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martedì 31 gennaio 2012

Col cuore Celentano a Sanremo



E' sempre "Il ragazzo della via Gluk", il tempo non l'ha cambiato, quello che all'oratorio sognava "Azzurro", in un pomeriggio d'estate e nel pugno serrava stretto una carezza anche se ad un tradimento non avrebbe perdonato. L'emozione non ha voce, recita un suo pezzo da più di 10 anni, canzone divenuta un cult, ma tutte le sue canzoni hanno ed hanno avuto voce, per emozionare intere generazioni,i suoi sermoni al limite del surreale sono la voce alle parole di tutti.Imprevedibile,libero da alcun padrone,è un personaggio che incute timore, se deve parlare alla vasta platea di Sanremo. Si è tentato di screditarlo, attraverso le false notizie del compenso che avrebbe percepito e lui,ancora una volta regale, ha dato lezione di stile. Così i serpi possono rasserenarsi e prendere esempio... invece di sputare veleno. Adriano Celentano non solo è un'artista di portata mondiale ma anche un uomo impegnato seriamente nel sociale.
(Maria Serritiello)

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Fonte: Virgilio notizie
E' Giamnarco Mazzi, direttore artistico del Festival a parlare: "La polemica su questa questione mi pare prestestuosa e anche un po' ipocrita. Mi sembra ci sia più paura che Celentano parli anziché cantare". Poi, sfogliando la bozza dell'accordo di Celentano, rivela: "Il suo contratto prevede 1, 2 o tutte le serate. Se ne farà una percepirà 350.000 €. Se due, 700.000. Se 3 o più 750.000. Celentano ha contattato 7 sindaci di altrettante città. Quelli che lui ritiene 'i magnifici 7 sindaci', nel senso di più a contatto con la propria gente, e precisamente: Tosi a Verona, Pisapia a Milano, Renzi a Firenze, Alemanno a Roma, Emilinao a Bari, Zedda a Cagliari. A questi ha chiesto di segnalare i nomi di famiglie in assoluta povertà, totalmente bisognose

"In caso faccia una sola serata e percepisca quindi 350.000 €, 100.000 andranno a un ospedale di Emergency in zona di guerra che lui comunicherà e 250.000 a 13 famiglie segnalate. In caso di 700.000 € di compenso, 200.000 andranno a 2 ospedali di Emergency a rischio chiusura e 500.000 verranno destinati a 25 famiglie. Gli eventuali 50.00 in più ad altre 2 famiglie in difficoltà".

"A Sanremo Adriano consegnerà a un notaio i nomi delle famiglie bisognose, in una busta chiusa, coi nomi dei sindaci che le hanno segnalate, e i soldi saranno consegnati in forma privata ma alla presenza di Claudia Mori o di Celentano o in ultima battuta di Gianmarco Mazzi". "Delle tasse si fa carico lo stesso Celentano, così come delle spese della sua permanenza a Sanremo. Quindi viene al Festival non solo senza guadagnare ma rimettendoci del suo. E' un segnale forte che ci farà riflettere".

A mezzanotte sai
che io ti penserò
ovunque tu sarai, sei mia
e stringerò il cuscino fra le braccia
mentre cercherò il tuo viso
che splendido nell'ombra apparirà
mi sembrerà di cogliere
una stella in mezzo al ciel,
così tu non sarai lontano
quando brillerai nella mia mano.
Ma non vorrei che tu
a mezzanotte e tre,
stai già pensando a un altro uomo.
Mi sento già sperduto
e la mia mano
dove prima tu brillavi,
è diventata un pugno chiuso, sai.
Cattivo come adesso
non lo sono stato mai,
e quando mezzanotte viene,
se davvero mi vuoi bene,
pensami mezz'ora almeno,
e dal pugno chiuso
una carezza nascerà.
E stringerò il cuscino fra le braccia
mentre cercherò il tuo viso
che splendido nell'ombra apparirà.
Ma non vorrei che tu
a mezzanotte e tre,
stai già pensando a un altro uomo.
Mi sento già sperduto
e la mia mano
dove prima tu brillavi,
è diventata un pugno chiuso, sai.
Cattivo come adesso
non lo sono stato mai,
e quando mezzanotte viene,
se davvero mi vuoi bene,
pensami mezz'ora almeno,
e dal pugno chiuso
una carezza nascerà









Lallo Circosta al Ridotto di Salerno



FOTO DI E CON MARIA SERRITIELLO

Lallo Circosta, bravissimo attore che imita Antonio Cassano a "Guida al Campionato




Popoplo 'e Tammurriata 2012



POPOLO ‘e TAMMURRIATA
Canti a cumpagnia
Parole, storie, musiche di migrazione e lavoro

3-4-5 febbraio 2012
Circolo Arci MUMBLE RUMBLE
Via Loria, 35 - Salerno

“POPOLO ‘E TAMMURRIATA” giunge alla IV edizione tra conferme e novità, anteprime, immagini, storie e racconti, canti e passi…
3, 4 e 5 febbraio 2012, appuntamento ormai fisso al primo week end di febbraio, in concomitanza con la Candelora, la ‘festa della luce’ che apre l’anno delle feste legate al culto delle madonne e della terra: “O juorno da’ Candelora estate dinto e vierno fora”.
Canti a cumpagnia Parole, storie, musiche di migrazione e lavoro, è l’ideale dedica di quest’anno.
Sin dall’inizio, ogni edizione è stata ‘dedicata’: il primo anno “Zampogna, Tammorra e Chitarra Battente”; il secondo “Sicilia, Calabria e Campania”; il terzo “150 anni dell’Unità d’Italia”.
Le parole dei canti di lavoro e di migrazione, quelle pronunciate a distesa o sottovoce, nella ripetitività dei gesti quotidiani, aspre e malinconiche o concitate e gioiose, quelle parole che danno forza, portano il ritmo e al contempo fanno compagnia saranno il filo conduttore dell’edizione 2012 nel tentativo di andare un po’ più a fondo nel messaggio e nel portato emotivo su cui i canti popolari sono costruiti e di cui troppo spesso solo gli ‘anziani’ sono custodi.
Rendere accessibili, conosciuti e quindi replicabili i testi e gli schemi di canti come la Tammurriata, la Pizzica e gli stornelli delle sonate popolari contribuisce non solo alla tutela ma soprattutto alla divulgazione consapevole e vuol dire innanzitutto dare il via a un percorso di conservazione e tutela di un quel prezioso patrimonio culturale immateriale altrimenti a forte rischio di estinzione.
Location: Mumble Rumble. Tutte le attività della tre-giorni, dal primo pomeriggio del venerdì alla tarda sera della domenica avranno come ambientazione gli spazi, di recente rinnovati, del Circolo Arci Mumble Rumble. La scelta di migrare dal centro storico, dalla saletta dell’Albergo per la Gioventù Ave Gratia Plena, alla zona orientale della città presso le sale del Mumble Rumble è stata dettata, oltre che dalla consolidata collaborazione tra l’Associazione Daltrocanto e l’Associazione Arci Mumble Rumble, dalla necessità di poter offrire all’utenza spazi più ampi e versatili, accessibili a tutti e con tecnologie più idonee a rendere giustizia tanto alle esecuzioni musicali quanto alle riproduzioni audiovisive; senza essere penalizzati dal traffico cittadino.
Il programma 2012 si presenta particolarmente articolato e accattivante: dal focus di apertura Fare rete nella tradizione e nella cultura popolare - momento di analisi e riflessione sull’importanza della cooperazione e del coordinamento tra le realtà che operano nel settore - alle diverse presentazioni di lavori discografici dal segno più o meno “tradizionale”; dalla mostra video-fotografica di Alfio Giannotti sulle principali feste tradizionali ai tanti contributi di cantori e suonatori.
Popolo ‘e Tammurriata sarà anche l’occasione per la presentazione ufficiale del video “Lu trenu de lu suli”, cortometraggio-musicale, prodotto dall’Associazione Daltrocanto, che racconta per immagini e note la storia sempre attuale dei popoli che in difficoltà hanno abbandonato le proprie terre d’origine, le case, gli affetti, per cercare fortuna altrove. La toccante ballata di Ignazio Buttitta “Lu trenu de lu suli” dedicata alla tragedia di Marcinelle che, nel 1956, vide la morte di 136 minatori italiani, rivisitata dalla Compagnia Daltrocanto fa da colonna sonora al video e insieme spunto per accomunare idealmente la condizione di vita degli immigrati che ogni giorno arrivano nel nostro paese a quella dei tanti nostri connazionali costretti anch’essi, nel secolo scorso alle medesime drammatiche scelte. Il brano è contenuto nel terzo lavoro discografico della Compagnia Daltrocanto “Ce sta sempe ‘nu sud” di cui sarà offerta un’anteprima a conclusione della serata.

La convivialità resta il principio fondamentale e basilare di tutto l’impianto organizzativo, esibizioni, conversazioni, incontri, danze e proiezioni culmineranno, la domenica sera, nella festa conclusiva, la TAMMURRIATA COLLETTIVA divenuta ormai ‘tradizionale’ e irrinunciabile di cui saranno protagonisti principali cantori, suonatori e ballatori tradizionali, e tutti coloro che vorranno unirsi.



Popolo 'e Tammurriata è un progetto ideato e prodotto dall'Associazione Daltrocanto in collaborazione con il Circolo Arci Mumble di Salerno.
La manifestazione è interamente autofinanziata.
Con il patrocinio morale del Comune di Salerno.
L’ingresso è libero e gratuito.


PROGRAMMA

POPOLO ‘E TAMMURRIATA
3, 4, 5 febbraio 2012

Circolo Arci Mumble Rumble
Via Loria 35 – Salerno

CANTI A CUMPAGNIA
Parole, storie, musiche di migrazione e lavoro

venerdì 3 febbraio
dalle ore 18.00 alle 22.00

Fare rete nella tradizione e nella cultura popolare
Antonio Giordano - Presidente Associazione Daltrocanto
Benedetto De Santis - Presidente Circolo Arci Mumble Rumble
Ermanno Guerra - Assessore alla Cultura del Comune di Salerno
Paolo Apolito - Docente di Antropologia Culturale presso l'Università Roma Tre
Santino Spinelli - Musicista e Presidente FederArtRom
Presentazione video Lu trenu de lu suli
Bruno Mauro - Direttore musicale della Compagnia Daltrocanto
Paolo Battista - regista
Moussa Baye Fall - Rapper
Francesco Petraglia - Segretario Generale CGIL Salerno
Toni Viterale - Sindaco del Comune di Rofrano
Pasquale Longo - Presidente CSVS Sodalis
Presentazione del lavoro discografico
Con la pietra nera – voci dal popolo contadino
Antonio Matrone (‘o Lione)
Uno strumento migrante: la tromba degli zingari
Daniele Bartiromo - suonatore di marranzano
Domenico Bevilaqua - costruttore
Tra curnicielli e carnevali
Fragorio
Presentazione del CD Yemaya Etnomusicproject
Yemaya
Presentazione del CD Anima Taranta e del Progetto Ritmi Lucani
Pietro Cirillo (Tarumba)
Anteprima Ce sta sempe ‘nu sud
Compagnia Daltrocanto

sabato 4 febbraio
dalle ore 18.00 alle 22.00

Danzare Insieme- A tambur battente & ciaramella squillante
Floriana Attanasio
I volti i gesti i luoghi della tradizione
Video mostra di Alfio Giannotti
Archivio Emigrazione Cilento: un progetto in divenire
Alfonso Toscano e Gianluca Zammarelli
Parole sul tamburo
Carmine Falanga
Canti polivocali dell’Agro-Nocerino-Sarnese
Biagino De Prisco
Suoni arcani dalla Ciociaria
Gli Zampognari Arcesi
L’organetto nella pizzica del Salento
Donatello Pisanello (Officina Zoè)
Cantare i Briganti
Benedetto Vecchio (MBL) con Diego Micheli, Marco Iamele, Gennaro Del Prete e Daniela Abbate

domenica 5 febbraio
dalle ore 17.00
TAMMURRIATA COLLETTIVA con Tarantella di Montemarano; In-canto di antichi suoni; Imad Zebala; Pino Iove; Biagino De Prisco; Picarielli; La Paranza d'’o Lione; Rareca Antica; Antonio Esposito detto Tonino ‘o stocco, e tanti altri…


Direzione: Antonio Giordano
Comunicazione: Floriana Attanasio
Coordinamento: Maria Alessandra Rocco
Fonica: Benedetto De Santis
Staff organizzativo: Daniele Caputo, Assunta Cicalese, Carlo Del Galdo, Giuliana Forte, Francesco Gambardella, Rosita Gigantino, Flavio Giordano, Marilinda Gonnella, Luca Intiso, Luca Lanzara, Loredana Marino, Vincenzo Mastuccino





Cogne, 10 anni dopo il delitto


FONTE:VIRGILIO NOTIZIE

Il delitto che fu seguito come un reality

Spaccò l'Italia tra innocentisti e colpevolisti. Ancora oggi turisti in pellegrinaggio a Montroz. Probabile scarcerazione di Annamaria Franzoni nel 2014


Dieci anni fa esplodeva il caso Cogne: il 30 gennaio 2002 a Cogne (Aosta) avvenne l'omicidio del piccolo Samuele, 3 anni. Il 21 maggio 2008 la Corte di Cassazione riconobbe definitivamente come colpevole del delitto la madre del piccolo, Annamaria Franzoni.

Il delitto di Cogne rappresenta uno dei casi di cronaca nera più seguiti e discussi degli ultimi anni. Ad alimentare la risonanza del caso concorsero numerosi elementi, oltre, naturalmente all'atrocità del delitto in sé (l'esame autoptico rivelò come causa del decesso del bambino una serie di colpi - almeno diciassette - sferratigli con un corpo contundente alla testa).
Nei confronti della madre di Samuele, iscritta fin da subito nel registro degli indagati, il pubblico si divise in colpevolisti e innocentisti. La figura di Annamaria Franzoni risulta fin dall'inizio particolarmente controversa: 30 anni all'epoca del delitto, bella, benestante, abita una confortevole villetta insieme al marito e al fratello maggiore di Samuele, Davide (allora aveva 7 anni), in una delle più belle valli del comprensorio aostano. Si è sempre dichiarata innocente.

Ma se l'opinione pubblica è spaccata, i giudici dei tre gradi del processo sono concordi nel ritenere Annamaria Franzoni colpevole di omicidio. Le prime frasi pronunciate al telefono con il 118 ("Il mio bimbo vomita sangue"), il pigiama della donna inzuppato di sangue, le macchie sugli zoccoli, gli otto minuti passati dalla Franzoni fuori casa per accompagnare l'altro figlio allo scuolabus... sono alcuni degli indizi sui quali la procura costruisce l'impianto accusatorio. Nemmeno l'intervento del celebre avvocato Taormina riesce a evitare alla propria cliente la condanna.
Secondo il Giudice delle indagini preliminari Annamaria è colpevole: sono 30 anni di carcere, comminati con la sentenza del 19 luglio 2004.

Il 27 aprile 2007 la Corte d'Assise d'appello conferma l'accusa del primo grado, riducendo la riduzione di pena a 16 anni di reclusione per il rito abbreviato e la concessione delle attenuanti generiche.
Queste le motivazioni della sentenza, rese note il 19 ottobre 2007: "La Corte non può non tenere conto del fatto che Annamaria Franzoni ha sofferto di un reale disturbo, che rientra nel novero delle patologie clinicamente riconosciute (degne anche di trattamento terapeutico), ma che nel sistema giuridico-penale vigente non costituisce di per se stesso infermità che causa vizio di mente".

Il processo si chiude definitivamente il 21 maggio 2008, a sei anni e quattro mesi dalla tragedia, quando la Cassazione rese definitiva la condanna a sedici anni di carcere (ridotti a tredici per l'indulto), che Annamaria Franzoni sta scontando nel carcere bolognese della Dozza.

Intanto a Cogne continua la processione sui luoghi del delitto. Un gusto per il turismo macabro e morboso alimenta un ininterrotto flusso di persone nella casa di Montroz, in forma più contenuta rispetto al passato, ma che continua nonostante siano trascorsi dieci anni dal fatto. La villetta di Annamaria e Stefano Lorenzi è diventata il set di un crimine seguito come un reality show, best seller mediatico di una 'giustizia' parallela, cucinata tra il piccolo schermo e internet.

lunedì 30 gennaio 2012

Napolitano, governo Monti deve andare avanti


FONTE:ANSA.IT

Il governo Monti deve andare avanti, dice Giorgio Napolitano nella lectio magistralis a Bologna. "E' nell'interesse comune che lo sforzo appena intrapreso con significative proiezioni in sede europea continui e si sviluppi in un clima costruttivo"

Napolitano ha invitato a un "corretto confronto" tra Governo e forze sociali sottolineando il rischio di reazioni fuori misura ai provvedimenti legislativi che potrebbero sfociare in "ribellismo" e "violenze inammissibili"

Il capo dello Stato ha aggiunto che: "dei partiti, come della politica, bisogna avere una visione non demoniaca, ma razionale e realistica. Tra il rifiutare i partiti e il rifiutare la politica, l'estraniarsi con disgusto dalla politica, il passo non è lungo ed è fatale, conduce alla fine della democrazia e quindi della libertà".

La sua nascita, ha detto, è frutto del "logoramento della maggioranza di Governo e dell'emergere di un rischio di vero e proprio collasso finanziario pubblico", una soluzione fuori dagli "schemi ordinari". "Interesse comune che lo sforzo appena intrapreso continui" e realizzi "politiche ormai urgenti di risanamento finanziario e di riforma di non più sostenibili assetti economici e sociali".

Ecco alcuni punti principali dell'intervento del Presidente della Repubblica:

L'IMPEGNO POLITICO SI E' APPANNATO - "Assistiamo certamente da qualche tempo all'appannarsi di determinati moventi dell'impegno politico inteso come effettiva e durevole partecipazione" ha detto nella Lectio magistralis all'università di Bologna. E' ciò avviene, "anche per effetto di una perdita di efficacia persuasività e inclusività del sistema politico, una crisi che richiede riforme"

LEADERSHIP EUROPEE INCERTE FAVORISCONO POPULISMO - Di fronte alla crisi iniziata nel 2008 "le risposte delle leadership politiche e di governo nazionali si sono fatte più incerte e problematiche. Si è esteso in varie parti di Europa il fenomeno di reazioni populiste, di aperto rigetto dei vincoli di corresponsabilità e solidarietà europea, di anacronistica difesa di posizioni acquisite e di privilegi corporative"

VISIONE NON DEMONIACA DI PARTITI E POLITICA - "Dei partiti, come della politica, bisogna avere una visione non demoniaca, ma razionale e realistica. Tra il rifiutare i partiti e il rifiutare la politica, l'estraniarsi con disgusto dalla politica, il passo non è lungo ed è fatale, conduce alla fine della democrazia e quindi della libertà"

PARLAMENTO PROVI A FARE LE RIFORME - Napolitano ha nuovamente invitato forze politiche e Parlamento a verificare "la possibilità di definire o di prospettare credibilmente revisioni di norme della seconda parte della Costituzione", dando prova "del loro senso di responsabilità

TRASPARENZA MORALE E COMPETENZA NEI PARTITI - Ai partiti chiede di scegliere "candidati a ruoli di rappresentanza istituzionale che presentino i necessari titoli di trasparenza morale e competenza" come serve per recuperare "fiducia e prestigio" di fronte alle reazioni a comportamenti del passato e per "restituire voce ai cittadini-elettori"

Nella terra dei sogni di Dionisio Del Grosso




Mercoledì 1 febbraio 2012 ore 18
Sede Fai
Via Porta Catena,50

Nella terra dei sogni
di
Dionisio Del Grosso

Presentazione e cura dell'evento: Umberto Flauto
Reading: Marisa Annunziata e Milva Carrozza

BIOGRAFIA DIONISIO DEL GROSSO

Dionisio Del Grosso, veterinario di campagna, (come lui stesso si ama definire), è nato a Eboli (SA) nel 1957, svolge la sua professione nella Piana del Sele occupandosi prevalentemente di vacche e bufale.
Dipinge dal 2006 ed ha presentato le sue opere in diverse personali e collettive in Campania. I suoi dipinti descrivono e ritraggono frequentemente scene di vita rurale legati al mondo degli animali, in cui egli stesso è testimone e protagonista; infatti proprio il suo lavoro, che lo porta a girare in lungo e largo nelle campagne del suo comprensorio, gli ha dato lo spunto per fissare su tela le emozioni raccolte. I colori sono forti, pieni, solari e le "sue bestie" sono immortalate in modo particolare, in quei momenti in cui riusciamo a cogliere nei loro sguardi un colloquio, un'intesa, uno scambio emotivo che solo chi ama gli animali e convive con essi, sa vedere.
Nel 2008 ha pubblicato per la casa editrice Noitrè il libro “Nel mondo delle mie bestie” in cui le "cromatiche visioni" dei suoi dipinti si accompagnano alle sue parole che narrano in modo semplice e deciso aneddoti, spaccati di vita vissuta in un mondo che, in una frenetica trasformazione, perdendo la sana genuinità, diventa ricordo e sbiadisce come una vecchia fotografia segnata dai ricami del tempo.
Nelle pagine del libro, Dionisio Del Grosso, veterinario innamorato del suo mestiere, la sua realtà la descrive, la dipinge, la fotografa facendo balzare fuori a tutto tondo la figura di un professionista , di un artista, ma soprattutto di un uomo onesto dalla sensibilità eccezionale.
Nel 2010, sempre per la casa editrice Noitrè, ha scritto "Nella terra dei sogni" in cui ci riporta in quel particolare microcosmo, ma con uno sguardo più attento alla realtà in cui viviamo. Alcune pagine, ripercorrendo un passato prossimo e lontanissimo, toccano vette di vera poesia.



PRESENTAZIONE DIONISIO DEL GROSSO
di UMBERTO FLAUTO

L'interesse di Dionisio è la natura e tutto quel mondo che ruota intorno a lei, in particolare quello degli animali, quello dell'aia , delle stalle e... quello di quegli uomini, tutti quegli "eroi" che ancora credono nel lavoro della terra, quella vista in funzione del recupero delle tradizioni e del rispetto verso una qualità della vita di un passato che sembra ormai perso. Il suo è un racconto che gioca tra la parte verbale e quella iconica diventando, nella sua espressione più candida, una interessante forma d'arte. Lui non desidera essere un'artista, lui vuole essere un menestrello della quotidianità, di quel lento ma costante divenire che i contadini, gli uomini delle masserie, portano avanti senza sosta. Nei suoi scritti ma ancora di più nelle sue tele, si legge il lavoro, l'impegno, il senso della famiglia e della partecipazione, i volti felici ma non soddisfatti, il credere nella vita, quella vita che qualcuno ha scelto per loro e che loro rispettano come segno di continuità con la loro storia e con il percorso dei loro avi. Dionisio non è andato lontano nella sua scelta: lui è "veterinario di famiglia", un modo antico di concepire il lavoro dove si sceglie di diventare "medico amico" di una storia familiare, diventando colonna portante del sistema affettivo e risolutore di mille piccoli problemi proprio come un padre aggiunto. Dionisio è un uomo d'altri tempi che ama raccontare se stesso e gli altri attraverso questo suo modo di esprimersi perché non è la "parola parlata" che lo rappresenta. Il suo modo è quello semplice dove le parole sono ampiamente superate dagli sguardi, dalle intese, dai fatti, in un mondo dove il tempo ha ancora il sapore del tempo e dove la stretta di mano è una saldatura impossibile da sciogliere.

Poetionline per voi



FONTE:FACEBOOK


Concorso di Poesia

Poetionline

1° Edizione

Il sito nato per concedere spazio a chi scrive e vuole veder pubblicate le proprie poesie:
http://www.poetionline.altervista.org

Oltre alla gara, “poetionline” offre visibilità nel sito, e a titolo gratuito, tutti i partecipanti avranno modo di ricevere in formato e-book (libro elettronico), dove saranno inserite le poesie e volendo anche la foto di tutti i partecipanti.
Alla gara a tema libero si partecipa inviando:
*Esclusivamente in formato world spaziatura 14 la propria poesia entro e non oltre il 20/03/2012, scrivendo sullo stesso foglio che il lavoro è opera del proprio ingegno e assumendosi la responsabilità civile e penale di eventuali plagi di copyng.
*Allegare la foto in formato jpg se si vuole che nell’e-book venga inserita accanto alla propria poesia.
*Sempre allegato alla foto inviare il consenso ad usare la suddetta foto.
*La quota di partecipazione è di € 10,00 (dieci) (per il lavoro di creazione sito e libro e-book)
**Sono vietati lavori che inneggiano a violenza, pedo-pornografici, razziali e tutto ciò che viola le leggi dello stato Italiano. A tale scopo si precisa che, se ciò fosse riscontrato in lavori inviati, saranno cestinati e senza nessun rimborso della cifra inviata.
*I lavori dovranno pervenire entro e non oltre il 20/03/2012
*I risultati saranno resi noti il giorno *08/04/2012 pubblicati nel sito: www.poetionline.altervista.org
* è da definire la possibilità di una premiazione finale
NB: foto, poesia, dichiarazione di responsabilità, liberatoria, devono essere inviati in un unica soluzione così come: foto o copia scannerizzata della ricevuta di accredito.
Attraverso l’indirizzo: ipoetionline@gmail.com inviare richiesta di partecipazione
Riceverete una mail in cui si definisce come inviare la cifra sopra citata.
Successivamente inviare: foto, poesia, dichiarazione di responsabilità, liberatoria, in un unica soluzione così come: foto o copia scannerizzata della ricevuta di accredito.

Direzione
Poetionline

domenica 29 gennaio 2012

E' morto l'ex presidente Oscar Luigi Scalfaro


FONTE:CORRIERE DELLA SERA.IT

“Io difendo la Costituzione, dico che dobbiamo stare insieme. Come durante la Resistenza. C'erano i comunisti, i liberali, i cattolici, i monarchici. Nessuna parentela fra loro. Il denominatore comune era la riconquista della libertà. Quando parlo, è vero, la gente alla fine si alza e applaude a lungo. Forse è il rispetto per la mia vecchiaia. Ma i giornali non ne parlano.„

“Non scrivete mai sotto dittatura e sotto dettatura.„

Aveva 93 anni, è stato al Quirinale dal 1992 al 1999 e parlamentare per tutta la storia repubblicana

NAPOLITANO: «È stato un esempio di coerenza e di integrità morale»


Il presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è morto in mattinata. Aveva 93 anni. La notizia del decesso è stata diffusa inizialmente via Twitter, anche dal direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli. Magistrato, è stato capo dello Stato dal 1992 al 1999 e prima della nomina al Quirinale è stato ininterrottamente deputato per l'intera storia repubblicana, a partire dal primo Parlamento repubblicano eletto nel 1948 e, prima ancora, dall'assemblea Costituente del 1946. Più volte ministro, da senatore a vita ha aderito al Partito democratico. Così come era successo a due altri suoi predecessori, Pertini e De Nicola, ha ricoperto anche le altre due principali cariche dello Stato, ovvero la presidenza del Senato, seppure in via provvisoria all'inizio della XV legislatura, e quella della Camera.

E UN GIORNO DISSE: "NON CI STO"La sua presidenza è stata particolarmente significativa: eletto due giorni dopo la strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. Nel corso del settennato dovette gestire il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica e la transizione dagli anni di Tangentopoli. Celebre la sua frase «non ci sto», pronunciata la sera del 3 novembre 1993 a reti unificate, per difendersi dalle accuse di avere gestito fondi neri ad uso personale nell'epoca in cui era stato ministro dell'Interno. In quell'occasione Scalfaro parlò di «gioco al massacro» e imputò l'esplosione dello scandalo Sisde ad un tentativo di infangare la presidenza della Repubblica come ritorsione della vecchia classe politica che le inchieste di «Mani Pulite» avevano decimato.

UNA VITA PER LE ISTITUZIONI - Nato a Novara il 9 settembre 1918, vedovo di Maria Inzitari dalla quale ha avuto una figlia, Marianna, si era laureato in Giurisprudenza nel 1941. Chiamato alle armi e assegnato al 38° Reggimento di Fanteria a Tortona, venne congedato, in quanto magistrato, nell'ottobre del 1942. Il 2 giugno 1946 venne eletto per la prima volta alla Costituente nelle liste della Dc. Poi, dal 1948 al 1992 è stato eletto ininterrottamente alla Camera sempre nelle fila della Dc. Non è mai stato presidente del Consiglio: nell’aprile del 1987, dopo le dimissioni del Governo presieduto da Bettino Craxi, l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga gli conferì l’incarico di formare il nuovo governo ma, constatata l’impossibilità di comporre un gabinetto di coalizione, rinunciò all’incarico dichiarandosi indisponibile a formare un governo monocolore democratico-cristiano. E' stato per poco più di un mese, dal 24 aprile 1992 al 25 maggio dello stesso anno, quando venne appunto eletto presidente.

"ESEMPIO DI COERENZA E INTEGRITA'" - Immediato il cordoglio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "È con profonda commozione che rendo omaggio alla figura di Oscar Luigi Scalfaro nel momento della sua scomparsa, ricordando tutto quel che egli ha dato al servizio del paese, e l'amicizia limpida e affettuosa che mi ha donato - ha detto in una nota il capo dello Stato -. È stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell'Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale. Si è identificato - ha aggiunto Napolitano - col Parlamento, cui ha dedicato con passione la più gran parte del suo impegno. Da uomo di governo, ha lasciato l'impronta più forte nella funzione da lui sentitissima di ministro dell'Interno. Da Presidente della Repubblica, ha fronteggiato con fermezza e linearità periodi tra i più difficili della nostra storia. Da uomo di fede, da antifascista e da costruttore dello Stato democratico, ha espresso al livello più alto la tradizione dell'impegno politico dei cattolici italiani".



sabato 28 gennaio 2012

Segni di luce su carta di Nello Ferrigno al “Catalogo” di Salerno

Segni di luce su carta di Nello Ferrigno al “Catalogo” di Salerno

Guida completa alle liberalizzazioni


FONTE: Corriere della Sera
DI M. Antonietta Calabrò

Famiglie, atenei e carte d'identità
L'Italia più facile
Un «voto» per i manager pubblici. Il libretto universitario solo online


Il decreto-legge «semplifica Italia» è stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri dopo una riunione durata sei ore. È il terzo «pacchetto» di interventi legislativi urgenti adottato in due mesi, per rimettere in moto l'Italia. Si tratta di una riforma strutturale che introduce semplificazioni per i cittadini e per il mondo dell'economia nei loro rapporti con la Pubblica Amministrazione, in linea con le raccomandazioni della Commissione Europea e di altre istituzioni internazionali. Il Paese nel suo complesso risparmierà molto tempo e molto denaro.


Vantaggi per i cittadini
Le misure di semplificazione per i cittadini si propongono di migliorare la qualità dei rapporti che ciascuno di noi ha quotidianamente con le strutture pubbliche. Innanzitutto, il cittadino avrà diritto ad ottenere risposte e tempi certi. Non più, dunque, lunghe attese per ottenere un documento, moduli amministrativi complicati e uffici pubblici inaccessibili. Il cambio di residenza, ad esempio, avverrà con modalità telematica e produrrà immediatamente, al momento della dichiarazione, i suoi effetti giuridici in modo da evitare i gravi disagi determinati dalla lunghezza degli attuali tempi di attesa. Una novità che riguarda quasi un milione e mezzo di italiani.
L'iscrizione nelle liste elettorali, i certificati anagrafici o il rinnovo dei documenti di identità (nel giorno del compleanno, per evitare gli inconvenienti che derivano spesso dal non ricordarsi della scadenza), la partecipazione ai concorsi pubblici: oltre 7 milioni di comunicazioni ogni anno verranno effettuate esclusivamente in via telematica. I cittadini avranno tempi più rapidi nella trascrizione degli atti di stato civile (nascita, matrimonio e morte). Inoltre, con la medesima modalità sono previste le comunicazioni tra Comuni e Questure relative ai cartellini delle carte d'identità e alle iscrizioni, cancellazioni e variazioni anagrafiche degli stranieri. Questo consentirà un risparmio quantificabile in almeno 10 milioni di euro all'anno (tenendo conto solo delle spese di spedizione).
Le persone disabili potranno usare il verbale di accertamento dell'invalidità (anziché le attuali plurime attestazioni medico-legali) per ottenere anche i contrassegni per parcheggiare nel centro storico, l'esenzione dal bollo e dall'imposta di trascrizione al Pra, e il regime agevolato di Iva per l'acquisto dell'auto. Sarà più semplice per i guidatori ultraottantenni rinnovare la patente (per due anni). Nuova sperimentazione della social card nei Comuni con più di 250mila abitanti. Il «bollino blu» per le auto, che oggi deve essere rinnovato annualmente, sarà contestuale alla revisione dell'auto che avviene la prima volta dopo quattro anni e poi con cadenza biennale. Viene semplificata la procedura per l'astensione anticipata dal lavoro per le donne in gravidanza. Lo scambio dati tra enti erogatori di interventi e servizi sociali permetterà all'Inps di entrare in possesso delle informazioni sui beneficiari e sulle prestazioni concesse, e di accendere un faro sugli abusi.


Agenda digitale
Che cos'è? In Italia metà della popolazione usa Internet. La tecnologia è parte integrante della vita quotidiana di milioni di cittadini. La strategia digitale di ciascun paese è al centro del dibattito in tutte le principali economie del mondo. Adesso l'«agenda digitale» viene introdotta anche in Italia. Si articola in quattro punti. 1) Lo sviluppo della banda larga e ultra-larga. Ancora oggi, quasi 8,5 milioni di italiani si trovano in condizione di «divario digitale» ( digital divide ) e più di 6000 centri abitati soffrono un «deficit infrastrutturale» che rende più complessa la vita dei cittadini. 2) Si comincia ad utilizzare l' open data , ossia la diffusione in rete dei dati in possesso delle amministrazioni, nell'ottica della totale trasparenza. 3) Le amministrazioni pubbliche useranno «la nuvola» digitale ( cloud), cioè la dematerializzazione e condivisione dei dati tra le pubbliche amministrazioni. 4) Ci saranno incentivi alle smart communities , cioè gli spazi virtuali in cui i cittadini possono scambiare opinioni, discutere dei problemi e, soprattutto, stimolare soluzioni condivise. È quello che avverrà, come ha anticipato il presidente del Consiglio Mario Monti, in relazione al problema del valore legale della laurea, sul modello di un metodo utilmente usato nei paesi anglosassoni su temi di grande interesse.


Università e Ricerca
Particolarmente importante, sia per le imprese che per i cittadini, in particolare i giovani, il Portale unico delle università consultabile almeno in italiano e in inglese, per il reperimento di ogni dato utile per la scelta da parte degli studenti. Dall'anno accademico 2013-2014, la verbalizzazione e la registrazione degli esiti degli esami di profitto e di laurea sostenuti dagli studenti universitari avverranno esclusivamente con modalità informatiche. Ci sono inoltre le misure di semplificazione in materia di ricerca universitaria e di istruzione tecnico-professionale e il potenziamento del sistema nazionale di valutazione. Vengono poste le basi per una valutazione «al servizio delle scuole», adottando quello spirito non giudicante che l'Invalsi ha costruito in questi ultimi anni. Infine, sono previste misure di semplificazione che riguardano l'attribuzione di grant (borse di studio) internazionali.


Imprese
Si riducono radicalmente il numero di controlli e verifiche per costituire un'impresa. Quelli che, invece, sono già titolari di un'attività imprenditoriale potranno acquisire tutte le informazioni utili il loro lavoro accedendo alle nuove banche dati consultabili attraverso i siti degli sportelli unici comunali. Una parte consistente delle semplificazioni a favore delle imprese riguarda gli appalti pubblici. Oggi, in media, la stessa impresa presenta 27 volte la stessa documentazione. Con «semplifica Italia» tutti i documenti contenenti i requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativi ed economico-finanziario delle aziende vengono acquisiti, e gestiti, dalla banca dati nazionale dei contratti pubblici. In questo modo, si risparmia due volte. Le amministrazioni avranno la possibilità di consultare il fascicolo elettronico di ciascuna impresa ed effettuare i controlli necessari, con un risparmio stimato di circa 1,3 miliardi l'anno.
Ci sarà anche una sola autorizzazione ambientale per le Pmi (piccole e medie imprese) che oggi sono tenute a una serie di adempimenti di competenza di diverse amministrazioni e che generano costi sproporzionati. È stato valutato che l'onere burocratico per le imprese supera oggi 1,3 miliardi di euro all'anno. Le piccole e medie imprese risparmieranno anche sui costi della gestione amministrativa, annualmente 140 milioni di euro. È previsto inoltre, che il Dipartimento della Funzione pubblica predisponga una relazione complessiva, contenente il bilancio annuale degli oneri amministrativi introdotti ed eliminati (regulatory budget) , con evidenziato il risultato riferito a ciascuna amministrazione, visto che attualmente gli oneri amministrativi totali sulle imprese sono stimati in oltre 23 miliardi di euro all'anno con ben 81 diverse complesse procedure. In materia di privacy, è stato eliminato anche l'obbligo di predisporre e aggiornare il documento programmatico sulla sicurezza (Dps) che non è previsto tra le misure di sicurezza richieste dalle direttive europee (risparmio stimato per le Pmi è di circa 313 milioni). È stata anche eliminata un'inutile duplicazione nelle certificazioni di conformità (risparmio di 50 milioni).
È stato semplificato anche il meccanismo di assunzioni di lavoratori stranieri extra Ue e l'accesso alla professione di autotrasportatore. Tolti anche i divieti di circolazione per i mezzi pesanti nei giorni pre e post festivi. Niente più obblighi di chiusure domenicali e festive per le aziende di panificazione. Il governo inoltre individuerà in modo tassativo le autorizzazioni da mantenere, le attività sottoposte alla sola Segnalazione certificata di inizio di attività (Scia), quelle per cui basta una semplice comunicazione e le attività del tutto libere. Con le modifiche apportate al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, molti controlli sulle imprese diventano successivi e non preventivi rispetto all'inizio attività. Ogni amministrazione sarà obbligata a pubblicare sul proprio sito web la lista dei controlli per le varie tipologie di impresa.
Pubbliche amministrazioni e Regioni
Un'altra norma («regioni a burocrazia zero») prevede che, dopo un periodo di sperimentazione in determinate aree del Paese le procedure amministrative siano radicalmente semplificate tramite decreti del governo. Tutti gli adempimenti dovranno dunque essere aboliti oppure unificati in una procedura unica e rapida. Per accelerare i tempi medi di conclusione dei procedimenti, sono stati introdotti due strumenti. Primo: i ritardi incideranno direttamente sulla valutazione professionale dei manager pubblici (oltre che sulla responsabilità disciplinare e contabile dei funzionari). Secondo: chiunque, a fronte di un ritardo ingiustificato, potrà rivolgersi a un dirigente-commissario (preventivamente individuato dal vertice dell'amministrazione, in accordo con il vertice politico, ministro o sottosegretari) che dovrà concludere la pratica nel minor tempo possibile.


venerdì 27 gennaio 2012

Il Castello di Crome rappresentato al Teatro del Giullare

Il Castello di Crome rappresentato al Teatro del Giullare

Giornata della memoria della shoah





SCARPETTE ROSSE
di JOYCE LUSSU

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
Schulze Monaco
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chissà di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti
non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

Joyce Salvadori Paleotti (Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti), più nota con il nome da sposata di Joyce Lussu (Firenze, 8 maggio 1912 – Roma, 4 novembre 1998) è stata una scrittrice, traduttrice e partigiana italiana, medaglia d'argento al valor militare.



martedì 24 gennaio 2012

Europei di Calcio 2012: UCRAINA VERGOGNA MONDIALE



Fonte: IL Gazzettino Degli Animali

Una barbarie incredibile che si sta perpretando in Ucraina dove e’ in corso un assurdo sterminio per eliminare migliaia di innocenti cani in vista dello svolgimento dei campionati Europei di Calcio Polonia Ucraina 2012.

Incredibile il silenzio da parte di tutti gli stati e di tutti i calciatori che assistono impassibili a questa vergognosa carneficina che sta andando avanti da quasi un anno.

Intanto l’opinione pubblica si sta via via mobilitando e la rabbia aumenta per cercare di proteggere queste innocenti creature ed e’ anche in corso una campagna di boicottaggio nei confronti di questa dimostrazione di incivilta’ di un intero Paese come l’Ucraina.
Sono state riportate testimonianze dirette di persone che hanno assistito ad atti di indicibili barbarie compiuti da parte di cittadini e anche da forze dell’ordine.

Cani e gatti sgozzati o bruciati vivi nei forni crematori mobili con la scusa degli Europei di Calcio, ma con lo scopo evidente di ottenere le ricompense che vengono messe in palio dallo Stato ucraino per ogni animale ucciso. Petizione online per sollecitare il governo Ucraino a sospendere questa barbarie

Neppure la Uefa si e’ mostrata sensibile al dramma che si sta attuando in Ucraina e il suo Presidente Michel Platini, interpellato dalle associazioni animaliste affinche’ intervenisse, ha inizialmente dichiarato che non era un problema di competenza della Uefa e solo dopo molte insistenze e minacce di boicoittaggi l’Uefa si sarebbe limitata ad affermazioni di circostanza con poca o nulla efficacia.
Intanto la carneficina sta andando avanti tra lo sgomento di tutti gli amanti degli animali che si sentono impotenti di fronte a cosi’ tanta cattiveria e incivilta’ da parte di un Paese come l’Ucraina che punta addirittura ad entrare nell’ Unione Europea!



Ricordate Nike fa il cane poliziotto




Fonte:La Nuova Sardegna Cronaca di Olbia

Ricordate Nike? Fa il cane poliziotto.La rottweiler fu abbandonata dentro un frigo con la testa in una ruota.Adottata a Mantova,lavora con il gruppo protezione civile dell’arma.Olbia.Ricordate la rottweiler sepolta dentro un vecchio frigo chiuso con una ruota d’automobile e dei blocchetti di cemento dietro il distributore di Poltu Cuadu?Dopo essere scampata per caso dalla morte,il destino le ha fatto un regalo:adottata è diventata un cane poliziotto. Nike fu trovata dagli operai comunali impegnati nell’operazione,Sardegna fatti bella.Aveva la testa incastrata nel cerchione,probabilmente nel tentativo di uscire,ma forse fu il suo aguzzino a metterla in quella posizione.Se quel giorno non avessero ripulito la discarica abusiva,la rottweiler sarebbe morta.I vigili del fuoco la liberarono con la fiamma ossidrica dopo che il veterinario la sedò per facilitare l’operazione,quindi i volontari della Lida Olbia si presero cura della povera bestia ricoverandola nel loro Rifugio dei fratelli minori.Nel frattempo la polizia locale aveva aperto un fascicolo per maltrattamento di animali.Poi sull’episodio calò il silenzio. Ma Lida ,dopo un periodo di qualche mese in cui lavorarono per ridare fiducia alla cagnetta(poco più che una cucciola,allora aveva un anno di età)cercarono una soluzione per l’adozione. E la trovarono nella famiglia di un carabiniere di Mantova che aveva già un cane della stessa razza e che fa parte del gruppo di protezione civile dell‘Arma." Nike,che i militari chiamano affettuosamente Nicoletta -racconta la presidente della Lida Olbia,Cosetta Prontu – si è rivelata una vera campionessa,un animale molto dolce ed equlibrato,anche se vuol essere la primadonna.Ne ha passate tante,ma gli animali sanno perdonare.Ne siamo orgogliosi"



DIO CHE HA CREATO TUTTI, C'E'...DIMENTICA NIKE, LA MOSTRUOSITA'

lunedì 23 gennaio 2012

Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi



Fonte: il Corriere della Sera
Peronaci Fabrizio

Caso Orlandi Il fratello della ragazza scomparsa: «Servono magistrati come Falcone e Borsellino». E scatta l' applauso
«Fuori De Pedis dalla basilica»

In 500 davanti a Sant' Apollinare. «Diteci la verità su Emanuela» Le voci Mauro, medico a Biella: «Farò firmare ai miei pazienti la petizione al Papa». Silvia, da Osimo: «Emanuela ci ha uniti». Antonietta, da Milano: «Non ho i soldi per comprarmi un posto in Paradiso, come De Pedis» Gli slogan «Roma non dimentica Emanuela» «Il tempo non indebolisce la voglia di verità e giustizia». «Il giorno del giudizio arriverà per tutti». «Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti»

Padre Pedro Huidobro, il rettore, l' aveva incontrato venerdì sotto l' altare: «Senta, volevo avvisarla che verremo in tanti, domani...». Il sacerdote aveva ascoltato assorto. Poi gli aveva sorriso: «Sono vicino a te e alla tua famiglia, Pietro. Per voi Orlandi le porte di questa chiesa sono sempre aperte». Ma ieri no, il portone di Sant' Apollinare è rimasto sbarrato. Quasi interamente coperto da un enorme striscione («Nessuno Stato né tantomeno la Chiesa possono giustificare la criminalità»), mentre lì di fronte tantissimi tenevano in alto la foto della ragazza scomparsa, alcuni mostravano lenzuola con su scritto «Fuori De Pedis dalla basilica», altri appendevano a uno spago tra due lampioni frasi come «anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti», mutuate da altre stagioni di protesta, Fabrizio De Andrè e il Maggio francese. Il caso Orlandi e il mistero della tomba: ieri pomeriggio, quando alle 16 è iniziata la manifestazione organizzata dal fratello di Emanuela e diventata un evento grazie al tamtam sul web , la scena faceva impressione. Oltre 500 persone davanti a Sant' Apollinare guardavano in assoluto silenzio due volontari che srotolavano la scritta di 4 metri per 2 e collocavano più in basso la «nuova» targa toponomastica: «Piazza Emanuela Orlandi» e, sotto, «Nei cuori dal 22 giugno 1983». Ecco, la presa simbolica della piazza dei misteri (dove la figlia del messo pontificio di papa Wojtyla fu vista uscire dalla lezione di flauto per l' ultima volta e dove è sepolto Enrico De Pedis, capo indiscusso della banda della Magliana ma «grande benefattore» per l' allora rettore della basilica) è tutta lì, in quell' istantanea. «Quante volte l' ho aspettata qui con la moto, per portarla a casa», ricordava Pietro. Come fosse ieri: sono passati quasi tre decenni. E lui ancora la cerca, la sorella di 9 anni più piccola, resa tristemente famosa da quella fascetta dei manifesti che adesso tante manifestanti esibiscono sulla fronte. Un simbolo di appartenenza e di calore umano: l' orgoglio di esserci. «Grazie alla vostra spinta finalmente ci sentiamo più forti - scandisce adesso il fratello, impugnando un microfono allacciato alla presa del bar di fronte - Ho scelto questo posto perché la sepoltura di De Pedis è lo snodo di quel legame omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità che si è portato via Emanuela». Pausa. Di nuovo silenzio. Tutti lo scrutano. Pietro si sbottona la giacca e mostra la maglia azzurra con la foto di un giudice siciliano famoso. « Per sciogliere quel legame - riprende gridando - servono autorità politiche non inclini a piegarsi al potere vaticano, una papa coraggioso e magistrati senza paura, come Falcone e Borsellino». Scatta l' applauso. Tutti gli si fanno attorno per stringergli la mano, incitarlo. Molti sono venuti in treno da lontano. Come Mario Sapellani e sua moglie Rosi, di Biella: «Sono medico, farò girare la petizione al papa tra i miei pazienti. Sono stufo di misteri: Piazza Fontana, Italicus, Ustica, Brescia, Claps, Orlandi... Possono bastare?». Maura Feliciani insegna matematica e vive a Bologna: «Ho sempre avuto l' immagine dei manifesti in mente: voglio verità». Maria Antonietta Sambati, operatrice sociosanitaria, abita a Lacchiarella, vicino Milano. «Sono qui - ironizza - perché non ho i soldi per comprarmi un posto in Paradiso, come De Pedis». Cala la luce, si accendono la candele. É il momento più intenso: Gemma, una tredicenne arrivata da Siena con la mamma, improvvisa un concertino per ricordare Emanuela. Da Blowing in the Wind all' inno di Mameli. Pietro, la moglie Patrizia e gli altri ascoltano rapiti. É un attimo: le note finiscono, Gemma non regge all' emozione. Scoppia a piangere talmente forte e con lacrime talmente grandi che tutti si preoccupano. Pietro la stringe a lungo. Molti hanno gli occhi lucidi. Qui, davanti a Sant' Apollinare: lui, il fratello che non ha mai smesso di cercare la «piccolina» di casa, e tra le sue braccia una ragazzina con il flauto tra le dita, più o meno dell' età che aveva allora Emanuela...



sabato 21 gennaio 2012

Al Ridotto di Salerno gli “Arteteca”

Al Ridotto di Salerno gli “Arteteca”

Schettino alla Costa: «Ho fatto un guaio»



FONTE: CORRIERE DELLA SERA .IT
REDAZIONE ONLINE

Il comandante al Gip: «In plancia solo cinque ufficiali»
«Non ho abbandonato la nave fino alla fine dell'emergenza»

Se ho fatto un errore, sono pronto ad assumermene la responsabilità. Ma prima è bene che siano individuati questi aspetti, questi errori, verifichiamoli e poi tutti possiamo valutare». Così il comandante Schettino il quale nega che al suo fianco ci fosse la giovane moldava Domnica Cemortan: «Questa persona non stava in plancia». Quella sera «in plancia di comando ci trovavamo io e cinque ufficiali. Non c'erano altre persone». L'eroe in negativo della tragedia della Costa Concordia si difende e passa al contrattacco. Rispondendo alle domande del Gip Schettino respinge su tutto il fronte le ricostruzioni fornite in questi giorni dai media.

«NON HO ABBANDONATO LA NAVE»- «Non ho abbandonato la nave. Sono rimasto sullo scoglio dove mi ha trovato il comandante dei vigili del Giglio», continua la difesa del capitano. Schettino ha spiegato al Gip: «Ero perfettamente riconoscibile perchè indossavo la divisa. Quando i vigili mi hanno proposto di trasferirmi al porto mi sono rifiutato e gli ho detto che volevo restare lì finche l'emergenza non fosse finita».

RICORSO AL RIESAME - A riferirlo è stato il suo legale Bruno Leporatti che ha anche annunciato ricorso al tribunale del riesame contro il provvedimento di arresti domiciliari deciso dal Gip che lo aveva scarcerato annullando il fermo in carcere della Procura. «Impugnerò il provvedimento - ha spiegato il legale - in quanto mi lascia perplesso il pericolo di recidivanza ravvisato dal Gip» per reati colposi. Anche la sospensione di Schettino decisa dalla Costa, ha fatto osservare, è circostanza che induce a presentare il ricorso. «La domanda che si farà al riesame, sarà di annullare gli arresti domiciliari - ha spiegato sempre l'avvocato - si fa domanda di riesame perchè non c'è neanche quell'esigenza cautelare che il giudice ha ravvisato».

«HO FATTO UN GUAIO» - «Il comandante Schettino avvertì subito la compagnia del problema alla nave Costa Concordia. Avvisò subito la Costa come era suo dovere fare». Ha tenuto a precisare il legale. Una circostanza definita «estremamente significativa ai fini dell'accertamento della verità». Le parole dell'avvocato alimentano così il delicato capitolo sull'ora in cui sarebbe stato dato l'allarme. Schettino assicura di aver telefonato immediatamente a Roberto Ferrarini, manager delle Operazioni Marittime e responsabile dell'unità di crisi della Compagnia di navigazione, spiegando: «C'è stato un contatto con il fondale. Sono passato sotto al Giglio e abbiamo dato un urto. Ho fatto un guaio. Ti sto dicendo la verità». Sono elementi che potrebbero risultare decisivi nella ricostruzione dei vari passaggi della vicenda lungo l'intera catena di comando, dalla nave alla compagnia. Da parte sua la procura di Grosseto ha fatto richiesta al Gip per un incidente probatorio sulla scatola nera della nave Costa Concordia, che dovrebbe aver registrato qualsiasi comunicazione avvenuta all'interno della plancia, e quindi anche le telefonate di Schettino. La richiesta è stata notificata anche alle parti, tra cui l'avvocato difensore del marittimo.

RIMORCHIATORE - In una delle telefonate effettuate a Ferrarini il comandante Schettino avrebbe anche chiesto un rimorchiatore per aiutare la sua nave in difficoltà, e in una successiva comunicazione avrebbe chiesto l'intervento degli elicotteri per favorire le operazioni di soccorso. Questa è la posizione che il capitano ha assunto nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip.

ESAMI TOSSICOLOGICI - Intanto c'è attesa per i risultati degli esami tossicologici sul comandante Schettino. L'uomo si è sottoposto nei giorni scorsi al prelievo di un capello e delle urine, che dovranno accertare se al momento del naufragio aveva bevuto alcolici oppure se aveva assunto sostanze stupefacenti. Una circostanza da lui negata con forza durante l'interrogatorio di garanzia, tanto che alla richiesta dell'esame tossicologico, Schettino avrebbe detto con tranquillità: «Fate pure, non ho niente da nascondere». Ci sono invece dei testimoni, uno dei quali in particolare lo ha riferito durante i collegamenti con alcun trasmissioni televisive, che accusano Schettino di aver alzato il gomito quella sera. In particolare c'è la testimonianza del naufrago savonese Angelo Fabbri, che parlando con alcuni quotidiani ha detto che il comandante ha bevuto diversi bicchieri di vino mentre era a cena con una signora bionda dall'accento straniero e con un altro ufficiale. La signora bionda sarebbe proprio la 25enne moldava Domnica Cemortan, che avrebbe accompagnato Schettino in plancia più tardi. Ma la Cemortan, in un'intervista, nega tutto dicendo: «Ma quando? Sulle navi di Costa Crociere ci sono videocamere in ogni angolo se beccano qualcuno dell'equipaggio che beve in servizio lo licenziano subito».

NEL VIDEO POSTATO NOTARE QUANTI BAMBINI, UN MESE PRIMA, SONO IN CROCIERA CON I GENITORI.



venerdì 20 gennaio 2012

Schettino a cena con la ballerina




FONTE:REPUBBLICA.IT
CARLO BONINI e MARCO MENSURATI


"Quella sera lui aveva bevuto tanto"

La 25enne moldava non aveva una cabina assegnata. I dubbi degli inquirenti: dove dormiva? Alcuni testimoni hanno visto il comandante della Concordia mangiare e bere con Domnica Cermotan fino a poco prima dell'impatto. Poi la salita in plancia e lo schianto

Che diavolo ci faceva una bionda platino in plancia di comando della Concordia alle 21.42 di venerdì 13 gennaio? E perché era lì? Nel giorno sei di ricerca di una "verità" che consenta di attribuire responsabilità certe ai protagonisti del naufragio e dia una logica a ciò che ancora logico non appare, si avanza una ragazza moldava di 25 anni con passaporto rumeno che di nome fa Domnica Cemortan.

Una ex ballerina, già hostess a contratto della Costa che, la sera del 13 gennaio si imbarca a Civitavecchia nell'ultima crociera della Concordia e del suo amico Francesco Schettino.

LA DONNA SENZA CABINA

Il mistero che avvolge la ragazza è un segreto di Pulcinella che affaccia la sera di mercoledì e si squaglia in meno di ventiquattro ore, per diventare una formidabile, nuova arma di pressione su un uomo agli arresti domiciliari che, da oggi, dovrà spiegazioni dolorose anche alla sua famiglia. La Cemortan - accerta l'indagine - partecipa infatti a quell'allegra gazzarra che, a quanto pare, anima la plancia di comando tra le 21.30 e l'istante dell'impatto sugli scogli. La ragazza - sostiene la Costa - è regolarmente registrata a bordo e "risulta aver acquistato un biglietto del quale è possibile esibire la matrice".

Non è insomma una clandestina che il capriccio del comandante vuole a bordo all'ultimo istante. Non è dato sapere chi acquisti quel biglietto. Se sia un omaggio della Compagnia per la quale ha lavorato fino a poco tempo fa (come pure la ragazza riferisce alla stampa moldava), o un "regalo", o un acquisto di altri (la madre della ragazza, intervistata dal quotidiano rumeno Adevarul, sostiene che a comprare il biglietto è il fratello).

Ma la circostanza è di scarso interesse. "Più interessante - chiosa maliziosamente un investigatore - è capire come mai a quella donna, che pure ha il biglietto, non risulti sia stata assegnata una cabina. Dove dormiva?".

"BEVEVANO VINO IN ALLEGRIA"

È certo, che, cabina assegnata o meno, tra le 20 e 44 e le 21.30, la bionda siede al tavolo di riguardo del "Club Concordia", il più esclusivo e "riparato" dei ristoranti della nave. Racconta il passeggero Angelo Fabbri, ritratto casualmente in una foto ricordo con Schettino e la ragazza, scattata nel ristorante: "Il comandante era seduto di fronte alla signorina. Era in divisa scura, mentre la giovane indossava un abito nero e aveva le braccia scoperte. I due sono rimasti erano lì alle 21.05. Lo so con certezza perché eravamo seduti nello stesso ristorante. Per ricordo fotografavamo le portate e in quelle immagini è rimasta impressa l'ora".

Un contesto galante (si fa per dire), dove - a stare alle testimonianze raccolte dal Secolo XIX - Schettino alza il gomito. "Almeno un intero decanter di vino", con la "scolatura" a beneficio del comandante. Per mare non esiste il palloncino, ma se i passeggeri ricordano bene, è chiaro che, alzandosi da quel tavolo, a Schettino sarebbe inibita anche la guida di una Vespa. Lui, invece, in compagnia della ragazza e del maitre del ristorante prendono la scala che porta in plancia di comando. Il Giglio si avvicina e Schettino ha un'idea. Ha una gran voglia di timone.

PONTE COMANDO O SALOTTINO?

I tre dunque - e siamo ora a pochi minuti dall'impatto - sono in plancia. Uno spazio della nave diviso tra il ponte comando e gli alloggi del comandante: una cabina e un salottino (collocati, guardando la prua, sulla parte sinistra della plancia). Alcuni testimoni tra gli ufficiali ricordano la Cemortan non lontana dal timone. Altri, nel salottino.

Un dettaglio che sposta la sua posizione di qualche metro e non cambia la sostanza. Che è semplice. La ragazza, al pari del maitre Antonello Tievoli (che è dell'isola del Giglio), sono la piccola platea che il comandante si è portato dietro perché assista alla "sfida" che ha deciso di lanciare a se stesso. Accostare e "inchinare" dove nessuno ha osato mai. A un quarto di miglio dalla costa.

LA TELEFONATA

Alla gazzarra manca un ultimo tassello. La telefonata al commodoro in quiescienza Mario Terenzio Palombo. Che Schettino immagina al Giglio e invece è a casa sua a Grosseto. Raggiunto telefonicamente da "Repubblica", Palombo dice: "L'ho detto e ripetuto ai magistrati. A un certo punto squilla il cellulare e sento questo casino di Schettino, del maitre che dicevano che stavano davanti al Giglio e io gli ho detto: 'Ma che me ne frega a me'. E ho chiuso".

Schettino, insomma, carburato di vino, timona un bestione di 114 tonnellate, largo 36 metri e lungo 292, con 4.200 anime a bordo e mentre "sfida" se stesso (sono le parole che ora usa anche il procuratore di Grosseto Francesco Verusio), ammicca all'amica moldava, fa fesso il maitre lasciandogli credere che voglia omaggiare il Giglio, perché il Giglio è la casa da cui quell'uomo manca da sei mesi. E, visto che c'è, parla al telefono.

"DRITTO SUGLI SCOGLI"

"Andare dritto" sugli scogli, a quel punto non è una delle possibilità. È quasi una certezza. Essere "distratto dai miei pensieri", come ammette il comandante nel suo interrogatorio di garanzia, appare ora un azzardato eufemismo. E poco importa, evidentemente, se la Cemortan assista alla sfida accanto a lui che timona o allungata sulle poltroncine del salottino.

I rilievi dei sub sulla chiglia della nave, certificano ora che, nel momento in cui si blocca (quello dell'impatto con gli scogli), il timone del "Concordia" è "tutto a dritta". Segno inequivocabile che Schettino realizza all'ultimo momento la presenza dello scoglio che sta per sventrargli la nave come un apriscatole e si affida a un ultimo disperato tentativo di scartare.

POSTO QUESTO DUE VIDEO E NON PER CONDIVISIONE.SONO ESSI IL RISULTATO DI QUEST'ERA CONFUSA DEVE I VALORI SI SONO CAPOVOLTI.LA SATIRA E' FORMA DI GROSSA INTELLIGENZA PER CHI LA PRATICA, MA PER UNA TRAGEDIA SIMILE CI VUOLE RISPETTO E NON SORRIDERE CON LEGGEREZZA.QUESTI VIDEO SONO GUARDATI DA TANTISSIMA GENTE CHE NON HA PREREQUISITI(E NON PER SUA COLPA)PER DISCERNERE. EDUCARE ALL'IMMAGINE E AI CONTENUTI DI ESSE NON E' COMPITO DI YOOTUBE. PERCHE' LI POSTO ALLORA? MI AUGURO CHE MOLTI POSSANO RIFLETTERE OLTRE CHE SORRIDERE E COMPRENDERE LA REALTA' TANTO VARIEGATA.(maria serritiello)



giovedì 19 gennaio 2012

Verba volant, le immagini restano

LE IMMAGINI SI SOMIGLIANO A BORDO DEL TITANIC COSI' COME SUL COSTA CROCIERA PASSANDO PER DUE NAUFRAGI

IL PRECEDENTE:IL TITANIC





L'ATTUALE









IL FILM




LA PRATICA DELL'INCHINO IN AMARCORD



Il CORAGGIO:DALLA GRANDE GUERA DI MARIO MONICELLI

Riprese le ricerche al Giglio, giallo su una donna con Schettino



Fonte: Virgilio Notizie

I sommozzatori raggiungeranno 18 metri di profondità. Ricerche su una ragazza straniera considerata un teste importante


Sono riprese le ricerche all'interno della Costa Concordia, naufragata venerdì sera davanti al porto dell'isola del Giglio, mentre nasce un giallo sulla presenza di una donna misteriosa in plancia insieme a Schettino durante l'impatto con lo scoglio.

RIPRESE LE RICERCHE - Al termine di un vertice che si è svolto all'alba tra le varie unità impegnate su questo fronte, si è valutato che ci fossero nuovamente le condizioni di sicurezza per ricominciare a cercare. Riprendono dunque a volare gli elicotteri che calano i soccorritori dei vigili del fuoco e i sommozzatori e i palombari della marina militare. Proprio questi ultimi, spiega il tenente di vascello, Alessandro Busonero, "questa mattina apriranno tre nuovi varchi a 18 metri di profondità sul ponte quattro in corrispondenza del corridoio di destra, cioè quello immerso, il corridoio che conduceva i passeggeri alle zone di abbandono nave". Quanto alle condizioni meteo, si temono il vento e le correnti che dovrebbero rafforzarsi dal pomeriggio.

UNA DONNA CON SCHETTINO IN PLANCIA - Una donna moldava avrebbe assistito dalla sala controllo alla manovra di "inchino" al Giglio della Costa Concordia. Secondo quanto riferisce il quotidiano di Napoli Il Mattino, la donna non figura nell'elenco dei passeggeri, sarebbe quindi una semi-clandestina. Sarebbe salita a bordo a Civitavecchia. Lo avrebbe ammesso lo stesso comandante Schettino durante l'interrogatorio.La Procura sta cercando la donna moldava, considerata testimone importante, poiché dalla posizione in cui era dovrebbe aver visto che cosa faceva il comandante quando ha portato la Concordia sugli scogli dell'isola del Giglio.

IL GIP: IL COMANDANTE GUARDAVA LA NAVE AFFONDARE - Dall'ordinanza del Gip di Grosseto, emerge un profilo di Schettino: quello di un comandante inesistente, inerte, caduto dalla tracotanza di una "manovra sconsiderata" all'inerzia, rifugiato nel buio di uno scoglio che guarda la nave affondare, incapace anche solo di muoversi. E tra Valeria Montesarchio, che ha disposto gli arresti domiciliari per il capitano, e la procura di Grosseto è lite. Per i pm, il comandante della Concordia può fuggire o mettersi in contatto con altri della catena di comando della nave. Secondo l'accusa, inoltre, Schettino abbandonò sulla crociera "circa 300 passeggeri, incapaci di provvedere per se stessi". Nell'ordinanza, invece, il Gip sostiene che Schettino abbandonò la nave mentre a bordo c'erano almeno un centinaio di persone e che, durante l'interrogatorio, il comandante abbia detto di essere stato obbligato a scendere dalla nave mentre altri ufficiali erano rimasti a dirigere i soccorsi. Per il Gip inoltre, Schettino "per imperizia e negligenza sottovalutava la portata del danno e ometteva di avvisare per tempo le autorità costiere dell'incidente". Per il Gip non c'è pericolo di fuga né di inquinamento prove. "Secondo le testimonianze raccolte - si legge nell'ordinanza - il comandante della Costa Concordia non era 'lucido' e non aveva intenzione di asportare il Voyage Data Recorder della nave".

BILANCIO MORTI E DISPERSI - Il bilancio della tragedia del naufragio della Concordia è di 11 morti e 22 dispersi. E' stata rintracciata una turista tedesca che mancava all'appello. Identificato uno dei 5 cadaveri trovati martedì: era un membro dell'equipaggio.





Bocconi avvelenati: a rischio cani e bimbi



Fonte:Virgilio Go Green

Le associazioni insorgono
Lav, Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane hanno inviato una lettera al ministro della Salute, Renato Balduzzi, chiedendo la reiterazione dell’ordinanza riguardante le "Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati".


Mancano solo pochi giorni e poi, il prossimo 10 febbraio, scadranno i termini dell’ordinanza del 14 gennaio 2012 (proroga e modifica dell’ordinanza 18 dicembre 2008 poi variata dall’ordinanza 19 marzo 2009) recante «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati».

In pratica, con l’estinzione di questo provvedimento animali ed esseri umani sarebbero maggiormente soggetti al rischio di venire in contatto con i prodotti avvelenati. Un problema da non sottovalutare, considerando che, secondo quanto risulta dai dati di Aidaa – Associazione italiana difesa animali & ambiente, nel corso del 2011 solo nei giardini e spazi condominali si sono registrati oltre 1.250 intossicazioni di cani e 2.000 di gatti (+7% rispetto al 2010) e di questi, 450 cani e oltre 1.300 gatti sono morti.

È per questo che Lav, Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane hanno inviato una lettera al ministro della Salute, Renato Balduzzi, chiedendo la reiterazione dell’ordinanza che, si legge nella nota, «è stata negli anni di grande aiuto ai cittadini, ai Sindaci, ai medici veterinari, alle Forze di Polizia, per prevenire e contrastare questo triste e pericolosissimo fenomeno di attentato alla vita e alla salute pubblica. Sia per tutela degli animali, in particolare i cani, che delle persone che vivono con loro, così come- solo per fare un esempio - dei bambini che incautamente possono portare alla bocca tali sostanze».

Il passo successivo sarà una legge in materia, ma nel frattempo, l’ordinanza rappresenta un «riferimento normativo efficace per prevenire e contrastare gli avvelenamenti. A conferma dell'importanza degli strumenti forniti, ma anche purtroppo di una difforme applicazione delle disposizioni previste, il 15 novembre scorso il ministero della Salute ha diffuso le Linee guida per standardizzare le procedure e uniformarle sul territorio nazionale, segno questo di come se effettivamente ben applicata l'ordinanza sia uno strumento indispensabile per combattere il fenomeno della preparazione, utilizzo e spargimento di esche e bocconi avvelenati

martedì 17 gennaio 2012

Costa Concordia, disperso il batterista



Fonte :Corriere della Sera.it

Lasciò il posto sulla scialuppa a un bambino


Apprensione e angoscia. E quel filo di speranza che non si spezza. Nemmeno con il passare delle ore che inesorabilmente sono diventati giorni. Continuano le ricerche dei dispersi della Costa Concordia. Tra le decine di persone che non si trovano più, c'è anche Giuseppe Girolamo. La famiglia è arrivata al Giglio e ha appeso in vari luoghi dell'isola una sua foto e la richiesta: «Se sapete qualcosa, chiamateci». L'ultima volta che è stato visto era venerdì notte. Sul ponte con i migliaia di passeggeri. Testimoni raccontano che «aveva un posto sulla scialuppa di salvataggio, ma l'ha lasciato a un bambino».

Costa Concordia, Giuseppe Girolamo tra i dispersi


IL BATTERISTA - Da quel momento si sono perse le sue tracce. Nessuno sa più nulla di questo trentenne, di Alberobello, dai capelli lunghi e gli occhi scuri. Un giovane che ama il poker e la musica. Si era imbarcato sulla Concordia come batterista della band Dee Dee Smith a ottobre. Il collega Roberto Napoleone lo descrive come «educato e rispettoso di tutto e tutti come ce ne sono pochi, timido e fragile e se sta li dentro al buio e al freddo sarà spaventato come un bambino indifeso».

LA FAMIGLIA - Per il musicista si sono mobilitati tutti i suoi amici. Su una pagina Facebook continuano ad arrivare messaggi. «Sappiamo che ci sei, fatti sentire», oppure: «Siamo qui che ti aspettiamo». Al Giglio sono arrivati i familiari. La voce rotta al telefono: «La prego non vorrei che proprio ora chiamasse qualcuno per darci notizie». Ma per il momento nulla. Il suo nome è ancora nella lista dei dispersi. Un elenco di nomi a cui ne è stato tolto uno, quello di un tedesco che era tornato a casa senza darne notizia alle autorità locali. E così la speranza rimane ancora nel cuore di molti. Anche perché «si è comportato da eroe».

Stiamo perdendo la lingua



Fonte:www.La Stampa.it
di Maria Teresa Martinengo

Accenti e apostrofi inesistenti
ma anche congiuntivi che scompaiono, lessico povero
e lettura faticosa sono i problemi che affronterà un convegno promosso dal ministero.

Sarà perché l’appuntamento è promosso direttamente dal Ministero dell’Istruzione, ma il titolo del convegno che si terrà giovedì alla Biblioteca Nazionale di piazza Carlo Alberto suona davvero minaccioso. «Emergenza Italiano. La competenza dell’Italiano nella trasversalità dei saperi» rende l’idea di una situazione a cui occorre trovare urgentemente rimedio.

«Con questo appuntamento e con il bando collegato, l'Ufficio Scolastico Regionale - dice la professoressa Gabriella De Blasio, che ha curato l’organizzazione con il dirigente Antonio Catania -, vuole sostenere le scuole offrendo loro formazione e la disponibilità di un budget di 60 mila euro per progetti che pongano finalmente in primo piano - dalla scuola primaria alla secondaria all’Università -, la “regola della consegna” tra i vari ordini di scuola, un collegamento progettuale chiaro e definito». Convegno e bando, insomma, per avviare buone pratiche e superare quanto avviene oggi: che ad ogni inizio di ciclo, gli insegnanti che accolgono i nuovi allievi si lamentino dei colleghi che li hanno preceduti.

«L’obiettivo finale - prosegue la docente - è accompagnare lo studente in un percorso formativo, attraverso il lessico come elemento trasversale, che gli consenta di raggiungere la padronanza della lingua italiana per avere accesso ai saperi dei differenti percorsi di studio».

Il convegno, con esperti come Gian Luigi Beccaria e Giorgio Ficara, servirà a riflettere su guai e rimedi. Nel frattempo, 56 progetti sono pervenuti all’USR: progetti che, appunto, mettono in collegamento elementari e medie oppure medie e superiori. «Questo era il vincolo», precisa la docente. Il bando richiedeva poi, a scelta, alcuni percorsi come coinvolgimento di studenti tutor, consultazione di archivi e biblioteche, utilizzo delle tecnologie per la ricerca e l’educazione alla trasversalità dei saperi.

Nelle scuole l’emergenza lingua è storia quotidiana. «L’anello debole - conferma De Blasio, che fino allo scorso anno ha insegnato al classico - è la scuola media. Poche funzionano realmente bene. Oggi, con la presenza di tanti ragazzi di origine straniera, occorre una didattica efficace». Ma c’è anche chi, come la professoressa Antonella Filippi, che insegna all’Istituto tecnico Guarini, dal suo osservatorio è convinta che anche la primaria abbia la sua parte di colpa. «Congiuntivi inesistenti o quasi, accenti e apostrofi sbagliati, mancanza di terminologia, punteggiatura conosciuta poco e male. Questa è la condizione di tanti. I ragazzi - dice la docente - leggono pochissimo, non hanno la percezione che in un tema non ti puoi esprimere come fai con il compagno durante l’intervallo».

Nei licei la situazione migliora, ma certe difficoltà restano. Maria Libera Garabo, docente dello scientifico Giordano Bruno, che giovedì al convegno sarà tra i relatori, sottolinea un aspetto problematico: «È difficile avvicinare i ragazzi alla letteratura, ai classici, base indispensabile per avere consapevolezza di un mondo complesso come l’attuale. Questo dipende anche dal fatto che a scuola c’è sempre fretta: le classi sono numerosissime e manca il tempo per ragionare con loro, aiutandoli in una reale crescita personale».



domenica 15 gennaio 2012

Il 21 gennaio tutti in piazza per Emanuela Orlandi




Sabato 21 gennaio 2012 tutti a piazza Sant'Apollinare alle ore 16.00 per chiedere Verità e Giustizia per Emanuela Orlandi! Basta con l'omertà

venerdì 6 gennaio 2012

Mi ricordo di Gavino Ledda



QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

"Padre Padrone" è il libro di Gavino Ledda che ha accompagnato i miei anni d'insegnamento giovanili, in Lucania e nella vasta provincia salernitanana. Quasi tutti i miei alunni d' allora hanno letto questo capolavoro, come libro di classe e commentato con me. L'autore, in quegli anni, venne a Salerno, nella bell'aula magna del glorioso Liceo Tasso della città, per uno di quegli incontri che restano dentro tutta la vita. Con me, naturalmente, quel giorno, ci furono gli alunni che gli posero tante domande. Dal mio canto, gli dichiarai, senza riserva, tutta la mia ammirazione e gli notificai come lui, per tanti ragazzi del sud abbandonato era diventato un modello da seguire. Alla fine dell'incontro ufficiale, fui con lui a cena, in casa di amici e ancora rammento le mie considerazioni sulla sua doppia natura e di di come fosse diversa quella dell'intellettuale da quella del pastore. A distanza di tempo, credo che a prevalere su di lui, sia stata l'originaria natura, a cui non avrebbe, giustamente, mai abdicato. Gavino è la Sardegna, quella terra affascinante, dura ed essenziale che anche se prevale nell'immaginario collettivo è quasi del tutto scomparsa.


Gavino Ledda

Gavino Ledda nasce a Siligo, il 30 dicembre 1938; fa il pastore fino a 20 anni, senza frequentare alcun tipo di scuola. Nel 1958 decide di arruolarsi volontario nell’esercito italiano. Nel 1959 diventa sergente esperto in radiotecnica presso la scuola di trasmissioni della Cecchignola, a Roma, e nel 1961, a Pisa, consegue da privatista la licenza media. Nell’aprile 1962 si congeda dall’esercito e ottiene, sempre da privatista, la licenza ginnasiale a Ozieri, in Sardegna, dove è nel frattempo rientrato.

Successivamente, è ammesso alla terza liceo classico, e nel 1964 sostiene la maturità classica. Si iscrive quindi all’Università “La Sapienza” di Roma e nel 1969 si laurea in Glottologia, con una tesi sul dialetto sardo.
Nel 1970 è all’Accademia della Crusca con Giacomo Devoto e nel 1971 è assistente di Filologia romanza e di Linguistica sarda a Cagliari.
Nel frattempo inizia a scrivere “Padre padrone. L’educazione di un pastore”, che completa nel 1974; nell’aprile 1975 il libro viene pubblicato da Feltrinelli e riscuote un notevole successo, ottiene il Premio Viareggio, viene tradotto in quaranta lingue e, nel 1977, diventa un film con la regia dei fratelli Taviani, che vince la Palma d’oro al Festival di Cannes.

Negli anni successivi, Ledda pubblica altri due romanzi, “Lingua di falce”, e “Aurum tellus”, e una raccolta di novelle,“I cimenti dell’agnello”, ripubblicata poi nel 2000 con l’aggiunta di nuovi testi. Nel 1998 è stato ristampato da Rizzoli “Padre padrone” con l’inedito “Recanto”.
Ha avuto anche una parentesi cinematografica, nel 1984, con la realizzazione di “Ybris”.
Nel 2006 gli è stato riconosciuto il Premio Nonino








Cagliari, Imprenditore sequestrato nel 1994 Pago ancora il mutuo per il riscatto»



FONTE:CORRIERE DELLA SERA.IT

La storia di giuseppe vinci, 310 giorni in mano ai rapitori

L'imprenditore: ultima rata nel 2023, poi sarò davvero libero



Estinguerà i due mutui nel 2023. «Soltanto allora sarò un uomo libero». Li ha accesi per quattro milioni duecentomila euro, l'unico modo rimasto per arginare l'emorragia finanziaria causata dal suo sequestro, 9 dicembre 1994 - 15 ottobre 1995, trecentodieci giorni passati in una cassa da morto appena un po' più grande: un metro e mezzo per due, alta un metro e ottanta. «Cosa vuole che le racconti, se non la noia di questa storia? Un'ora durava un mese, sempre uguale. Non è mai successo niente».

Giuseppe Vinci, 48 anni, è seduto nel ristorante che ha aperto nel 2008 con lo chef Claudio Ara nel cuore di Cagliari vecchia. Cesti alle pareti, dietro di lui un grande trebbia per il grano di derivazione romana annerita dal fumo: il 26 novembre gli hanno incendiato il locale. «Una vendetta, dicono gli inquirenti. Io non ho fatto male a nessuno». Prima di Natale, ha raccontato a Giorgio Pisano sull' Unione Sarda che il suo sequestro non è mai finito. Sono passati più di sedici anni dal rilascio. Ce ne vogliono ancora undici per pagare l'ultima rata dei mutui contratti con il Banco di Sardegna, tasso variabile; dovevano durare quindici anni, li ha allungati a venti.

Comincia: «Per il riscatto la mia famiglia pagò 4 miliardi 250 milioni di lire. Li consegnò mio padre, dentro due sacchi per la lana delle pecore e in una borsa di pelle, davanti ai giardinetti pubblici di Nuoro, in pieno centro, il luogo meno prevedibile. Era il 9 ottobre, un lunedì: fui rilasciato la domenica». C'era il blocco dei beni. «Lo aggirammo. Mio padre si attivò per prelevare gli incassi dai nostri supermercati, una catena importante con 210 dipendenti: un miliardo e tre. Altri tre miliardi arrivarono dal Consorzio di acquisto C3 che liquidò in anticipo i premi di produzione. Altri soldi ce li prestarono».
La contabilità l'ha tenuta Lucio Vinci nel libro Il Prezzo del riscatto. Storia di una famiglia dal purgatorio all'inferno . Ai soldi dati ai banditi vanno aggiunte le spese per l'emissario (40 milioni, sempre in lire), le spese legali del difensore dell'emissario (6 milioni 120 mila), le spese legali (40 milioni), altre spese (20 milioni). Sul totale di 4.356.120.000 lire sono stati pagati altri tre miliardi e passa di interessi passivi alle banche. Fino al 2003, anno della resa, con i mutui accesi per liquidare gli ex soci della ditta che via via si è disgregata. «Mia cugina Assuntina volle essere liquidata durante il sequestro, e dovettero darle 350 milioni di lire subito. Gira in Porsche».

Ridurre tutto a un registro contabile serve solo a prendere le distanze, togliere emozioni ai ricordi. Dal 1971 a oggi in Sardegna ci sono stati 178 casi di sequestro: le persone effettivamente rapite sono state 107, ogni sei casi la vittima non è tornata a casa. Giuseppe Vinci detiene il record della detenzione più lunga. Ammette: «È stato troppo, un massacro per il mio cervello, ne sono uscito a pezzi. Ero infuriato con i miei per averlo permesso. Sono stato in analisi, ma non mi è servito: due volte la settimana mi sdraiavo su un lettino e non riuscivo a dire a niente. Qualche volta ho avuto a che fare con gli psichiatri. Per due anni non ho dormito. Purtroppo sono un ex sequestrato e lo rimarrò per sempre».

Durante la prigionia era costretto a tenere alle orecchie le cuffie di un walkman acceso giorno e notte a volume altissimo. Adesso, se per caso riascolta una canzone Rod Stewart, riesce ancora a sentire l'odore di muffa. «E l'associazione va da sola: le pulci, i topi, il caldo infernale di agosto, il secchio accanto al materasso dove facevo i miei bisogni, due colpi per chiedere di venire a svuotarlo. Tornato a casa ero terrorizzato. Ho cominciato a raccontare la verità al procuratore Mauro Mura due anni dopo, quando liberarono Silvia Melis».

Con i figli, Marcello che ai tempi aveva 17 mesi e Gabriele che oggi ha 15 anni, non ne ha mai parlato. «Lo fanno con la mamma, per pudore. Due mesi fa però c'è stata un'assemblea di istituto allo Scientifico di Macomer dove studia il grande, con Graziano Mesina, acclamato, che raccontava la dignità del bandito. Mi hanno detto che Marcello a un certo punto si è alzato e gli ha urlato: "Tornatene in galera da dove sei venuto, brutto delinquente"».