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lunedì 28 febbraio 2011

Omaggio alle Foibe della pittrice Daniela Capuano


Omaggio di Daniela Capuano alle Foibe

DANIELA CAPUANO AUTORITRATTO

CHI é FIO'
di Maria Gabriella Mancini

Daniela Capuano é un anima positivamente inquieta e la sua inquietudine sfocia nella ricerca che, costantemente, caratterizza i suoi lavori, siano essi quadri o tegole che lei, abilmente, trasforma in piccoli mondi che ben si inseriscono nei corridoi temporali di ognuno, senza temere di essere tacciati di anacronismo, né di pretenziosità, nonostante la ricercatezza dei particolari e dei materiali che, di volta in volta usa. per arricchire queste opere di artigianato artistico.
E, mentre l'inquietudine crea, manipolando e inventando, Daniela sogna e lo fa con la magia dei suoi pennelli e dei suoi colori che, sapientemente, sponde come note musicali su tele intrise di visioni oniriche, spesso stupite (e stupefacenti) come quelle di un bimbo, sovente ermetiche, quasi volesse racchiudersi nell'emozione, per il timore di non essere compresa, a volte esplicite (ma mai banali) e comunque ricchi di simbolismi che, se in apparenza possono sembrare scontati, racchiudono una storia che dà, all'osservatore attento e sensibile,la possibilità di valicare il confine che esiste tra il guardare e il vedere.
Artisticamente, Daniela Capuano, nasce nel buio di notti spese all'introspezione, si evolve in un quotidiano mai privo di ansie e scorci di antichi dolori forse mai risolti,prosegue in un desiderio di voli sconfinati che danno al sua vagare la leggerezza di un fiore sospinto dal vento caldo della fantasia... Fiò è il nome con cui firma le sue opere: quasi un inconscia consapevolezza. Non credo l'abbia "studiato " questo pseudonimo perché, istintiva com'é, nel farlo si sarebbe limitata, come spesso accade agli artisti: il precostituito limita! E circoscrivere emozioni è un limite per Daniela: lei, le emozioni, le sogna, le vive, le regala... ma non le "impacchetta", lascia ad ognuno il piacere di farlo con i propri mezzi, lascia a ognuno il proprio volo, perché il suo, Daniela Capuano, lo conserva comunque, al di la del cielo, del tempo e dello spazio, al di la di ogni sogno,ancora più lontano...laggiù, nell'Isola Che Non C’è...perché Peter Pan e lei, sono molto amici e...chissà(?)...forse un po’ di più…

"Soltanto vederti" il nuovo racconto di Sam Chilton



SAMUELA CHILTON

La moneta cadde nella ciotola e il tintinnio la destò da quel momento catatonico. Era la prima
moneta? Non ne era certa, e non aveva voglia di pensarci posò solo lo sguardo su quella domanda.
Non era la prima moneta fu la risposta. Già qualcun altro si era mosso a compassione.
Dopo vari spostamenti per la città finalmente aveva trovato il posto perfetto, mai più l'avrebbe
cambiato e oltretutto non era neanche male, a volte capitava che qualche signora le offrisse anche
un bignè. Certo le faceva piacere mangiare qualcosa, però preferiva le monete. Oggi che cartello
teneva? Non ricordava bene neanche questo, ormai i momenti di lucidità erano sempre più brevi,
ma non ne sentiva per niente la mancanza perchè quando tornavano, quei momenti, erano
troppo dolorosi.
Svegliarsi dal torpore e capire di trovarsi in quel margine di vita la turbava ogni volta. Meglio,
molto meglio offuscarsi la mente, dimenticare i ricordi, le cause di quel presente, tutto.
Dimenticare tutto. Dimenticare ciò che era stato.

Il rintocco delle campane di una chiesa vicina annunciò l'una e sollevando la testa senza motivo si
accorse che l'aria si stava oscurando e le nuvole, diventate grige e dense, non promettevano niente
di buono. Ci mancava la pioggia! L'acqua l'avrebbe costretta ad andar via, bagnarsi di acqua
piovana non era proprio il caso. Ma non ancora. Non sarebbe andata via ancora. Non poteva farlo,
soprattutto non lo voleva.
Un'altra moneta arrivò nella ciotola: “grazie, grazie tanto” rispose con un sorriso più simile ad una
smorfia, ma il generoso passante non sentì. Era uno dei tanti che nell'elemosinare una moneta
provano un pudore di cui si vergognano . Non sentì il suo grazie tanto fu rapido ad uscire dal bar e
a svoltare nel vicolo al lato.
Ecco la frotta di bambini urlanti uscire dalla scuola media, che età ingrata era quella, non si aveva
ancora formata nessuna personalità ma tutti si credevano già adulti. Non li sopportava proprio.
Erano brutti e antipatici ma in fondo, la sua, era solo invidia. Lei non era mai stata così spensierata,
non aveva mai avuto motivi per ridere così forte.
Le sembrava fosse passato molto tempo dal rintocco delle campane, l'aria peggiorava ed era
meglio andar via. Ma perchè proprio oggi tardava? Ogni giorno da mesi puntuale passava davanti a
quel bar, sempre elegante, con una serenità sul volto che, lei, ogni giorno della sua vita, aveva
pregato facesse parte del suo essere quotidiano. E si convinceva anche che le sue preghiere fossero
state esaudite.
Ecco la prima goccia sulle mani, com'erano rugose. Da anni ormai la pelle era macchiata da piccole
chiazze scure e anche le unghie erano diventate giallognole e micotiche. Chi mai avrebbe voluto
una carezza da quelle mani? Un buffetto sulle guance? Ecco di nuovo saliva un momento di
lucidità fastidioso come un conato. Ma nonostante l'aspetto delle sue mani fosse così poco
gradevole sapeva di voler accarezzare un viso, sapeva che le avrebbe riempito il cuore farlo almeno
una volta. Meglio il torpore, molto meglio. Ecco un'altra moneta.
Non ricordava più quanti anni avesse addosso ma d'altronde non ricordava più neanche da quanto
tempo avesse smesso di vivere. O forse era il contrario? Forse lo ricordava ma di quel ricordo
avrebbe voluto fare senza. Ma come si fa a dimenticare un arto vitale? O peggio ancora un arto che
è stato amputato, un arto sano, vivo, e assolutamente indispensabile. Troppa lucidità oggi, forse era
il caso di far fruttare qualche moneta e destinarla al suo scopo. Solo un bicchiere, per cancellare le
tracce che ancora si ostinavano a vivere nella sua mente. Ora le gocce iniziavano ad aumentare e le
mani furono bagnate in fretta, nell'istante in cui pensò di alzarsi ecco che la vide. Anche oggi
elegante. Nel vederla si avvertiva subito un senso di ordine, di nitore. Era un piacere guardarla.
Meglio iniziare ad alzarsi, ora aveva bisogno subito di un po' di nebbia, la memoria la diradava in
fretta. Camminava con passo veloce perchè la pioggia iniziava con qualche spruzzo qua e là.
Anche lei voleva affrettarsi, fu un lampo e realizzò che non le sarebbe capitata un'altra
occasione come quella.
Passarle accanto. Mai si era trovata in piedi al suo passaggio, mai. Oggi avrebbe potuto vederla da
vicino, doveva fare in fretta stava per raggiungere il suo angolo. Il lungo gonnellone su cui teneva la
ciotola si era impigliato sotto la scarpa e, nel rialzarsi, caddero tutte le monete. Non poteva perderle
ne aveva bisogno nessuno le tocchi per carità! Le dita nodose e malferme
raccoglievano freneticamente ogni moneta, ognuna di esse era una boccata d'aria,
ecco due, tre... aria aria. Ma com'era possibile? Ora l'aria era come profumata. Stava pensando?
Immaginando? Qualcuno le si era avvicinato.
Voltò la testa veloce appena capì ciò che poteva essersi realizzato.
Una ragazza le tendeva una mano offrendole una moneta. I suoi occhi si incollarono su quel viso:

“Questa dev'essere sua signora, l'ho vista rotolare quando si è alzata”

Se avesse mosso anche il più piccolo muscolo sarebbe scomparsa? Se fosse stata in silenzio per
l'eternità quell'istante sarebbe diventato eterno? Quel profumo non lo avrebbe mai più dimenticato,
e il suono di quella voce non l'avrebbe più lasciata sola.

“Grazie” balbettò e il sorriso che offrì ora era un vero sorriso. La ragazza si allontanò veloce, la
pioggia iniziava ad essere più copiosa ma ora non le importava neanche bagnarsi con l'acqua
piovana. Neanche l'odore che avrebbe iniziato ad emanare le faceva paura. L'aveva vista bene oggi,
forse non sarebbe capitato mai più. Era buona. Lo si capiva subito. E la bocca, così sottile ma
all'insù era identica a quella di suo padre. Doveva trovare un riparo, in fretta, iniziava a sentire il
freddo sulle spalle e la testa era completamente zuppa.

Samuela Chilton, pseudonimo, è nata a Sassari
dove vive e lavora tuttora.
Appassionata lettrice fin da bambina,
ha sempre desiderato scrivere.
Nel 2004 nascono i suoi primi racconti brevi,
stile narrativo che predilige.
Nel 2005 un suo racconto "Best-Seller" viene pubblicato sulla rivista "Inchiostro


Ancora sangue italiano in Afganistan




CRONACA

FONTE ANSA.IT

Morto un militare italiano, altri 4 feriti
Convoglio rientrava alla base dopo operazione di assistenza medica alla popolazione locale

Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan. Lo apprende l'ANSA da fonti qualificate.

E' il tenente Massimo Ranzani il militare deceduto. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa.

I militari italiani, del quinto Reggimento Alpini, erano a bordo di un veicolo blindato Lince che e' saltato su un ordigno improvvisato. L'attentato e' avvenuto nel corso di un pattugliamento nella zona di Shindand.

Il convoglio italiano saltato in aria su uno Ied a Shindad stava rientrando alla base dopo un'operazione di assistenza medica alla popolazione locale. Lo sottolinea la Difesa precisando che l'agguato ai militari italiani è avvenuto alle 12.45 ora locale, a 25 chilometri a nord di Shindad. L'operazione per l'evacuazione dei quattro militari feriti è ancora in corso.

BERLUSCONI, CI SI CHIEDE SE SFORZO SERVA - "E' un tormento, un calvario e tutte le volte ci si chiede se questo sacrificio che impegna il parlamento con voto unanime e tutto il popolo italiano ad essere lì in un paese ancora medioevale sia uno sforzo che andrà in portò". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi commentando l'attentato in Afghanistan dove è morto un ufficiale dell'Esercito. Berlusconi ha quindi precisato: "dobbiamo andare avanti". Quindi ha ricordato che oltre al tenente morto vi sono altri quattro feriti dei quali tre gravi.

NAPOLITANO, PROFONDA COMMOZIONE - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato perpetrato a Shindand, in Afghanistan, contro il contingente italiano impegnato nella missione internazionale ISAF, in cui un militare ha perso la vita e altri quattro sono rimasti feriti, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e un affettuoso augurio ai militari feriti. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

DI PIETRO, RESPONSABILI CHI VOTATO DECRETO - "Siamo vicini alle famiglie del militare caduto in Afghanistan, dei quattro feriti e a tutti i commilitoni impegnati su quei territori. Esprimiamo profondo dolore e commozione per questa ennesima tragedia annunciata. Smettiamola e usciamo dal luogo comune di chi intende coprire la propria responsabilità in nome della patria e della bandiera. Da tempo l'Italia dei Valori, che ha dato una bocciatura sonora al decreto di rifinanziamento di questa missione, denuncia che non ha più alcun senso restare in Afghanistan perché nel Paese é in atto una vera e propria guerra civile, e quindi non portiamo avanti soltanto una lotta al terrorismo". E' quanto afferma in una nota il presidente IdV, Antonio Di Pietro. "Denunciamo - continua - in modo forte e chiaro, che la responsabilità politica di queste morti ricade sul governo e su tutti coloro che in Parlamento hanno votato per il proseguimento della missione. Ricordiamo che è stato un voto trasversale e, proprio per questo, ancora più inaccettabile".

PROFONDO CORDOGLIO LA RUSSA - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha espresso "profondo cordoglio per la morte del militare a seguito dell'attentato verificatosi stamani a 25 chilometri a nord di Shindand". Lo rende noto un comunicato della Difesa. Il ministro La Russa viene tenuto "costantemente aggiornato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa circa l'evolversi della situazione e sulle condizioni di salute degli altri quattro militari rimasti feriti nell'evento".

SCHIFANI, ALTO PREZZO MA RIMANIAMO - "L'Italia continua a pagare degli alti prezzi ma lo fa in piena coscienza e nella consapevolezza che la libertà è un bene da garantire anche al di fuori dei propri confini". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, in visita ad una scuola dell'infanzia a Barete (L'Aquila), distrutta dal terremoto e ricostruita grazie anche al contributo del Senato. Ai giornalisti che gli chiedevano se l'Italia rimane in Afghanistan, Schifani ha risposto: "L'Italia non può che rimanere, la nostra presenza è condivisa all'interno della comunità internazionale e sarà essa a decidere i metodi di abbandono dell'Afghanistan, sicuramente quando esso sarà portato a piena democrazia". Il presidente del Senato ha espresso "profondo dolore per un'altra vita che cade immolandosi sull'altare della democrazia" e "vicinanza ai familiari dei nostri feriti".

CORDOGLIO FINI PER MILITARE UCCISO - "Ho appreso con sgomento e dolore la notizia dell'esplosione di un ordigno che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand, nell'ovest del Paese e provocato la morte del tenente Massimo Ranzani del quinto reggimento alpini. Desidero rinnovarLe il mio apprezzamento per il coraggio, la professionalità e lo spirito di sacrificio con cui i nostri militari svolgono la loro opera in questo tormentato Paese. La prego di voler far pervenire, unitamente al sentimento di profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del soldato caduto, i miei più fervidi auguri di pronta guarigione ai militar feriti e l'intensa solidarietà mia personale e di tutta la Camera dei deputati", è quanto ha scritto il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Biagio Abrate.

FRATTINI, NOSTRO DOVERE RISPETTARE IMPEGNI - "Il nostro dovere" è "rispettare gli impegni internazionali che abbiamo preso con la Nato e con le Nazioni Unite". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha risposto da Ginevra ad una domanda sulla considerazione del premier Silvio Berlusconi che oggi si è chiesto se valga la pena restare in Afghanistan. "E' chiaro che la domanda" che si pone Berlusconi "ce la poniamo tutti", ha spiegato Frattini. "La risposta - ha aggiunto - ce la dà la comunità internazionale che ci chiede di rimanere uniti, di continuare a sostenere la stabilizzazione dell'Afghanistan e di rispettare gli impegni internazionali che abbiamo preso con la Nato e con le Nazioni Unite. Questo è il nostro dovere".

SACCONI, VALUTARE TEMPI FINE MISSIONE - Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si "unisce" al terribile dolore dei familiari del militare italiano ucciso oggi in Afghanistan e chiede una riflessione sui modi per rendere efficace la presenza italiana in Afghanistan e i tempi di esaurimento della missione. "Oltre al fatto che ci uniamo al terribile dolore della famiglia e dei colleghi - ha detto a margine di un convegno organizzato dalla Uil e dalla Fondazione Craxi - la prima riflessione ci dice che in un quadro di assoluta lealtà alla coalizione che ci vede impegnati in Afghanistan dovremmo valutare i modi con i quali rendere efficace quella presenza e stabilire i tempi di esaurimento".

DOLORE TRA ALPINI BELLUNO PER MILITARE UCCISO - E' stata accolta con 'profondo dolore'' tra gli alpini della caserma 'Salsa' di Belluno, sede del 7/mo Reggimento alpini, la notizia della morte del tenente Massimo Ranzani, ucciso nell'esplosione di un ordigno in Afghanistan e appartenente al quinto Reggimento alpini, con sede a Vipiteno (Bolzano). Ranzani aveva svolto servizio a Belluno per qualche anno, fino al 2004, come sottufficiale, prima di diventare ufficiale e essere riassegnato a Vipiteno. Appartenevano al 7/mo Reggimento di Belluno i quattro alpini caduti in Afghanistan il 9 ottobre scorso - il Primo caporal maggiore Gianmarco Manca, Primo caporal maggiore Francesco Vannozzi, Primo caporal maggiore Sebastiano Ville e il maggiore Marco Pedone - e il Caporal maggiore Matteo Miotto


Uccisa subito dopo la scomparsa. Quel ciuffo d'erba stretto nella mano


CRONACA

FONTE:CORIERE DELLA SERA.IT
DI CLAUDIO DEL FRATE

Agguato studiato: l'assassino ha fatto sparire il cellulare e sapeva dove abbandonarla
Ha tentato di ribellarsi. Gli investigatori: il suo corpo è sempre stato lì


Un ciuffo d'erba stretto in una mano come disperato tentativo di difendersi e di aggrapparsi alla vita. Spezza il cuore il pensiero che l'ultimo gesto di Yara Gambirasio sia stato proprio quello e sono esattamente dei fili d'erba che gli investigatori hanno trovato nel piccolo pugno della ragazza scoperta senza vita dopo tre mesi di mistero nello spiazzo di Chignolo d'Isola.
Ventiquattro ore dopo la svolta nel mistero della ginnasta di Brembate Sopra, si può disegnare l'estremo scampolo di vita della ragazzina in base ai pochi elementi certi racimolati in tre mesi d'indagini.

Potendo già ipotizzare una trama sintetica: Yara è morta per aver resistito a un'aggressione, probabilmente di natura sessuale, uccisa a coltellate poche ore se non pochi minuti dopo la sua uscita dalla palestra di Brembate quasi certamente nelle vicinanze del campo di via dei Bedeschi dove sabato è stata rinvenuta. Mettiamoli assieme, dunque, i fragili elementi sul taccuino delle indagini. Yara esce dalla palestra di via Locatelli a Brembate poco dopo le 18.30 di venerdì 26 novembre: ha tempo di scambiarsi un sms con l'amica Martina, alla quale dà appuntamento per una gara di ginnastica la domenica.

Poi il copione della breve vita di Yara deraglia: il suo telefonino aggancia l'antenna di Mapello, il paese accanto a Brembate ma fuori strada rispetto al percorso abituale verso casa Gambirasio. E verso Mapello si indirizzeranno i cani cercapersona incaricati di trovare Yara. Brembate, Mapello, Chignolo sono quasi allineati sulla carta geografica, racchiusi in 9 chilometri di strada. Alle 19 di quella sera Maura Gambirasio chiama la figlia sul telefonino ma l'apparecchio è muto; infatti accanto al cadavere della ragazzina c'erano la batteria e la sim card del telefonino, non il resto dell'apparecchio. Ed eccoci a un primo punto fermo del giallo: l'aggressione avviene poco lontano dalla palestra, l'assassino si dirige verso Mapello ma si preoccupa subito di non rendere rintracciabile il percorso della vittima, dividendo in pezzi il cellulare. Un particolare da brivido, perché significa che l'agguato era stato studiato. Il passo successivo ci porta già a Chignolo: sabato lo scheletro della tredicenne appariva integro ma i tessuti quasi completamente sfaldati; i vestiti però erano tutti al loro posto, persino l'elastico rosso tra i capelli.

Per gli inquirenti quei resti non erano trasportabili, a meno di ridurli in pezzi. Viene perciò meno l'ipotesi che il cadavere sia stato portato a Chignolo in tempi recenti: vi è arrivato con ogni probabilità già la sera del 26 novembre. E dunque Yara ha resistito in un primo tempo a una violenza (lo dice la ferita sul polso) ma questo ha fatto scattare la furia dell'omicida che ha infierito con fendenti al torace, alla schiena e alla gola. A Yara sono rimaste solo le forze per strappare qualche filo d'erba, quelli che le hanno ritrovato nella manina. Dal momento dell'abbordaggio fuori dalla palestra di Brembate può essere trascorsa meno di un'ora.

C'è da riflettere poi sulla scelta di arrivare nella radura di via Bedeschi: in quanti sapevano che quegli sterpi fitti e alti fino a un metro e mezzo sarebbero stati un riparo ideale sia per un'aggressione che per celare un cadavere? Solo qualcuno che conosce la zona, così come conosceva le abitudini di Yara: ecco perché si rafforza l'ipotesi del «mostro» che si aggira a Brembate o nei paesi immediatamente confinanti.

Tutta questa ricostruzione ha un solo punto debole: le testimonianze, emerse anche ieri, in base alle quali il campo di via Bedeschi era stato perlustrato dai volontari in cerca di Yara. «Ci siamo stati di sicuro il 12 dicembre, alla battuta parteciparono 50 persone», conferma Ennio Bonetti responsabile dei volontari di Filago; e forse dieci giorni fa ci è tornata una squadra di Madone. Pare incredibile che nessuno si sia accordo della presenza del cadavere, ma gli elementi medico legali non lasciano spazio a molti dubbi. Restano poi due domande cruciali, a cui potrà dare risposta (forse) solo l'autopsia: la ragazzina ha subito anche degli abusi sessuali? Sul corpo ci sono tracce del dna dell'assassino? Nella tragedia della famiglia Gambirasio, toccherà dare risposta anche a queste orribili domande.

VIVA LA SCUOLA PUBBLICA, ORA E SEMPRE


LA SCUOLA

QUANDO UN VIDEO E LA VOCE DI PAOLO POLI FANNO LA SINTESI DI UN DISCORSO LUNGO E APPASSIONATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA.



CHE AGGIUNGERE SE NON CHE LA PAURA DELLA CULTURA LIBERA, PUBBLICA E NON CONTROLLATA DAI SOLDI, CHE SI POSSONO SPENDERE PER L'ISTRUZIONE DEI FIGLI, FA PAURA ....

domenica 27 febbraio 2011

Incontro al Taeatro Verdi di Salerno con Glauco Mauri


Galuco Mauri e Maria Serritiello


Glauco Mauri (Pesaro, 1 ottobre 1930) è un attore teatrale, regista teatrale e doppiatore italiano

Personaggio di spicco degli ultimi cinquant'anni del teatro italiano, Mauri inizia i suoi studi come attore nel 1949 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica diretta da Silvio D’Amico. Dopo il diploma, lavora con importanti teatranti come Memo Benassi, Orazio Costa, Renzo Ricci, André Barsacq, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Valeria Moriconi, Emanuele Luzzati, Mario Scaccia, Lilla Brignone, Gianni Santuccio, Enrico Maria Salerno. Tra le su interpretazioni più significative, spiccano quella di Smerdjakov ne I fratelli Karamazov di Dostoevskij, che già nel 1954 gli dà fama nazionale. Per alcuni anni lavora con la Compagnia Proclemer –Albertazzi. Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez, Emanuele Luzzati (in seguito entrerà a farne parte anche Mario Scaccia) la “Compagnia dei Quattro” che sarà una formazione fondamentale per il teatro italiano. Alla Biennale di Venezia del 1972, Luca Ronconi lo dirige nello storico allestimento dell'Orestea di Eschilo nel quale Mauri è protagonista. Nel 1981, con Roberto Sturno, attore a Mauri legato da un lungo sodalizio artistico, fonda la Compagnia Mauri-Sturno con la quale propone un vasto repertorio di autori classici, Sofocle, Shakespeare, Moliere, Goethe, Cechov, Pirandello, Brecht ed autori contemporanei, Beckett, Muller, Mamet, Schmitt, Shaffer Tra le tante messinscene in cui Mauri è protagonista, le più significative sono Rinoceronte di Eugène Ionesco; Edipo re di Sofocle; Re Lear, La bisbetica domata, Il mercante di Venezia, Tito Andronico, Riccardo II, La tempesta di William Shakespeare; Faust di Goethe; Don Giovanni di Molière; I demoni di Dostoevskij; Enrico IV di Pirandello; Volpone di Ben Jonson; Il bugiardo di Carlo Goldoni, Il canto del cigno di Anton Pavlovič Čechov. Come regista d'opera allestisce per due volte Macbeth di Giuseppe Verdi. La prima nel 1996 come inaugurazione della stagione lirica del Teatro Comunale di Treviso (direttore d'orchestra Donato Renzetti) e la seconda nel 1998 al Teatro San Carlo di Napoli (direttore d'orchestra Gustav Khunn). Saltuariamente, è stato impegnato anche nel cinema: da ricordare i ruoli in Profondo Rosso di Dario Argento, e del padre di Nanni Moretti in Ecce bombo, opera del medesimo attore/regista romano. Nel 1977 ha dato la voce al personaggio del Governatore Tarkin, interpretato da Peter Cushing, nel film Star Wars. Glauco Mauri è Grande Ufficiale della Repubblica Italiana ed è stato insignito della cittadinanza onoraria del Comune di Pesaro.

Al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno è impegnato, fino al 27 febbraio con il pezzo teatrale "L'Inganno" di Anthony Shaffer insieme a Roberto Sturno



Yara, ritrovato il cadavere



IL RITROVAMENTO DI YARA GAMBIRASIO


FONTE:MSN.IT

Abbandonato in un campo incolto, tra l'erba alta. La ragazza era scomparsa tre mesi fa mentre rientrava in casa dalla palestra a Brembate Sopra, nel Bergamasco.

E' finita nel peggiore dei modi la vicenda di Yara Gambirasio. Il corpo della tredicenne è stato trovato privo di vita e coperto da del terriccio esattamente a 90 giorni dalla sua scomparsa. A rinvenire il cadavere, in aperta campagna a pochi chilometri da Brembate sopra, è stato un uomo che stava provando un modellino di areoplano.



sabato 26 febbraio 2011


L'INTERVISTA
DA NIENTE DI PERSONALE
DI ANTONELLO PIROSO

L’Orchestra Pop Salernitana, presentata al Teatro Augusteo di Salerno


ORCHESTRA POP SALERNITANA
LA RECENSIONE DI MARIA SERRITIELLO

Bella serata, quella del 6 febbraio, presso il Teatro Augusteo di Salerno, grazie al Maestro Guido Cataldo e alla neonata Orchestra Pop Salernitana, da lui diretta e voluta. Dopo la filarmonica del Teatro Giuseppe Verdi, diretta da Daniel Oren e dopo l’orchestra jazz dei Deidda e di Vigorito, l’orchestra pop di Cataldo chiude il cerchio musicale in città. Dinanzi ad un pubblico affollatissimo, i 30 elementi, che compongono l’orchestra, hanno dato vita ad un concerto di musica moderna di grande qualità. E’ “Azzurro”, la celebre canzone di Adriano Celentano, a fare da sigla iniziale alla presentazione ufficiale dell’orchestra, con un Guido Cataldo, maestro di consumata esperienza, emozionato e commosso. Si presenta in scena con l’inseparabile sassofono, tenuto stretto tra le braccia, come per farsi coraggio, il creatore della Polymusic e prima ancora il musicista di spicco degli Astrali, il complesso degli anni ’60, più amato dai salernitani. “Questa nuova iniziativa arricchisce il panorama artistico e culturale della nostra comunità che si conferma sempre più attenta ai fermenti espressivi più variegati” dice il primo cittadino Vincenzo De Luca, nella brochure di presentazione e continua “ il Comune di Salerno ha deciso di puntare sempre di più sulla cultura, tanto come elemento dell’identità civile, tanto come strumento di attrazione”. E l’attrazione ci sta tutta, trenta elementi, fra musicisti e cantanti che nei loro tour nazionali hanno accompagnato star, dal calibro, di Claudio Villa, Nicola Di Bari, Peppino Di Capri, Barbara Cola, Rita Pavone, James Senese, Wilma Goich, Ivan Cattaneo, Tony Esposito, per citarne alcuni. Un patrimonio d’esperienza accumulata, da non disperdere, da trasferire nelle giovani generazioni, perché rimanga viva la continuità. Anni addietro ad iniziare il cammino del successo fu il salernitano Jimmi Caravano, che nel lontano 1959 vinse la selezione cantanti “Voci Nuove”, insieme a Milva, con il notissimo Maestro della Rai Cinico Angelini e da allora un successo dopo l’altro in tutto il mondo. A lui, presente in sala, è andato l’affettuoso tributo di tutto il Teatro Augusteo, in piedi per la consegna del “Microfono d’Argento”un riconoscimento alla sua luminosa carriera. La continuità del cantante salernitano, sul palco, ora l’hanno raccolto i cantori a cappella “I Neri Per Caso”, rispettivamente figlio, Mimì, e nipoti del grande Jimmy, che, il Maestro Claudio Mattone, lanciò nel festival della canzone di Sanremo qualche anno fa. Nel cerimoniale dei saluti non sono mancati quelli delle due orchestre del territorio salernitano, nelle figure del Maestro Giancarlo Cucciniello e il Maestro Guglielmo Guglielmi, presente anche il Maestro Antonio Marzullo, segretario artistico del Teatro Verdi. L’assessore Ermanno Guerra, poi, ha ricordato come l’amministrazione comunale, che ha sostenuto il progetto della nuova orchestra, si stia impegnando per arricchire l’offerta culturale e artistica della nostra città. L’Orchestra Pop Salernitana ha eseguito, per la gioia dei presenti, pezzi musicali di grande valore, arrangiati in modo personalissimo e con stile moderno a partire da: “Dieci Ragazze per me”; “Un amore così grande” ; “Se mi lasci non vale”; “La nostra Favola” di Jimmy Fontana, cantata in modo impeccabile dal grande Gaspare Di Lauri; “Se telefonando” di Mina; “Gloria” di Umberto Tozzi; “Meraviglioso” di Modugno e tanti altri brani, entrati a far parte della colonna sonora della nostra vita. Poi, il Maestro Cataldo, ha voluto regalarci un’emozione intensa suggestiva, unica, la versione per sax tenore e orchestra del brano”Nessun Dorma”. Il sublime si trasferisce nel teatro e l’applauso irrompe fragoroso e si mantiene a lungo tra gli spettatori, un bis ci sarebbe stato tutto! Infine per i musicisti e i cantanti, tutti bravi e seri professionisti, ecco i loro nomi, in un doveroso elenco: Antonio Panico, Massimo D’Apice e Rosapia Genovese, ai sassofoni, alle trombe: Franco Mannara e Antonio D’Alessandro, al trombone: Fortunato Santoro, alle tastiere: Gianni Ferrigno, Siro Scena e Casimiro Erario; al pianoforte, Renato Costarella; alla chitarra elettrica Angelo Napoli, a quella acustica Fabio Raiola; al basso Francesco Maiorino; alle percussioni: Oreste Vitolo; alla batteria Enzo Fiorillo; ai violini Danilo Gloriante, Tommaso Immediata, Carmine Meluccio, Lidia Nicolla, Giulio Piccolo, Roberto Casaburi, Annalisa Moriello; alle viole: Pasquale Colabene, Carmine Matino; al violoncello: Antonello Gibboni. Il coro era formato da: Gaspare Di Lauri, Angela Clemente, Alfonso Tortora, Giorgio Veneri, Valentina Ruggiero, Samantha Sessa e da Diana Cortellessa che, per una brutta faringite, non ha potuto far ascoltare la sua stupenda voce. La serata è stata presentata con la solita bravura e simpatia dal notissimo attore salernitano Gaetano Stella e si è conclusa con un medley di canzoni degli anni sessanta e settanta.

Maria Serritiello
www.lapilli



venerdì 25 febbraio 2011

Ecco scarpe biodegradabili, dopo uso possono essere piantate



SCARPE IN FIORE

FONTE:ANSA.IT

Arrivano dopo 2 anni ricerca, contengono semi che germogliano

Per chi si affeziona troppo alle proprie scarpe da tennis e soffre all'idea di separarsene, sono in arrivo quelle che si possono piantare in giardino, e da cui cresce una vera e propria pianta. A realizzare le 'sneakers' completamente biodegradabili e' la Oat, un'azienda olandese, che entro poche settimane le mettera' in vendita sul suo sito.

La ricerca sulle scarpe piu' 'verdi' del mondo e' durata due anni, e per la loro realizzazione si utilizzano canapa, sughero, cotone 'bio', plastiche biodegradabili e sbiancanti non clorurati, e sono realizzate completamente in Europa per minimizzare le emissioni dovute ai trasporti.

La scarpa, che ha vinto anche un premio per il prodotto piu' ecocompatibile all'Amsterdam Fashion Week, una volta nel terreno si degrada completamente, e i semi contenuti nella linguetta superiore sono in grado di germogliare e dar vita a una vera pianta.

''Il nostro futuro sta nella riconciliazione tra industria e natura - spiega un comunicato sul sito dell'azienda - dobbiamo capire che quello che costruiamo e' una parte di un ciclo vitale che deve essere chiuso''.

E SE QUESTE BELLE MARGHERITE FOSSERO SCARPE?

Mosca, primo ristorante per cani e gatti



1°RISTORANTE PER CANI E GATTI


FONTE:ANSA.IT

Cibi prelibati su piatti di porcellana. Da innaffiare anche con 'vino e birra'

Primo ristorante per cani e gatti a Mosca: si chiama Grum Rum e ha aperto i battenti nell'elegante boulevard Petrovski. Gli animali potranno gustare su piatti di porcellana, imboccati dai loro padroni, prelibatezze come il carpaccio di vitello o tonno e la tartare di filetto di manzo su un cuscino di legumi o verdure.

Piatti da innaffiare con ''vino'' o ''birra'' analcolici (in realta' si tratta di brodi di carne). I prezzi variano da 750 a 1.000 rubli (da 16 a 25 euro). Prima o dopo il pranzo c'e' anche la possibilita' di fare la toelettatura. Insomma, servizio completo. Il locale offre un menu pure per i padroni delle bestiole. Tra i primi visitatori l'anchorwoman russa Svetlana Khoneghen, con i suoi due yorkshire.



giovedì 24 febbraio 2011

Libia: Gheddafi sta bombardando Zawia



LA LIBIA

FONTE:ANSA.IT

Testimoni parlano di 'massacro', ex ufficiale conferma

Le milizie di Gheddafi stanno bombardando Zawia, nell'ovest della Libia, la stanno massacrando, la gente sta morendo'. E' l'allarme lanciato da una testimone oculare, confermato da un ex ufficiale all'emittente Al Arabiya che riferisce di un massacro e della difficolta' di stimare il numero di morti. E testimoni via Twittter dicono che diversi dimostranti anti-regime sono stati uccisi dal lancio di missili anti-aereo. Stanno uccidendo anche i medici venuti in soccorso dei feriti.



Libia, Al Arabiya: 10.000 morti. Obama alza la voce: "Violenza mostruosa"




CHE SUCCEDE NEL MONDO

FONTE: ANSA ULTIMO AGGIORNAMENTO

Colonnello: Bombardate pozzi. Ma piloti si rifiutano. Oltre 50.000 i feriti. Malta respinge aereo con Aisha Gheddafi. Chiudono le forniture energetiche verso l'Europa. Il governo controlla ancora Tripoli, ma ha perso la Cirenaica. Frattini: 'Stop violenze'. Petrolio ai massimi dal 2008

Secondo Al Arabiya sono circa 10.000 i morti in Libia e oltre 50.00 i feriti. Gheddafi aveva ordinato di bombardare i pozzi ma un pilota si e' rifiutato. La figlia del Colonnello era sull'aereo respinto da Malta. La Ue coordina l'evacuazione degli europei e pensa a sanzioni. Berlusconi: No a violenze ma attenzione al dopo. Frattini: Pronti a promuovere canale umanitario. Un video diffuso da Onedayonearth mostra le fosse sulla spiaggia del lungomare della capitale. Il petrolio a New York tocca i 100 dollari al barile, per la prima volta dal 2 ottobre 2008.

OBAMA: BASTA CON VIOLENZA - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto che venga posto fine alla ''violenza mostruosa'' in corso in Libia. La repressione in corso ''viola le leggi internazionali'' ed e' contraria ai diritti umani, che "non sono negoziabili'', ha aggiunto Obama.

C-130 ITALIANO DECOLLATO PER TRIPOLI, RIPARTE DOMANI - Un C-130 dell'Aeronautica militare e' decollato in serata dall'Italia alla volta di Tripoli, da dove dovrebbe ripartire domani, forse con connazionali a bordo. Lo si e' appreso da fonti qualificate.

FONTI MALTA, AISHA GHEDDAFI SU AEREO RESPINTO - C'era anche Aisha Gheddafi, figlia del leader libico, tra le 14 persone a bordo di un aereo libico cui e' stato impedito di atterrare oggi a Malta. La torre di controllo ha subito negato l'autorizzazione e ha contattato le autorita' e rappresentanti del governo oltre all'ambasciatore libico a Malta che si e' recato personalmente sul posto dove, in contatto con il pilota, questo gli ha detto che a bordo del suo volo c'era appunto Aisha Gheddafi. Oltre a insistere sulla scarsita' di carburante. Le autorita' maltesi hanno deciso di non concedere l'autorizzazione all'atterraggio "per non creare un precedente", si apprende da fonti vicine al governo. A conclusione della lunga trattativa, il pilota ha deciso di cambiare rotta e tornare a Tripoli.

TV; GHEDDAFI,BOMBARDATE POZZI MA PILOTA RIFIUTA - Il colonnello Muhammar Gheddafi ha pianificato di bombardare i pozzi di petrolio, ma il pilota si e' rifiutato. Lo afferma il capo della brigata di sicurezza di Tobruk, che si e' unito ai manifestanti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare Al Arabiya nella striscia rossa delle notizie urgenti in sovraimpressione.

USA, IN CONSIDERAZIONE CONGELAMENTO BENI GHEDDAFI - Il Dipartimento di Stato ha detto oggi che tra le misure esaminate dalle autorita' americane figurano anche il congelamento dei beni della Libia e del leader Muammar Gheddafi. Nessuna decisione e' stata comunque ancora presa al riguardo, ha detto il portavoce Philip Crowley.

BERLUSCONI: NO VIOLENZE; ATTENTI AL DOPO - "Per tutta la notte siamo stati in contatto con i leader europei e americani per monitorare la situazione in Libia e in altri paesi del nord Africa. Quello che e' importante e' che non ci siano violenze ma dobbiamo anche essere attenti a quello che accadra' dopo quando saranno cambiati questi regimi con cui noi trattiamo e che sono per noi importanti per la fornitura di energia". Lo ha detto intervenendo agli Stati generali di Roma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.


BOSSI: ROMPERE TRATTATO? NON ESAGERIAMO - Denunciare il Trattato di Amicizia Italia-Libia? "Non esageriamo". Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, frena sull'ipotesi di rompere il trattato di cooperazione tra l'Italia ed il paese nord-africano ormai alle prese con la guerra civile. A chi gli ricorda che il governo si e' impegnato per realizzare grandi investimenti in Libia e per la costruzione della autostrada costiera libica, il Senatur replica cosi': "Sull'autostrada passano i camion italiani - dice - E poi chi lo porta il petrolio".

UE COORDINA EVACUAZIONE EUROPEI ED E' PRONTA A ULTERIORI MISURE - L'Unione Europea ha messo a disposizione il coordinamento fra gli Stati membri per "l'evacuazione dei circa 10 mila cittadini europei" presenti in Libia. Lo ha riferito il portavoce della Commissione Europea, Olivier Bailly, precisando che saranno attivate anche le procedure per l'evacuazione "in particolare via mare". Inoltre, la Ue e' pronta a prendere ''ulteriori misure'' dopo la sospensione dell'accordo quadro che stava negoziando con la Libia.

GAS: ROMANI, SIMULATO SCENARI,SITUAZIONE OTTIMALE - "Abbiamo simulato tanti scenari negativi e in nessuno di questi c'e' pericolo per la distribuzione di gas in Italia". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, lasciando la riunione del Comitato d'emergenza del gas. "La situazione - ha proseguito - e' ottimale. Tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni sulle infrastrutture ci consente di dormire sonni tranquilli".

AL JAZIRA, 20MILA FUGGITI NELLA NOTTE VIA EGITTO - Circa 20mila persone hanno lasciato la notte scorsa la Libia attraverso il valico di Sallum con l'Egitto. Lo riferisce al Jazira, citando un suo inviato al confine che ha parlato con fonti militari egiziane. La frontiera, perlomeno sul lato egiziano, e' sotto il controllo dell'esercito del Cairo, secondo le fonti. Sembra che i soldati lascino passare solo forniture mediche. Per quanto riguarda il confine occidentale della Libia, l'Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) afferma che migliaia di stranieri - libanesi, turchi, siriani e tedeschi - si sono uniti ai tunisini e passano in Tunisia per tentare di tornare nei loro paesi da li'.

Dal paisà ai paesani


SALERNITANA E LE NOTE DI TOMMASO D'ANGELO

FONTE: NOTE PUBBLICATE SU FB
DI TOMMASO D'ANGELO
23 FEBBRAIO 2011

Dopo una sovraesposizione mediatica di 10 giorni il paisà Cala è ritornato a Mondragone a villeggiare con il compaesano Antonio Lombardi, da non confondere con il presidente dell'Ance. Il passato è già dietro l'angolo, preoccupa il futuro. Lombardi ha due esigenze: vendere la Salernitana per uscire di scena ed evitare il fallimento della Salernitana. I libri in tribunale sono la fine della carriera di imprenditore del vallese, le sue aziende rischierebbero la chiusura in una sorta di valanga che non risparmierebbe niente e nessuno. Paradossalmente ora è proprio Lombardi che in qualche maniera ha interesse nel salvare la società. In caso contrario per la Salernitana c'è il malinconico crac e la polvere dei campi dell'Eccellenza. Due le ipotesi concrete sul tavolo: un imprenditore di un'azienda nazionale (il patron smentisce però la Giaguaro dei fratelli Franzese) e una cordata di una decina di imprenditori di Vallo della Lucania. Paesani chiamati a raccogliere l'eredità, scomoda, del loro illustre concittadino, illuso dal maccheronico italiano del paisà controfigura di Decio Cavallo. Il tempo stringe, anche i giocatori hanno bloccato ogni forma di protesta rassicurati dalla presenza e dalle parole del ds Salerno. Fino a domenica penseranno alla Spal, poi si attendono la grande svolta. Altrimenti è la fine per tutti. Paesani compresi.

ERA SOLO DECIO CAVALLO
MARETEDI'22 FEBBRAIO 2011

All’atto dell’insediamento di Joseph Cala posi un interrogativo: Decio Cavallo o lo zio d’America? In dieci giorni l’interrogativo è stato risolto. Era semplicemente Decio Cavallo che prima ha illuso quei tifosi granata che pendevano dalle sue labbra anche uscivano sciocchezze e poi, al momento di rispettare il primo punto del contratto, si è tirato indietro. Ritornando le quote alla Energy sport e a Rispoli senza colpo ferire. Vorrei chiarire un particolare ai tifosi, sperando di riuscirci. Cala ha dichiarato di non aver pagato i calciatori perché vi erano accordi diversi dai contratti con Lombardi, lasciando balenare nemmeno tanto velatamente, che si trattava di soldi in nero da riconoscere ai calciatori. Un baratro economico di cui lui, nonostante sette mesi di trattative, era all’oscuro. L’equivoco è stato portato avanti per giorni, sfruttando il silenzio di Lombardi e magari di Salerno. Cala, invece, ha giocato sull’equivoco. I soldi reclamati dai giocatori sono quelli che dovevano intascare a giugno e che hanno rateizzato per garantire alla società l’iscrizione al campionato. Cosa che si sapeva e che lo stesso Cala, ieri mattina ha confermato davanti ai tifosi. Quei soldi non sono in nero ma sono stati rateizzati con titoli della Salernitana a scadenza. Scadenza che era prevista in quel milione di euro che si doveva sborsare entro il 15 e di cui Cala si era fatto garante. Ricordo che il preliminare porta la data del 31 gennaio. Ora se i tifosi, passata la rabbia e la delusione, riflettessero su quanto è accaduto capirebbero che si è trattato di un abile trucco dialettico per non pagare. Se vi erano accordi per pagamenti in nero, dato che sono sulla parola, Cala poteva benissimo rifiutarsi di pagare e denunciare tutto alla Guardia di Finanza. Invece con il suo slang italo-americano ha disseminato dubbi e confuso le idee, creando tensione tra i tifosi e gli stessi giocatori. Basta vedere come sono stati pagati i tre bonifici: con i soldi di un decreto ingiuntivo che non erano suoi. Di suo, come lo stesso Cala ha scritto e firmato nell’atto di restituzione delle quote, non ci ha messo un euro. Se voleva davvero la società pagava, rilevava le fidejussioni bancarie e si atteneva allo scadenzario dei pagamenti che era allegato all’atto dell’acquisto. Tutto ciò che non era stato inserito nei pagamenti Cala sa bene che non doveva pagarlo. Mi dispiace per qualche tifoso che non si è accorto di quello che stava succedendo e dove ci avrebbe trascinato Cala non tra tre mesi ma tra tre giorni. La situazione debitoria della Salernitana è nota a tutti, da tempo lo andiamo dicendo, quei pochi che hanno la bontà di seguirmi lo sanno bene. Chiusa la folkloristica parentesi italo americana, tralasciando per carità tutte le fesserie sulla borsa e sulla Calacorp, l’uscita di scena di Cala è stata degna del suo personaggio. Affermare davanti ai tifosi di presunti attentati di camorra a Mondragone (che lui conosce molto bene e di cui è un assiduo frequentatore insieme al suo osservatore di talent scout Antonio Lombardi) e incolpare addirittura un giocatore quale mandante segna il punto più basso delle sue performance televisive e non. Se proprio vuole parlare di camorra spieghi ai tifosi chi è il fratello di uno dei suoi accompagnatori, cosa ha fatto e dove si trova. Tralascio perché mi preme parlare del futuro della Salernitana. Un futuro che dovrebbe interessare ai tifosi i quali invece di dividersi come al solito farebbero bene, per dirla alla Morandi, di stare uniti. E’ evidente che il frettoloso avvento di Cala è un’altra perla dell’ex patron, pur di sbarazzarsi della patata bollente ha sperato che i progetti di Joseph non fossero come i suoi alberghi sott’acqua. Gravissimo errore. Lombardi sa bene che il suo tempo a Salerno è finito e sa bene che non può lasciare alla deriva la società. Il tempo a sua disposizione è scaduto e in queste ore si sta giocando tutte le sue carte. Al momento posso confermare che è in atto una trattativa per la cessione della società. Imprenditori seri disposti a rilevare la Salernitana, per fortuna, esistono ancora. Tra l’altro nel pomeriggio anche i titolari di un gruppo della provincia di Salerno si è fatto avanti: è la Giaguaro group dei fratelli Franzese. Il guaio è che il tempo a disposizione è poco, la Salernitana ha bisogno di soldi veri e non più di artifizi contabili e chiacchiere al vento. Solo così si potrà salvare la categoria perché con le nuove penalizzazioni in arrivo la strada per i play off si fa sempre più difficile. Può darsi che una nuova e vera società, accompagnata dall’irriducibile passione dei tifosi possa fare il miracolo. E’ un augurio che ci facciamo noi tifosi, bastonati, presi in giro, illusi ma mai domi. Lo sappia anche Macalli: continui a divertirsi sulla nostra pelle. Verranno tempi cupi e duri anche per lui, altro che comunista.

DECIO CAVALLO O LO ZIO D'AMERICA:TRA SCETTICISMO ED ENTUSIASMO LA TIFOSERIA SI DIVIDE
SABATO12 FEBBRAIO 2011

I pessimisti si sprecano, gli ottimisti ballano. Come al solito la Salernitana divide, lo fa anche nel giorno in cui apparentemente i tanti contestatori di Lombardi vedono realizzato il loro sogno. L’addio dell’imprenditore di Vallo e l’arrivo di un magnate italo-americano, apparentemente disposto a investire una pioggia di soldi sul marchio granata.

Perchè tanto pessimismo in giro, dove la maggioranza identifica in Josef Calà, all’anagrafe, ma Cala per amici e parenti, nel famoso Decio Cavallo di Totò memoria?

Lombardi, nei panni di Totò, gli ha venduto la Fontana di Trevi, con l’appoggio di una spalla ancora nell’ombra, il mitico “Scamorza”, o il facoltoso italo-americano per i tifosi granata diventerà lo zio d’America? E’ la domanda più ricorrente tra tifosi e non alla fine della conferenza stampa, in città non si parla d’altro, siti presi d’assalto, commenti a go-go, telefoni impazziti. Perchè? Bella domanda, proviamo a capire gli umori della piazza. La paura è il vero collant tra favorevoli e contrari, paura che dietro l’intera operazione ci sia la mano di Lombardi e non aver chiarito in conferenza stampa i termini dell’operazione non fa che aumentare i timori. E qui spunta Decio Cavallo, chiamato a versare la caparra, come lui stesso ha ammesso, perchè entro martedì bisogna sistemare stipendi e contributi. Inoltre d’un sol colpo Lombardi si è liberato di Salerno, Loschiavo, Casciello, Amato e Leoni, uomini con cui ha contratto un impegno morale e difficilmente allontanabili senza eccessivi contraccolpi. Il fatto che lo stesso consulente di Cala abbia ammesso che l’accordo vada limato ancora non fa che aumentare questi timori. Accompagnati dal fatto che nei mesi scorsi, il nome di Cala è stato associato al Torino, al Palermo, al Catania, al Montecatini basket. Tutte trattative saltate all’ultimo momento, un po’ come la Meleam. Nell’osservare le reazioni lo scetticismo arriva soprattutto dalla vecchia guardia salernitana, quella scottata, negli anni ‘70, dai facili entusiasmi di Pietro Esposito con la sua valigia pieni di soldi o di Japicca. E quello slang di Cala, a volte tagliente come un rasoio a doppia lama, passato sul volto amaramente sorridente di Lombardi (come si fa a tenere 32 giocatori in rosa se non si possono pagare gli stipendi) a volte suadente come un incantatore di serpenti (subito la serie B e poi la A, grande vivaio, quotazione in borsa) non ha convinto tutti. I più ottimisti, per fede, per speranza e per quello che i siti internet hanno mostrato, sognano una Salernitana a stelle e strisce, capace di rinverdire i fantastici anni ‘90. E’ peccato? Assolutamente no, fosse vero anche la metà di quello che ha detto e promesso mister Josef, dietro l’angolo si prospetta un rilancio della Salernitana in grande stile. Come al solito saranno i fatti a fare giustizia, cominaciando dal saldo stipendi e contributi, necessario per evitare ulteriori penalizzazioni. Raggiungere la tranquillità economica sarebbe un gran passo e davvero si getterebbero le basi per un futuro migliore, di buone prospettive per il calcio a Salerno. Decisamente non all’altezza delle dichiarazioni di mister Josef quell’Antonio Lombardi da Nola, presentato come un fenomenale talent scout di giovani ma che nessuno del calcio italiano, interpellato per saperne di più, conosce anche per sentito dire. Un perfetto Carneade che dovrebbe trasformare il vivaio granata come quello del Boca. Affascinante. Non ci resta che attendere gli sviluppi per capirne di più, oggi parlerà il coach Breda a cui, stando alle parole del nuovo patron, è stata tolta la tutela del ds Salerno. E sarà chiamato a fare gol, come più volte Josef Cala ha ripetuto in conferenza stampa. E come lo stesso ha detto ai calciatori granata, ieri mattina a Casignano. Decio Cavallo o lo zio d’America? Attendiamo fiduciosi.

mercoledì 23 febbraio 2011

De luca incontra Caldoro per parlare di opere pubbliche: spiragli per la metropolitana di Salerno


LA CRONACA


FONTE:12MESI.T- SALERNO NOTIZIE


Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ha incontrato questa mattina a Napoli il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. In un clima di cordialità e di collaborazione istituzionale il sindaco De Luca ha richiamato l’attenzione del Presidente Caldoro sulle principali tematiche di interesse della città di Salerno sulle quali la Regione Campania è chiamata ad intervenire sotto il profilo finanziario e procedurale: · Metropolitana; · Palazzetto dello Sport; · Opere idrogeologiche; · Politiche sociali. Il presidente Caldoro ha rappresentato al sindaco De Luca il drammatico quadro di difficoltà finanziaria del bilancio regionale che risente dei tagli dei trasferimenti da parte dell’Amministrazione centrale dello Stato. In questo difficile contesto di riferimento si è concordato di attivare fin da subito gruppi di lavoro a livello tecnico composti da rappresentanti del Comune di Salerno e della Regione sui singoli argomenti oggetto di approfondimento e sopra richiamati. La conclusione di questa ricognizione operativa è stata programmata per la fine del mese di febbraio. L’obiettivo comune è quello di arrivare all’individuazione di soluzioni procedurali e finanziarie in grado di sbloccare le opere e gli interventi ritenuti comunemente prioritari. “E’ stato un incontro cordiale – ha dichiarato al termine il sindaco De Luca – che nel pieno rispetto delle prerogative istituzionali del Comune di Salerno e della Regione Campania ha posto al centro dell’attenzione la necessità di sbloccare opere fondamentali per il futuro della nostra città, come la metropolitana leggera. E’ un primo passo. Auspico che in tempi brevi si giunga a risultati operativi e concreti”.

Omicidio Scazzi, arrestati fratello e nipote di Misseri


LA CRONACA

FONTE: MSN.NOTIZIE

Il fratello e il nipote di Michele Misseri sono in manette. I carabinieri del comando provinciale di Taranto, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi, hanno infatti arrestato Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote dell'agricoltore di Avetrana che ha confessato il delitto chiamando in correità la figlia Sabrina. Gli arrestati sono accusati di concorso in soppressione di cadavere.
A emettere le ordinanze di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Martino Rosati, su richiesta del procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e del sostituto procuratore, Mariano Buccoliero.

LA RICOSTRUZIONE
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 26a gosto 2010, giorno del delitto, il corpo di Sarah fu trasportato dal garage dell'abitazione di Michele Misseri, in via Deledda 20 ad Avetrana, nelle campagne del paese in contrada Mosca e nascosto in un pozzo in un podere appartenuto agli stessi Misseri. A far ritrovare il cadavere fu Michele Misseri, nella sua prima confessione del 6 ottobre 2010.

martedì 22 febbraio 2011

Test antidroga anche per gli insegnanti? E’ ridicolo


LA SCUOLA

FONTE:TISCALI.IT
DI MARCO LODOLO



E così, a quanto pare, anche gli insegnanti dovranno farsi un test per dimostrare di non essere drogati. Lo so, fa ridere il solo pensiero della professoressa Ricotti - quella zitellissima, quella con quindici gatti per casa, quella che sembrava vecchia già a trent’anni, figuriamoci ora che ne ha quasi sessanta - che gira di notte nei pressi della stazione alla ricerca di una bustina di eroina.Non riesco proprio a immaginare il professor Vandami, quello con la sciarpa di lana anche a maggio, quello che ripete da una vita “dove andremo a finire”, quello con la Ritmo pluriacciaccata, che passa di pub in pub sperando di incontrare il Mescalero o Jhonny er matto, i pusher che hanno la coca migliore. Non so, capisco che tutto è possibile, che dietro a ogni vita ce ne può sempre essere un’altra, ma io non la vedo proprio quella cicognona della vicepreside, un’insegnante che non è mai mancata neppure un’ora in cento anni di scuola, puntuale, noiosa, zelante, che si butta giù un paio di pasticche e poi si scatena sotto le luci della tecno più arrembante, la chioma grigia al vento delle casse sbombardanti.I problemi dei professori mi sembrano veramente altri: sarà che sono tutti over cinquanta, sarà che hanno lasciato le illusioni alle spalle, sarà che hanno mutui da pagare e figli da mantenere, però vi assicuro che le loro geremiadi non includono il rincaro della droga, la difficoltà di reperirla, il calo di qualità di certi acidi e via dicendo. Nei casi più disperati i professori bevono. Qualcuno che già la mattina odorava di vino l’ho incontrato, qualcuno che faticava a tener testa alla vita giovane e sfacciata dei suoi studenti. E le professoresse a volte prendono tranquillanti, perché non reggono più i vaffa degli studenti, le porte sbattute, le risate in faccia, le pernacchie e l’assoluta indifferenza a ciò che spiegano.Allora magari sgocciolano nel bicchiere un po’ di lenimento. Ma la droga proprio no, non fa parte dei vizi degli insegnanti e neppure delle vie di fuga possibili. La droga è sempre tragica, e a una certa età è addirittura ridicola. E poi è troppo trasgressiva per chi lavora da anni dentro le regole, per chi ripete “ragazzi, datevi da fare, non mollate, non fate i cretini che la vita è dura e bisogna rimboccarsi le maniche”. Per drogarsi ci vuole troppa infelicità, troppo odio verso se stessi e gli altri: i prof sono solo un po’ tristi e un po’ avviliti, magari finiranno su una panchina ai giardini pubblici a guardare i piccioni, ma mai a ficcarsi un ago nel braccio e a stantuffare ciecamente. I soldi per le analisi del sangue spendiamoli per rilanciare la scuola e il sapere, che rischiano più che mai di schiattare per un’overdose di ignoranza.

lunedì 21 febbraio 2011

"300 mila euro per riavere salma di Mike"


LA CRONACA

FONTE:ANSA.IT

Trecentomila euro per riavere la salma di Mike Bongiorno, trafugata dal cimitero di Dagnente di Arona: era questa la somma richiesta dai rapitori al figlio Niccolo', ma l'accordo e' saltato all'ultimo momento. Lo rivela il settimanale Oggi in edicola, ma la famiglia del presentatore - interpellata dall'ANSA attraverso la portavoce - smentisce ogni richiesta di riscatto.

In un articolo a firma di Giangavino Sulas, 'Oggi' spiega come le indicazioni dei malviventi siano state fatte arrivare alla famiglia del presentatore attraverso una serie di annunci in codice pubblicati su un quotidiano svizzero.

Rocambolesche - secondo il settimanale - le modalita' di consegna: il denaro, infatti, avrebbe dovuto essere gettato da un treno in corsa venerdi' 18 febbraio da un incaricato della famiglia Bongiorno.

Pochi secondi prima del lancio, pero', l'intermediario e' stato chiamato dalla banda: ''L'accordo e' saltato, non se ne fa niente''. La trattativa e' da rifare, ma il prezzo del riscatto sarebbe aumentato fino al doppio della cifra.

domenica 20 febbraio 2011

Vince Roberto Vecchioni al 61° Festival della Canzone di Sanremo


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO


Il 61° festival di Sanremo si è concluso, accontentando, incredibilmente, tutti. Roberto Vecchioni, con l'altro "Roberto" ha unificato l'Italia, segno che non è impossibile, a 150 anni dalla nascita, come sembra apparire da alcune dispute sulla solenizzazione o meno dell'evento."Chiamami ancora amore" non è solo una canzone è una bandiera issata, sulle nostre teste per mantenere alto l'orgoglio di appartenenza e nelle nostre teste per comprendere il cammino già fatto e quello che i giovani dovranno fare. Vecchioni si sa è un Professore d'italiano e da maestro ha pensato il testo, le sue parole sono rivolte principalmente ai giovani, quei ragazzi che per anni ha affascinato con le sue lezioni.Chi fa questo mestiere, gli resta nel sangue e pensa sempre, finchè campa a dare contenuti, ad indirizzare per il meglio, a spronare per la vittoria i giovani. Roberto l'ha fatto con la sua bella poesia canora, inebriando tre generazioni, che per la prima volta sono d'accordo nella scelta della canzone regina.
Un grande Roberto, dunque , a cui se si augura successo, si sa già che ce l'ha, da quarantacinque anni, senza che abbia mai sbagliato una melodia ed ora colonna sonora, con oggi, di vecchi e giovani. Ecco "stiamo uniti" a furia di ripeterlo Morandi ha sortito l'effetto.

Gianni Morandi

Morandi, alla fine ha fatto con modestia ed onestà il suo lavoro e l'ha fatto in modo, a conclusione, accettabile. E' La sua aria di eterno ragazzo che ci tranquillizza e ci induce alla speranza,"uno su mille ce l'ha fa", cantava tempo addietro ed ognuno di noi vedendolo si sente quell'uno su mille che ci riesce. Sfida e successo insieme, un mixer di positività e di ingenuità, il cantante che in gran silenzio e quasi egli stesso di nicchia, ha condotto il festival più visto degli ultimi cinque anni.

Canalis

Ora si sa che cosa sa fare meglio Elisabetta Canalis, parlare inglese, tanto da sostituirsi, per l'ospitata di Robert De Niro, al traduttore simultaneo ufficiale. Buon per lei, se non altro, potrà interagire senza alcuna possibilità d'incomprensione, in lingua2, con il suo fidanzato George Clooney.

Belen

Vuole fare di tutto: ballare, cantare, imbronciarsi, se viene sul palco dell'Ariston, una bellezza del calibro di Monica Bellucci,splendida, da offuscare chiunque, donne e uomini che siano, tant'è che lo star Hollywoodiana, Robert De Niro, invecchiato male e vestito peggio, dinanzi alle grazie della Bellucci, sembrava il vecchio professore, brutto ed insignificante, dell'Angelo Azzurro, un film del passato. Belen ha troppa voglia di mettersi in mostra, surclassando facilmente e la Canalis, che non è stata la sua alter ego e perfino quel brav'uomo di Morandi. Una furbetta...

Luca e Paolo.

Le Iene, divertenti, spiritosi, contenuti e sottili segno che la satira, quando è elegante, diverte, non crea animosità in quelli che la subiscono. Hanno sdoganato una parola che andrà molto di moda in tv ,"sputtanare". Se "l'ha detto" la televisione, la si potrà ripetere senza perdere eleganza nei salotti.O no?

Nel bu dipinto di blu

Si è dovuto attendere l'ex scugnizzo, Massimo Ranieri, da Napoli, per ascoltare a Sanremo "VOLARE" di Domenico Modugno. Un inno nel mondo, che ha rappresentato e rappresenta la canzone italiana, vergognosamente trascurata, nella terza sera, tra le canzoni che hanno fatto la storia. Domenico Modugno, fosse vivo, non se ne sarebbe rammaricato più di tanto, chi vola nel blu, dipinto di blu, non guarda basso, nella fattispecie, il palco dell'Ariston, ma canta con le braccia spalancate a croce "VOLAREEEEEEEEEE" e ascolta l'eco degli italiani che intoneranno sempre in suo onore "O O O"
Maria Serritiello

sabato 19 febbraio 2011

Gli spot kitsch di Manuela, Lele e Ruby


LA CRONACA


FONTE:WIKIPENDIA ENCICLOPEDIA LIBERA

Alfonso Luigi Marra (San Giovanni in Fiore, 18 dicembre 1947) è un avvocato, già eurodeputato italiano


Marra ha scritto e autoprodotto alcuni libri
"di non facile classificazione a giudicare dai titoli che si sono susseguiti", come ha commentato la critica letteraria Carla Benedetti, la quale, a proposito di quanto scritto da Marra nelle pagine di alcuni quotidiani acquistate per pubblicizzare i suoi testi, ha definito altresì il caso di Marra come quello di un "autore senza opera".

Le modalità di promozione pubblicitaria di tali opere su periodici e reti televisive nazionali, hanno reso a Marra una discreta e non sempre positiva popolarità
In modo particolare gli spot televisivi del 2010 sono stati definiti da Aldo Grasso "un piccolo diamante di coatteria, così brutto da sfiorare il sublime (...) un esempio involontario di kitsch, di camp e di trash, un brutto non intenzionale ma che poggia sul candore con cui è stato messo in opera l'artificio"
Marra si è difeso ritenendo "di aver utilizzato il mezzo più convenzionale del mondo nella maniera più normale. Quel che nessuno vuole dire è che la differenza, nel mio caso, la fanno i contenuti. (...) La cultura delle strullate e degli orifizi, la cultura nella quale siamo immersi, si scandalizza del nulla. Sono invidiosi, gelosi. Li sto facendo diventare pazzi

[







Alfonso Luigi Marra (San Giovanni in Fiore, 18 dicembre 1947) è un avvocato, già eurodeputato italiano.

È avvocato cassazionista con studio a Napoli[1].

Nel 1987 fondò il Partito di Azione per lo Sviluppo, definito, nel documento Causa della fondazione ed ideologia del PAS, «né di destra né di sinistra né di centro». Sempre nel 1987 fondò anche l'associazione FermiamoLeBanche, che si prefigge l'obiettivo di contrastare il sistema bancario ed il signoraggio primario e secondario.[senza fonte]

Nel 1994 venne eletto deputato europeo alle elezioni europee nelle liste di Forza Italia, che però lasciò nel 1996, rimanendo iscritto al gruppo politico Unione per l'Europa (del quale faceva parte anche il gruppo Forza Europa) come rappresentante del Partito di Azione per lo Sviluppo.

Durante il mandato parlamentare europeo, fu coordinatore per il gruppo Forza Europa della Commissione per gli affari istituzionali del Parlamento Europeo, e poi membro della stessa in seguito alle sue dimissioni da Forza Europa. Fu altresì membro della Commissione pesca dell'europarlamento e della Delegazione per le relazioni con l'Australia e la Nuova Zelanda.


Alle elezioni europee del 1999 si ricandidò nella circoscrizione Italia meridionale per il Centro Cristiano Democratico, ottenendo 7.921 preferenze, insufficienti per la rielezione


Alle elezioni regionali campane del 2010 ha guidato la lista Alleanza di Popolo, che con il Popolo della Libertà ed altri sosteneva la candidatura a Presidente di Stefano Caldoro, poi eletto
La lista ha ottenuto 39.460 voti (1,43%) e un seggio nel Consiglio regionale.
L'elezione a consigliere del candidato di Alleanza di Popolo, Roberto Conte, consigliere uscente prima in forza ai Verdi e poi al Partito Democratico, è stata tuttavia sospesa in quanto il candidato è stato condannato nel 2009 in primo grado a due anni per concorso esterno in associazione camorristica e voto di scambio.
Al suo posto nel Consiglio regionale campano per la lista siede Carmine Sommese.

venerdì 18 febbraio 2011

L' esegesi dell'inno di Mameli, secondo Roberto Benigni


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA SI MARIA SERRITIELLO

3° SERATA DEL 61° FESTIVAL DI SANREMO

Ad un mese esatto dalle celebrazioni dell'Italia unita, per i 150 anni della nascita, l'omaggio più interessante alla patria l'ha tributato Roberto Benigni, nella terza serata sanremese, tra satira e storia.
Come sa intrattenere lui, con quella sua parlata tosca, non ci sono pari. E'un fiume inarrestabile è il cantore perfetto, tra il giullare,il saltimbanco ed il dotto d'accademia. Le cose che dice sono sagge ed infervora la platea quando stima che l'Italia è la terra più bella del mondo, per bellezza e cultura. Come non credergli e non approvarlo! L'amore patrio e l'attaccamento alle proprie radici sono consentite, il sopravvalersi, invece, è una forma di razzismo che si deve rifiutare. Quello che piace ricordare è che per l'Italia Unita si sono impegnati, sacrificando la vita, tanti giovani, per cui non solo nella sede del festival di Sanremo si dovrà solennizzare la festa del 17 marzo, ma ovunque in Italia.
Le feste civili, per il loro ripetersi nel tempo, hanno un che di religioso e nel solenizzarle, ogni volta, sta il ricordo del passato che, tutti ma proprio tutti, se si tratta della nostra Patria, si dovrà tenerlo presente.

p.s. La storia dell'Italia, attraverso vecchi brani, rinterpretati da giovani o da cantanti diversi da quelli originali non sempre hanno sortito l'effetto desiderato. Mille lire al mese con Patty Pravo, senza voce e Il cielo in una stanza di Giusy Ferrero, hanno fatto rimpiangere abbondantemente Natlino Otto e la Grande Mina.






giovedì 17 febbraio 2011

"Stiami Uniti" il tormentone di Morandi, per il festival 2011


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

2° SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2011

Il tormentone- “Perché Sanremo è Sanremo” era lo slogan di qualche tempo fa, correvano gli anni di Pippo Baudo, con all’attivo 12 presenze, oppure “Allegria” del fu “Senatore” Mike Buongiorno, campione per 11 volte, anche lui, alla kermesse canora. Così il tormentone di quest’anno è “Siamo Uniti”che, ogni volta e lo ripeterà per 5 sere, Gianni Morandi ce lo fiaterà nelle orecchie. In questo momento storico, la ripetizione suona alquanto sinistra, ma se non si riesce neanche a festeggiare insieme 150 anni che, comunque sia, sono passati sulla pelle degli italiani, di che unione parla il Don Gianni della parrocchia Italia?

I complimenti- Il conduttore ad un certo punto della serata si accorge dell’abito di Belen e si lancia in complimenti, ma si capisce subito che non è a suo agio, forse che l’impaccio gli deriva dal fatto che non è ancora uscito dal suo successo “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”?

Le bellezze- Belle si, lo sono, certamente, ma poi ? Oltre l’immagine che c’è? Per Elisabetta Canalis, George Cluney, una star internazionale che ha deciso di tenersela, per sempre, come decorativa fidanzata, lui stesso, infatti, lo ha dichiarato “ non sono più intenzionato a sposarmi”. Per Belen, invece, e confesso, non mi è per nulla simpatica, dietro le sue spalle, aleggia la figura inquietante, rosa-noir, di Corona. Peccato che le due fanciulle del solo merito (Cluney e Corona) non ne vogliono parlare….su che cosa, allora, con loro, possono intrattenerci, sulla “critica della ragion pura” di Kant?

Il Festival – Da tutti criticato il festival è guardato da milioni d’italiani e per la rete ammiraglia la battaglia con le altre tv è vinta. 61 anni ci hanno addomesticati a questa manifestazione, come ad una festività comandata, quasi religiosa e così per abitudine, per curiosità, per gli abiti delle bellezze femminili o per ragioni che sfuggono all’analisi, gli italiani s’incollano al televisore e sebbene dormano davanti allo schermo, si sentono partecipi, dentro una manifestazione che ormai è più per la vista e meno per l’udito, quello che ci avrebbe fatto apprezzare le canzoni.

La canzone della seconda serata- Io l’adoro, perché è un poeta, un uomo sensibile ed un insegnante amato dagli allievi. Il “Professore” Roberto Vecchioni, il collega d’italiano, per tanti anni la sigla romantica e di guerra degli anni miei. L’età per il cuore non conta e “Chiamami ancora amore”, la canzone frutto della rabbia positiva, dell’energia piena del cantautore, amato da più generazioni, per essere da più di quarant’anni sulla scena, ne è una prova. “Grazie Roberto”per non avermi/ci mai delusi.
Maria Serritiello

mercoledì 16 febbraio 2011

Vince la canzone delle "Iene"nella prima serata del Festival


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

Piccola riflessione, sulla prima serata del Festival di Sanremo,61° edizione

Satira feroce delle "Iene", del resto non portano impunemente il nome di quell'animale,nella prima serata del 61° Festival di Sanremo. L'apertura con Antonella Clerici, che parla con una piccolina,sua figlia e racconta come si è arrivati alla 61° edizione, è solamente patetica "Son tutte belle le mamme del mondo", poteva andar bene negli anni cinquanta, dove le donne, quand'erano bellissime, avevano un personale robusto(sfiancato dai troppi figli),vestiti rimediati e capelli lavati con il sapone di marsiglia e risciaquati con l'aceto per la lucentezza. Le mamme d'allora, sì, che si sarebbero commosse, quelle di oggi, invece, invitano le figlie a vendere il proprio corpo,perchè tutta la famiglia abbia a giovarsene. Ed allora, perchè la triste esibizione di madre e figlia Clerici? L'Italia in tutti questi anni è cambiata ma al festival piace pensare che, da sessantuno anni, siamo immobili ed imbalasamati dinanzi allo schermo, e che il giorno dopo la vittoria della canzone regina ci sia il garzone del panettiere, che all'alba vada in bicicletta a fischiettare il motivo......
Maria Serritiello


martedì 15 febbraio 2011

Lectio Magistralis di Gabriele Lavia al Teatro Verdi di Salerno



(foto- archivio Maria Serritiello)

Lectio Magistralis di Gabriele Lavia al Teatro Verdi di Salerno, per gli alunni del Liceo Scientifico “G. Da Procida”. Il noto attore teatrale, ad una platea giovanile in religioso, quanto inconsueto silenzio, ha parlato di teatro in generale e dei temi che sono affrontati nello spettacolo che lui stesso porta in scena per l’Italia: “Il malato immaginario”. L’incontro con Lavia rientra nel progetto scolastico “Percorso d’Attore, dell’istituto “ Giovanni Da Procida” in collaborazione con l’associazione “Amici del Teatro Verdi, presidente Tania Mambrini”. Cinque incontri dal 14 dicembre al 5 febbraio, per gli allievi del triennio, tenuti dall’esperto esterno Prof. re Francesco Puccio, autore, regista ed attore, coadiuvato dalla docente referente d’istituto Prof.ssa Amalia Di Dente.

Il Teatro Verdi, sfavillante anche di mattina, ha esercitato sugli allievi un indiscusso fascino per due ore, in cui Gabriele Lavia, non tralasciando il suo fare di attore, li ha affascinati, surclassati per quello che ha detto e come l’ha detto, sbalordendoli, infine, per la quantità espressa. L’attore, pienamente a suo agio con i corretti ed interessati allievi, si è concesso anche qualche piccola digressione autobiografica e ha risposto volentieri alle domande e alle curiosità degli alunni. Foto ricordo, saluti ed incitamento ai ragazzi a coltivare il teatro, come maestro di vita, a conclusione di un incontro particolare e ricordevole nella vita di ognuno dei giovani presenti.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

Musica e delitto al "Moro"di Cava dei Tirreni




PROMO DELL' EVENTO

MUSICA E DELITTO AL "MORO"
CAVA DEI TIRRENI (SA)

DOMENICA 20 FEBBRAIO 2011


"OMICIDIO SUL TRENO VERSO EST"

ADATTEMENTO DEI TESTI
DI BRUNELLA CAPUTO

CON
BRUNELLA CAPUTO
DAVIDE CURZIO
TERESA DI FLORIO

MUSICHE
DI
STEFANO GIULIANO
ALDO VIGORITO


INFO:www.pubilmoro.it






CAVA DEI TIRRENI (SA)

Tifoso granata prevede il gol ed il giocatore segna per davvero



SALERNO RIMA D'ETERNO.....(ALFONSO GATTO)

FONTE:IL BLOG SI SALERNO SU VIRGILIO
DI MASSIMO VECCHIO

La gufata dell'anno

......A: Pavia - Salernitana. Una partita come tante che vede impegnata la Salernitana in un match che potrebbe rappresentare la svolta in positivo del campionato dei granata. Al 53° l’arbitro dell’incontro, Giuseppe Sguizzato di Verona assegna una punizione a favore della Salernitana per fallo commesso su Dino Fava. Sul pallone si presenta al tiro dalla distanza Adriano Montalto, già a segno nel primo tempo e pronto per tentare di battere nuovamente il portiere avversario. Ed è in questo momento che dal settore riservato alla tifoseria salernitana, Maurizio Golia un grandissimo tifoso granata, come fosse un veggente infallibile, prevede l’imminente realizzazione della punizione da parte di Montalto, con tanto di comunicazione al portiere del Pavia, tanto di conto alla rovescia che precede il goal ma soprattutto con tanto di video (che sta letteralmente spopolando su tutti i Social Network e su YouTube) che ne documenta la previsione azzeccata, gli attimi precedenti al goal ed i relativi festeggiamenti. Un simpaticissimo siparietto nel quale si possono intravedere anche i volti increduli dei due raccattapalle ed un fugace sguardo da parte del portiere del Pavia alla ricerca del tifoso Mago. Ecco il video:
AGGIORNAMENTO: a questo indirizzo è disponibile la puntata di "Striscia lo Striscione" andata in onda il 14.02.2011

Ma chi è il “Mago”? Il Mago si chiama Maurizio Golia nato a Salerno ma residente a Brescia per esclusive ragioni lavorative. Prima di trasferirsi a Brescia ha tentato di realizzarsi qui a Salerno senza purtroppo riuscirci come spesso accade. Alla prima partecipazione ad un concorso in quel di Brescia, invece, è risultato vincitore ed ha quindi suo malgrado dovuto abbandonare Salerno dove attualmente risiedono il fratello e la madre. Oggi Maurizio è Medico Legale e segue i granata in quasi tutte le trasferte del nord sotto il vessillo “Brescia Granata” insieme ad altri Salernitani residenti nel nord Italia. Inoltre Maurizio ci racconta:
'In effetti c'è un precedente: nella partita Cremonese - Salernitana eravano dietro la porta della Cremonese e Merino con una fantastica punizione aveva portato in vantaggio la Salernitana, in quell'occasione pensai di fare la stessa cosa di Pavia ma non fui abbastanza pronto, domenica invece è andata bene... naturalmente per la Salernitana!'
Da domenica in poi, tutta la Salerno sportiva gli chiede di seguire la Salernitana in tutte le trasferte, così da poter continuare a prevedere tantissimi altri Goal a partire proprio da Lunedì prossimo quando i granata saranno di scena a La Spezia per un match delicatissimo. Gli avverarsari, da oggi in poi dovranno preoccuparsi, oltre che degli attaccanti granata, anche di Maurizio. I portieri sono avvertiti!






GRANDE, GRANDE SALERNITANA. E' SANGUE GRANATA, QUELLO CHE SCORRE NELLE VENE DI OGNI SALERNITANO, ME COMPRESA.

LE MITICHE COREOGRAFIEEEEEEEEEEEEEEEE