pubblico con aria furbetta che fa presagire il contrario “è l’unica istituzione che permette a due persone di superare insieme quei problemi che non avrebbero mai avuto se non si fossero sposati”

Barbara Foria, che tanto successo ha avuto a Colorado, la divertente trasmissione televisiva su Italia 1, nata  nel 2003 da un’idea di Diego Abbatantuono, affronta, nelle sue tirate, i rapporti non proprio idilliaci tra un uomo e una donna che decidono di vivere insieme. Napoletana, precisamente di Pomigliano D’Arco, bionda, occhi verde scuro, snella, laurea in giurisprudenza, nonché abilitazione alla professione ed un largo sorriso empatico, in scena  si muove con naturalezza, anzi con sfrontata disinvoltura, affrontando nel monologo, la realtà della coppia con ottica tutta femminile. Situazioni, non propriamente salottiere, entrano con semplicità nel discorso, così  il ciclo, l’orgasmo, il sesso e l’intimità della vita a due ma anche una passerella di comportamenti maschili che dividono e  aizzano ad arte il pubblico. Barbara ha una parlantina sciolta e comunicativa, per cui non fa fatica a convincere delle sue tesi. Nulla dell’universo femminile  è trascurato, sicché nel suo monologo entra di diritto il capitolo suocera. Le battute su “mammina” si sprecano, Barbara ne ha in serbo tante, tutte condivise dalle donne, sia esse giovani che andate negli anni, mentre gli uomini sorridono a bocca stretta, per loro, si sa, nessuno donna le è simile. Man mano che lo spettacolo va avanti, l’artista estende l’assolo alle nuove abitudini del maschio, l’andar, per esempio, nei centri estetici a depilarsi tutto il corpo, a pinzettare le sopracciglia, a colorare i capelli, che per frequenza supera la donna. L’altra fissa degli uomini d’oggi è il tatuaggio maori, disegnato su tutta la pelle, magari con il nome della donna amata ma a fargli fare la spesa come si deve è tempo perso, così pure rispondere al telefono se lei è sotto la doccia.  Ad uno ad uno i difetti del maschio vengono fuori, per non parlare di quelli accumulati a letto, nessuna meraviglia, dunque, se nella chiusa Barbara Foria  si affida ad un altro proverbio cambiandolo come il primo per cui “ogni lasciato è perso” diventa “ogni lasciato è meglio” se è questa la qualità del maschio attuale. Uno spettacolo ben dosato, arguto e presentato con simpatica scioltezza, buono anche  il linguaggio, mai estremo e se qualche parolina ci scappa, le successive sono forbite ed eleganti.
  
Backstage

Raggiungo Barbara  Foria nel  camerino del Teatro Ridotto, poco prima dello spettacolo. La scopro intenta al trucco e mi trovo invadente, ma lei  molto gentilmente m’invita ad entrare e mi concede l’intervista, continuando, senza imbarazzo, il maquillage. E’ gioviale, espansiva, socievole e subito sento di poter entrare in sintonia con lei. Ho conosciuto i siparietti  di Barbara quest’estate, all’Arena del Mare di Salerno, ospite al Premio Charlot, non avevo mai seguito, invece,  le sue performance a Colorado. La sua vivace comunicativa permette di parlarci in modo informale  e semplicemente con il tu.

D): Barbara che cosa ti ha fatto decidere a non  fare l’avvocato?

R): Non ho mai pensato di farlo, troppo statico, non sopportavo di trovarmi chiusa di pomeriggio in uno studio ed avere a che fare con scartoffie, il diritto mi avrebbe messo l’angoscia. Ho un animo troppo zingaresco e questo lavoro mi permette di viaggiare in una maniera incredibile, in verità dopo dieci anni mi sono stancata anche di viaggiare. Di fare l’avvocato mi sarebbe piaciuto, perché ho sempre avuto una spiccata parlantina, una grande ars oratoria, ma l’idea di svegliarmi la mattina e trovarmi in tribunale non mi andava. Era anche divertente, perché gli avvocati, indossando la toga,  sono degli attori. In effetti non mi sono allontanata di tanto.

D): Hai un modello a cui ti sei ispirata o magari a chi vorresti somigliare?

R): Sono cresciuta con la comicità napoletana, con i Drive In e con Renzo Arbore, un precursore, un maestro a cui rifarsi. Ecco mi piacerebbe fare un programma come “Indietro tutta”, i personaggi di quella intelligente e fortunata trasmissione sono entrati nella storia della comicità. Totò, Troisi, poi,  ed il loro un umorismo avrà sempre valore, quello attuale è differente si deve adeguare al mercato.

D):I testi li scrivi da sola?

R):Si e fino allo scorso anno con la collaborazione di Luciano Reca, un autore storico napoletano, che ha scritto tanto anche per Gino Rivieccio. Luciano è’ venuto a mancare da un anno, una perdita immane per me che lo consideravo come  un padre, mi ha insegnato tutto, incoraggiandomi a non lasciar perdere. Quando mi scrivo i testi sono solita chiedere collaborazione e conferma  agli autori, mi piace avere il loro punto di vista maschile e lavorare in gruppo.

D): Il primo spettacolo a cui hai assistito

R): Di spettacoli ne ho visti tanti, ma ho un ricordo lucido di Peppe Barra e di sua madre Concetta al Cinema Gloria di Pomigliano D’Arco. I miei genitori avevano l’abbonamento ed io non avevo più di sei anni.

D): La comicità femminile è indietro rispetto a quella maschile, quale secondo te la ragione, perché le donne sanno far ridere di meno o cosa?

R): Chi l’ha detto? (perde di botto il sorriso, si fa seria ed è pronta all’arringa…l’avvocato che è in lei affiora )Secondo me ci sono donne che fanno ridere più degli uomini. Sono loro che hanno creato questo stereotipo, perché la comicità nasce uomo, come ogni cosa. Le opportunità sono state date prima a loro e poi alle donne. In sostanza la comicità non è questione di sesso  ma di bravura.

D):Se non avessi avuto successo davvero avresti fatto l’avvocato?

R):Perché ho avuto successo? Io non credo. Non faccio da tantissimo  questo lavoro. E’  da dieci anni che mi sono lanciata da sola, prima ho fatto teatro. No, non credo.

D): La città che più ti piace e  in cui vorresti vivere

R):Io vivo nella città che più mi piace, Roma.Ho lasciato Napoli, 13 anni fa, ma la capitale è priva del mare ed io ne sento la mancanza. La città più bella è senza dubbio, Napoli, come pure Salerno, ieri sera passeggiavo sul lungomare, una meraviglia.

D):Il posto più bello del mondo per te

R):E’ casa mia con la mia famiglia.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu 








martedì 29 ottobre 2013

Al Piccolo Teatro del Giullare "Nel nome del padre" di Luigi Lunari



Dal 2 al 10 novembre 2013
al Piccolo Teatro del Giullare - Stagione 2013/2014
la Compagnia riflessa in uno specchio scuro
in
NEL NOME DEL PADRE
di Luigi Lunari

Regia di Andrea Carraro 


NOTE DI REGIA:
Rosemary e Aldo si ritrovano in un luogo misterioso, dove si potranno liberare dei loro drammatici ricordi per approdare ad una meritata pace eterna. Sono di un'estrazione sociale molto diversa: lei, figlia del vecchio Kennedy e sorella del Presidente assassinato; lui, figlio di Palmiro Togliatti, comunista italiano, perseguitato politico, esule in Russia durante il Fascismo.
Ambedue hanno pagato un durissimo presso alla personalità e alle ambizioni - pur così diverse - dei loro genitori.

CAST:
Rosemary MARIA GIORDANO
Aldo STEFANO PERSIANO

Scene: ANDREA CARRARO
Luci e suoni: VIRNA PRESCENZO

Biglietto: 10 euro

Orari: sabato 2 e 9, ore 21
domenica 3 e 10, ore 18.30

Info:
334.7686331 / 089.220261
compagniadelgiullare@hotmail.it



lunedì 28 ottobre 2013

Luigi Magni ( 21 marzo 1928 +27 ottobre 2013)






È morto  a Roma Luigi Magni. Sceneggiatore e soggettista, aveva firmato come regista tanti film che hanno raccontato magistralmente la sua città: Nell'anno del signoreIn nome del Papa reTosca. Lunga la sua collaborazione con Nino Manfredi. Era nato a Roma il 21 marzo del 1928. I funerali si svolgeranno martedì 29 ottobre nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.  Il regista di "Nell'anno del Signore" e "In nome del Papa Re" aveva 85 anni. Fu a lungo protagonista con le sue commedie ambientate nella Roma risorgimentale, a cavallo tra il dramma e la farsa, spesso affidate all'interpretazione di Nino Manfredi. 










Mutar vorrei...Haiku di Maria Serritiello






Mutar vorrei
quel mio sorriso
che sulla bocca finge

Maria Serritiello

5 luglio 2013


Lou Reed "Il Rock è amore"


Fonte:Il Messaggero.it

Morto Lou Reed, poeta del rock. Il leader dei Velvet aveva 71 anni

La causa della sua morte non è stata resa nota, ma la rivista Rolling Stones ricorda che in maggio era stato sottoposto a un trapianto di fegato


Per il sito della celebre rivista Rolling Stone, le cause della morte sarebbero sconosciute. Il leader dei Velvet Underground era nato il 2 marzo del 1942 a Brooklyn. La rivista ricorda che in maggio l'autore di «Walking on the wild side» si era sottoposto ad un trapianto di fegato. Il suo ingresso tra i pilastri del rock avviene con la fondazione dei Velvet Underground nel 1966, ma la sua carriera è proseguita come solista a partire dagli anni settanta. Il suo ultimo album, Lulu, in collaborazione con i Metallica, è uscito nell'ottobre 2011.

Lou Reed, vero nome Louis Allen Reed già dalla nascita (2 marzo 1942), voleva fare il musicista ispirato dal rock and roll. Suona la chitarra e incide presto un singolo con una band chiamata The Shades. Ma la sua attività e i suoi orientamenti sessuali preoccupano i genitori che lo mandano ad un centro psichiatrico per farlo curare e viene anche sottoposto all'elettroshock cosa che cambia profondamente la sua vita.

All'inizio degli anni 60 si iscrive alla Syracuse University dove studia con il poeta Delmore Schwartz che lo influenza fortemente. Si sposta poi a New York dove diventa compositore pop professionale per la Pickwick Record. Lì conosce John Cale, con il quale nel 1966 fonderà i Velvet Underground. Il famoso album con la banana in copertina arriva nel 1967, si chiama The Velvet Underground & Nico, ed è prodotto da Andy Warhol. Nel '68 esce White Light/White Heat. Ma è a Londra che nel 1970 incide il suo primo album solista Lou Reed, anche se i Velvet Undergroud si riuniranno poi nel 1993 per un grande tour mondiale.

A Londra nei primi anni '70 incontra David Bowie e nasce la loro collaborazione. Con Bowie inizia anche la trasformazione con il look glam del 1972, da cui nasce Transformer che lo lancia facendolo diventare un idolo. Del 1973 è il suo capolavoro maledetto, Berlin che parla di una coppia di tossicodipendenti. Nella sua lunga carriera, fatta di colpi di scena, nel 2000 esce con Ecstasy che ricorda il Lou Reed degli anni Settanta. Tra gli ultimi lavori The Raven, del 2003, tratto dalle poesie di Edgar Alla Poe. Nell'aprile 2008 si è sposato con una cerimonia privata in Colorado con la compagna Laurie Anderson. Il 1 luglio 2013, stando a quanto riferito dal New York Post, Lou Reed è stato ricoverato d'urgenza in un ospedale di Long Island, a New York, il Southampton Hospital, per una acuta forma di disidratazione. Nel maggio precedente, Reed si era sottoposto ad un trapianto di fegato.


sabato 26 ottobre 2013

Addio Zuzzuro

                                Zuzzurr




                         


Andrea Brambilla, conosciuto dal grande pubblico con il nome d'arte di 'Zuzzurro' aveva 67 anni. Brambilla stava combattendo la sua battaglia con un male incurabile. Era nato a Varese nel 1946. Zuzzurro, comico surreale ha fatto coppia con Gaspare,  Nino Formicola 










Con Alan De Luca è iniziata la stagione “Che Comico 2013-2014” al “Ridotto” di Salerno


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Era da un bel po’ che l’attore napoletano, comico, trasformista e presentatore televisivo, Alan De Luca, mancava dal tempio della comicità di Salerno. In passato, con il Ridotto, il cabarettista, ha avuto familiarità, tanto da ricordarne la vecchia sede, ma subito, nell’attuale, si è mosso bene, infilando, una dietro l’altra, battute divertenti, mentre prova, lo spettacolo, ad un’ora dall’inizio e risponde alle domande che gli pongo (ndr).

Camicia e pantaloni neri, alto, fisico asciutto e tempie appena brizzolate, in pubblico si presenta con stile. “A Salerno non vengo spesso” attacca, creando una certa attesa tra i presenti. “Anzi non vengo volentieri, perché con il cognome che mi ritrovo, De Luca… sono accusato di essere raccomandato” Risate d’intesa invadono il piccolo guscio del Ridotto, perché si sa, che in città di  De Luca c’è solo lui, il sindaco. Ingrana bene, Alan, alle prime battute  e furbescamente continua sul tema, nel suo esilarante  monologo,  di cui un pezzo “ A me piace molto camminare e di conseguenza bere per strada alle “fontane”, ma anche i pastori di San Gregorio Armeno sono la mia passione, con tutte quelle “luci accese a natale”. Mi dicono da più parti di decidermi a preferire o la comicità, o il teatro serio ed io rispondo loro che a scegliere non ci penso proprio, mantengo “il doppio incarico”. Tutte battute, le sue, rivolte al primo cittadino, con una satira contenuta e garbata che il pubblico apprezza  molto.

Non si può avere in scena De Luca senza riandare  con la mente alle gag  di TeleGaribaldi, il programma cult, dallo share più alto del Maurizio Costanzo Show, in onda su scala regionale, dal 1996 al 2002 ed ancora dal 2008 al 2009, trasmesso da Teleoggi e Canale 9. Alcune delle sue caratterizzazioni dal manager Aniello Guardascione, al professore Cirillo Pacifico, da Don Vincenzo, ritiratosi in Tibet, al cantante neo melodico Ciruzzo Tozzi, “Nunzia” un tormentone infinito, sono rientrate nella storia della comicità. Al video citofono di Telegaribaldi, infatti,  si presentava un intero sottobosco di personaggi, minoranze, sia pur esistenti, che mai nessuno rappresentava. Ecco il merito di TeleGaibaldi, oltre l’indiscusso talento dei due principali conduttori, Alan ed il bravissimo Lino D’Angiò, è di aver portato in scena con baldanza goliardica, il popolare, il grottesco e  una fetta di umanità con il suo modo particolare di vivere, esagerandone bonariamente i difetti.

A metà spettacolo ecco una sorpresa per il pubblico, chiamato da Alan, suo fraterno amico, sul palco si presenta l’attore Angelo Di Gennaro, che il 23 Novembre prossimo sarà al Delle Arti con lo spettacolo “Mò aggià parlà”, autore Claudio Tortora. Alan e Angelo ingaggiano un esilarante duetto fatto di battute, barzellette e della divertente imitazione di Stanlio e Ollio, un loro vecchio numero.

“Senil sud”, questo il titolo  dello spettacolo, portato al Ridotto da Alan De Luca, è una benevola contrapposizione al “Made in sud” televisivo, interpretato per intero da  giovani comici. Ma lui è la storia e l’ha dimostrato in quasi due ore di spettacolo, con pezzi di bravura ed improvvisazioni, complice Angelo Di Gennaro, altro pilastro della comicità che la città apprezza molto. Un piacevole inizio, sabato alle 21,00 e domenica alle 19,00 di “Che comico 2013-2014” ma per De Luca non è finita qui, infatti tornerà ancora, prima che la stagione comica termini e questa volta al Delle Arti e con un suo musical “ Napoli galleria”.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu







mercoledì 23 ottobre 2013

Il Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno nel novero dei Teatri di Tradizione.






Il Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray

ha comunicato al Sindaco Vincenzo De Luca  e vice ministro delle infrastrutture che il Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno è stato inserito dalla competente Commissione Nazionale nel novero dei Teatri di Tradizione. 

È un riconoscimento storico che premia anni di grande lavoro e sacrifici, spesso solitari, del Comune di Salerno. Una lunga battaglia per la promozione e la tutela della cultura e per ottenere i dovuti riconoscimenti istituzionali. Mentre altrove i teatri chiudevano, a Salerno abbiamo investito sull'eccellenza della produzione e della proposta artistica guadagnando il consenso del pubblico e degli estimatori in Italia ed all'Estero. Desidero ringraziare il maestro Daniel Oren, tutti gli artisti ed i musicisti, le maestranze ed il coro, tutte le duecento persone che stabilmente lavorano per il Teatro Verdi di Salerno per questo risultato straordinario che ci riempie d'orgoglio e c'incoraggia a far sempre di più e meglio.




Animali al ristorante, così cade un tabù


nella foto :Kora Serritiello

Fonte: la Repubblica
di Laura Asnaghi

Dopo spiagge e alberghi, la rivoluzione pet-friendly si estende ai 320 mila bar ed esercizi d'Italia. Chiunque potrà entrare in un locale senza dover più "parcheggiare" fuori l'amico a quattro zampe.  Un "manuale" del ministero della Salute adegua le norme in vigore a quelle comunitarie

SALTANO i divieti e anche i cani potranno entrare nei ristoranti, nei bar, nelle pasticcerie e nelle gelaterie. E così davanti ai locali pubblici di tutta Italia compariranno i cartelli "Qui Fido è il benvenuto". A patto che sia accompagnato dal suo padrone, con tanto di guinzaglio e di museruola. 


A favorire questa rivoluzione, definita "pet friendly", è una piccola nota contenuta in un ponderoso manuale sulle norme igienico sanitarie presentato dalla Fipe, la Federazione che raggruppa i pubblici esercizi che operano in Italia. Alla Fipe fanno capo 200 mila gestori di bar, ristoranti e affini, ma la norma riguarda tutti i 320 mila esercizi aperti dal Nord al Sud d'Italia e quindi il provvedimento a favore dei cani liberi di accedere in spazi finora proibiti avrà un forte impatto. Il manuale dà il via al nuovo corso a pagina 88. In una sola riga si dice che i cani per essere ammessi negli esercizi "devono essere condotti al guinzaglio, muniti di museruola". Una notizia questa che farà la gioia degli oltre 7 milioni di italiani che possiedono un cane. E che finora hanno dovuto fare i conti con i cartelli che impedivano ai loro amati animali di mettere anche una sola zampa dentro i locali pubblici.

Dopo gli hotel e le spiagge, i padroni avranno la possibilità di andare al ristorante in compagnia del loro cane o di prendersi un caffè al bar, senza dover "parcheggiare" Fido in strada, legato a un lampione o a un paletto per le biciclette. 
In tutta Europa la libera circolazione dei cani nei pubblici esercizi, sempre ai guinzaglio e con la museruola, è una norma in vigore dal 2004. "Ma in Italia non è così, non ci siamo ancora adeguati alle disposizioni europee - spiega Lino Stoppani, il presidente della Fipe - , ma con la stesura del nuovo manuale sulle norme igienico sanitarie che devono essere rispettate nei pubblici esercizi abbiamo introdotto questa importante innovazione che fa cadere i divieti". Il manuale è stato redatto con il Ministero della Salute e dunque rispetta tutte le disposizioni di legge. Non solo. Queste nuove direttive hanno il potere di superare gli eventuali divieti stabiliti dalle ordinanze comunali. 

"Il manuale presentato ieri a Milano stabilisce che non ci sono motivi igienici per impedire l'accesso ai cani in un ristorante o in un bar - precisa Marcello Fiore, il direttore generale della Fipe - ovviamente non possono scorrazzare nei locali in cui si cucina o si preparano alimenti e bevande. Ma a parte questa restrizione, frutto anche di buon senso, d'ora in poi Fido non dovrà più stare in mezzo a una strada in attesa del suo padrone".

Comunque, finora in Italia non tutte le Asl, le aziende sanitarie locali, erano contrarie alla presenza di Fido al ristorante o al bar. In alcuni casi c'erano state piccole concessioni, sull'onda delle disposizione europee. Innovazioni spesso però oggetto di contestazioni, che ora vengono superate con questa pubblicazione vistata dal ministero della Salute e che mette l'Italia al passo con l'Europa. Quindi presto dovranno essere rimossi i cartelli "Qui io non posso entrare" per far spazio a quelli "Qui Fido è il benvenuto". 





martedì 22 ottobre 2013

Casa di bambola di Ibsen Compagnia dell'Eclissi Salerno ai “Mercoledì del Macerata Teatro”




Comunicato Stampa


Fonte:Portale della provincia di Macerata



Continua il successo dei “Mercoledì del Macerata

 Teatro”, domani si parla di Ibsen


l velo di Nora. Suggestioni da Ibsen è il titolo del terzo appuntamento con i Mercoledì del Macerata Teatro, organizzati dalle CTR - Compagnie Teatrali Riunite in collaborazione con Scritture brevi, il progetto nazionale che mette in rete diverse università italiane per osservare i fenomeni della lingua di oggi. L'iniziativa si affianca al 45° Festival Macerata Teatro Premio Angelo Perugini con una serie di incontri propedeutici agli spettacoli in cartellone. Casa di bambola è un'opera in tre atti datata 1879 dello svedese Henrik Ibsen, che sarà portata in scena al Lauro Rossi domenica prossima (20 ottobre) dalla Compagnia dell'Eclissi  e a parlarne domani pomeriggio (16 ottobre), alle ore 18, nella  sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti, sarà Pierfrancesco Giannangeli, docente di Storia del teatro all'Accademia di Belle Arti di Macerata. "Casa di bambola- anticipa Giannangeli - diventa un'occasione per approfondire il testo di Ibsen guardando al suo teatro dal punto di vista della lingua. Le didascalie, per esempio, sono quasi una pittura tanto che Ibsen è stato definito il più pittorico degli autori teatrali". Questo mercoledì col Macerata Teatro offrirà interessantissimi spunti di riflessione su aspetti più ampi della produzione teatrale del celebre drammaturgo, mettendone in luce anche questioni meno note. Fra tutte, il legame della tecnica di scrittura di Ibsen con alcune regole di scrittura del testo teatrale contemporaneo. Il professor Giannangeli parlerà anche della figura di Nora, la protagonista di Casa di bambola, della sua diversità in termini di profondità psicologica e della novità che rappresentò per la drammarturgia dell'epoca. Al termine della conferenza, come consuetudine, ai presenti sarà offerta una degustazione di prodotti tipici non solo locali, grazie alla collaborazione con ConfCommercio di Macerata, ZeroLievito di Daniele Elia e la Casa del formaggio di Bianchi Luigi&C.


domenica 20 ottobre 2013

Al Teatro Antonio Ghirelli , Fondazione Salerno Contemporanea, “Fuori”, con Renato Carpentieri




Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

“Fuori”, tratto dal romanzo “A’ la porte”  di Vincent Delecroix,    traduzione di Valeria Cipolloni è presente al Teatro Antonio Ghirelli, Fondazione  Salerno Contemporanea, dal 15 al 20 ottobre 2013.

 Vincent Delecroix  filosofo e scrittore francese, nato a Parigi nel 1969 incentra la sua opera filosofica e letteraria sulle esperienze esistenziali , come l'amore, il canto e il sacro. Renato Carpentieri, interprete e regista dello spettacolo, è affiancato da Valerio Lucchetti e Stefano Patti.

Gli anni li dimostra tutti, il professore di filosofia, mentre dispensa sul pianerottolo ultimi consigli all’allievo che è venuto a trovarlo. Barba incolta, capelli bianchi e con indosso una veste da camera casual, giacca e pantalone di grezzo tessuto ecru, parla, cita filosofi e ne commenta il pensiero. L’allievo, però, ha fretta, deve andar via e sbadato si tira la porta dietro, lasciando il maestro fuori di casa, egli, infatti, con sé non ha le chiavi.  Da quel momento in poi, inizia, per il vecchio professore, uno spiacevole contrattempo, a cui non dà il giusto peso, anzi in principio pensa di risolverlo in breve tempo, rivolgendosi alle tre persone che hanno le sue chiavi: il vicino, la sorella ed il portiere.

 Ben presto, però, si accorge di non essere cosa semplice, intanto è domenica ed il vicino, un single come lui, è fuori per la consueta passeggiata con la vecchia madre, il portiere rozzo ed ostile nei suoi confronti, non ha nessuna intenzione d’interrompere il suo giorno di riposo e la sorella, che abita fuori città, non sa come raggiungerla. In effetti il vecchio studioso si accorge di non essere in grado di affrontare il mondo esterno, tanto dissimile dal suo guscio di casa , dai suoi libri , dai suoi approfondimenti. La realtà si mostra ai suoi occhi spiacevole, legata alla logica del solo potere economico, il “fuori viene ad alterare i cervelli e consuma, fino alla distruzione, le intelligenze. La paura di non essere più al sicuro, nel viaggio surreale della sua mente, è la prima sensazione da dover controllare. Ed eccolo, fermo, solo, dinanzi alla porta chiusa, che altro non è se non la metafora di tutto ciò che non sa più, complice l’età, affrontare. Inizia così il suo vagabondare, reale od irreale, in una città che non accoglie, che non dà soccorso, nel giorno festivo i riti malsani del  mondo globalizzato devono essere rispettati. Ahimè lui non ha, dal momento che è stato sbattuto fuori dalla casa, i totem irrinunciabili di questa società: soldi e telefono. Affondato dalla solitudine, nella città vuota come le persone che la popolano, può incontrare solamente il pensiero filosofico, del resto lui i libri di questa disciplina li scrive per questo, per l’incomunicabilità di cui è vittima. Così il suo pensiero colto ed affinato, analizza l’epoca odierna per criticarne gli aspetti più beceri, più scadenti. Nel monologo che sciorina rileva che tutto è riducibile all’apparire, ogni cosa è catturata dalle immagini,  ed  il mondo globale è una finzione, ognuno, si sa è indifferente all’altro, come per l’incidente dei suoi figli, morti sull’asfalto senza essere soccorsi. Perfino i medici parcheggiano nella malattia i pazienti,  espellendoli dalla casa. Si trova nudo  dinanzi al mondo,  anche se vestito, in un corpo, il suo, che non riconosce ed il viaggio, compiuto nelle pieghe della sua mente, lo fa incontrare con  il padre e la figlia, due persone perse nel tempo ma che ancora riescono a scaldargli il cuore, a comunicargli che non è solo o non più un prodotto intellettivo. Il  volto di Van Dick che quadra sul suo, un gesto che lo nasconde agli altri, è per dire, nel finale, che la bellezza artistica ha ancora cose da dire e solo quando non ci sarà più la filosofia, per dirla con gli Stoici,  non resterà più nulla.

Renato Carpentieri ha ottimamente caratterizzato il personaggio del professore, un’altra sua fine performance, dopo quella dello scorso anno interpretata in “Jucature” dello spagnolo Pau Mirò, a cui ha impresso, in questa come in quella del lavoro passato, efficacia fisicità ed espressiva modulazione della voce. Il testo, costellato di spunti culturali, si lascia seguire con piacere e le tante citazioni filosofiche non risultano fastidiose o farraginose, anzi è il contrario. La scenografia, diviso a metà lo spazio, ha evidenziato con curata semplicità gli ambienti del “fuori”.


Maria Serritiello
www.lapilli.eu


sabato 19 ottobre 2013

Cresce l’attesa per la spettacolare eclissi lunare di questa notte


Fonte: Centro Meteo Italianao .it

La natura, oggi, venerdì 18 ottobre, offrirà l’ennessimo spettacolo con una eclissi lunare che sara’ visibile nei cieli di quasi tutto il mondo. La luna passerà attraverso la debole ombra esterna del pianeta e l’eclissi piu’ profonda si verificherà all’1:50 del 19 ottobre (ora italiana).
Il fenomeno, chiamato “eclissi da penombra”, sara’ piu’ sottile rispetto allo spettacolo offerto da una eclissi lunare totale, ma comunque, garantiscono gli esperti, assisteremo ad un evento astronomico degno di nota.
eclissi lunareI primi a poter godere di questo spettacolo saranno gli abitanti dei Caraibi e della parte orientale dell’America del sud. Nelle successive ore della notte, e alle prime luci dell’alba sarà quindi visibile in Europa, Africa e Asia. Occhi puntati al cielo dunque, per uno degli spettacoli naturali più affascinanti di sempre.









I Venerdì del Giullare di Salerno. Venerdì 25 ottobre, 20,30, primo Appuntamento



               Venerdì della scrittura al Teatro del Giullare

                                "I Giorni del Male"
                                                 di
                                         RoccoPapa 


venerdì 25 ottobre 2013 ore 20,30
Teatro del Giullare
Via Incagliati 2
Salerno
Ingresso Libero


Primo appuntamento con i venerdì della scrittura al Teatro del Giullare:

Incontro con Rocco Papa e il suo libro "I Giorni del Male".

L'autore incontrerà il pubblico accompagnato degli attori della Compagnia del Giullare che 

leggeranno brani del suo romanzo. 

Modera Luca Badiali.


Roma 1960, in punto di morte una donna confessa a Luca, un ragazzo di diciassette anni suo vicino di casa, un orrendo delitto, commesso poco prima che la città fosse liberata dall'occupazione nazista. Quella confessione e due foto, appartenute alla donna, cambieranno per sempre il corso della vita di Luca, che intraprende un difficile viaggio alla scoperta della verità. Verrà scaraventato in un mondo di intrighi e misteri, incrociando il suo cammino con quello di personaggi misteriosi e ambigui e spinto dalle visioni delle vittime di quel crimine.


 Rocco Papa è nato a Salerno il 18 agosto del 1970, dove vive e lavora come giornalista. Nel 2006 per la Ennepilibri di Imperia ha pubblicato il romanzo giallo "Il Sangue dei Primi". Nel 2009 il racconto "il Caffè di Emma", è stato inserito nell'antologia di racconti "Cose a parole", edita dalla Giulio Perrone Editore.

"I Giorni del Male",  con la prefazione di Paolo D'Amato, scrittore e autore, è edito  da Cicorivolta,  


giovedì 17 ottobre 2013

Nicoletta Braschi con “Giorni Felici” ha inaugurato la stagione teatrale del Ghirelli di Salerno

Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Sono stati fragorosi gli applausi tributati a Nicoletta Braschi,  al teatro Antonio Ghirelli di Salerno, giovedì 10 ottobre, per la prima di “Giorni felici” di Samuel Beckett, tanto rimbombanti da superare la copiosa pioggia che ha tamburellato, per tutto il tempo, insistente, sul tetto del teatro. I battimani se li meritava tutti Nicoletta, sia per aver offerto una buona interpretazione del lavoro di Beckett, sia per l’eccezionale prova di memoria, un’ora e 45 minuti in scena da sola.

“Giorni felici”, per la regia di Andrea Renzi e la traduzione di Carlo Fruttero, al Ghirelli, è un classico del teatro contemporaneo, un dramma congegnato in due tempi, che ruotano intorno alla figura di Winnie. Il marito, Willie, interpretato da Roberto di Francesco, in scena c’è ma è come se non ci fosse. Dal canto suo Winnie è una donna di mezza età, borghese, capelli biondi, testa piena di pensieri, di speranze e di ottimismo, anche se è risucchiata dalla disperazione. Il cumulo di terra in cui si mostra infossata  fino alla cintola e nell’impossibilità di sfuggire a questa limitazione, è la chiara metafora della condizione in cui versa la maggior parte delle donne. Esse, secondo il lavoro di Beckett, sono sepolte in casa, come Winnie nell’ammasso di terra ed il deserto che la circonda nella finzione scenica, altro non è che la negazione, nella realtà, di ogni forma di dialogo.  Per questa tematica il lavoro del celebre drammaturgo e poeta irlandese, Premio Nobel per la letteratura nel 1969, è universale, è la denuncia della crisi dell’uomo, della sua non presenza, della sua ormai assenza.

Immobilizzata nella sabbia fino alla vita, nel primo tempo e al collo nel secondo, segno che la sua condizione è peggiorata, Winnie, malgrado l’esistenza di palese alienazione, considera i giorni che le si parano dinanzi “ felici”. Willie, il marito con cui si confronta, è rintanato in un buco alle sue spalle, sì da non poterlo guardare in viso e quando strisciando ne esce carponi è solo per grugnire titoli di giornali. Il suono insistente di un campanello scandisce il giorno ed annuncia la notte. Il parlare di Winnie, ridotto ormai ad un soliloquio, è disseminato di comuni pensieri, di ricordi di buone maniere, di vecchie abitudini, di citazioni di classici, ma anche di suono, quello tenero di un carillon. A sostenere i suoi “giorni felici” è un’inimmaginabile borsa nera, dalla quale attinge la forza, estraendo a poco a poco tutto ciò che le è utile o inutile come specchio, pettine, lima per le unghie, spazzolino e dentifricio, rossetto e cappellino e finanche una rivoltella che, una volta estratta dalla borsa, tiene distrattamente accanto al frivolo ombrellino. Una sola volta, marito e moglie si animano complici e canzonatori ed è quando scorgono una formica di passaggio con un uovo bianco tra le zampine, che altro sottintende. Una coppia alienata la loro ma  che sopravvive fino all’ultimo per la forza radicata di Winnie, che così afferma la propria esistenza.

Il lavoro, che è coinciso anche con l’inizio della nuova stagione teatrale 2013-2014, ha avuto in Nicoletta Braschi, la capace interprete che ha saputo usare ad effetto, per coprire la completa mancanza di movimento in scena, la voce, ora soave e lieve ed ora stridula, sì da sottolineare i passaggi della sua condizione. La recitazione, scarna, si è avvalsa del suo personale delicato e del sorriso evocativo, così apprezzato, oltre che dal pubblico, dal primo cittadino e vice ministro Vincenzo De Luca e dal Premio Oscar 1997, Roberto Benigni, entrambi presenti in sala, di quest’ultimo si comprende l’entusiasmo, in scena c’era sua moglie.

Appena fuori dal teatro, più volte ripetuta nella mente è la frase di Winnie: “ Né peggio, né meglio, nessun cambiamento, nessun dolore, ed è già una gran cosa”.

Maria Serritiello
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Inizia al Ridotto di Salerno la stagione “Che comico 2013-2014


Fonte: www.lapilli.eu
di  Maria Serritiello

A Salerno si comincerà a ridere e di gusto, sabato 19 ottobre alle 21,00 e    domenica 20 alle ore 19,00 presso il Teatro Ridotto, per l’inizio della stagione “Che Comico 2013-2014”.

Il piccolo spazio della comicità salernitana, fu fondato nel 1979, ma è dal 1989 che viene diretto dalla famiglia Tortora, Claudio(padre) prima e Gianluca, (figlio), attualmente. Da più di vent’anni le stagioni comiche si susseguono ininterrottamente con il continuum del Premio Charlot, altro inossidabile successo targato “Tortora”, che ha lanciato in campo nazionale tantissimi comici di fama. A segnare l’inizio, sarà Alan De Luca in  “Senil sud”, per continuare il  26-27 ottobre con Barbara Foria in “Meglio un uomo oggi che un marito domani”
Il 23 Novembre- Angelo Di Gennaro “Mò aggià parlà ” di C.Tortora”
Il 18 Gennaio- Gabriella Germani in “Basta con le solite facce”
L’1-2 Febbraio-Fabian Grutt in “Non so dire di no”
L’8 Febbraio –Mariano Bruno, Gino Fastidio, Due x Duo, da Made in Sud 22-23 Febbraio Dino Paradiso in “Il problema è la comunicazione”
L’ 8 Marzo-Anna Mazzamauro.

Il cartellone con tanti personaggi noti promette sicuro divertimento, per cui “Buona risata a tutti”, come ogni volta ripetano agli spettatori, Claudio e Gianluca Tortora.

Maria Serritiello
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